DITE A BERGOGLIO DI FARE UNA TELEFONATA A GOTTI TEDESCHI SENNÒ TOCCA SUBIRE ANCORA LE SUE INTERVISTE-PIAGNISTEO: “PERDONO CHI MI HA FATTO DEL MALE. TORNERÒ AL SERVIZIO DELLA CHIESA”

O.L.R per "Affari e Finanza - la Repubblica"

«Perdono tutti quelli che mi hanno fatto tanto male allontanandomi ingiustamente dalla presidenza dello Ior». Ettore Gotti Tedeschi non cerca vendette con i nemici che in Vaticano lo costrinsero il 24 maggio 2012 a lasciare la guida dello Ior, dove era stato insediato neanche tre anni prima. Non fa nomi, ma è facile individuare i destinatari del suo "perdono cristiano" nell'ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, e i membri del Consiglio di Sovrintendenza da lui presieduto.

Un gesto che assume un significato ancora maggiore alle luce della completa assoluzione dall'accusa di violazione delle norme antiriciclaggio nell'inchiesta della Procura di Roma sul tentato trasferimento da parte dello Ior, tramite il Credito Artigiano, di 23 milioni, 20 alla banca tedesca J.P. Morgan Frankfurt e 3 alla Banca del Fucino.

Per queste accuse sono stati rinviati a giudizio l'ex direttore dello Ior Paolo Cipriani e il suo vice, Massimo Tulli, costretti a lasciare il loro incarico con l'avvento di papa Bergoglio.

Dopo la sentenza che l'ha scagionata dall'accusa di riciclaggio e di omesso controllo in qualità di presidente dello Ior, pensa che sono maturi i tempi per un incontro con papa Francesco? Chiederà di essere ricevuto?
«Papa Francesco sa quello che è bene o no, conosce quel che è utile fare e sa se è opportuno o no incontrarmi per un colloquio riservato. Io non lo imbarazzerò chiedendogli udienza. Mi rimetto completamente alle sue decisioni e al suo sentire».

Spera di essere ricevuto anche da Benedetto XVI, il pontefice che l'ha voluta alla guida dello Ior e che più volte l'ha consultata su tematiche di natura etica ed economica?
«Potrei rispondere come ho fatto alla precedente domanda. Anche il papa emerito sa quello che è bene fare e quello che non è bene. Quindi è perfettamente consapevole se è opportuno ricevermi. Mi rimetto alla sua volontà che, comunque, rispetterò in maniera totale. Ho avuto il privilegio di servire Benedetto XVI come presidente dello Ior. Ho sempre sentito la sua stima e il suo affetto anche in tanti momenti difficili. Questo è persino troppo per me. Incontrarlo di nuovo è un sogno, ma desidererei farlo, se fosse possibile, con mia moglie, perché anch'essa ha sofferto non poco in questi due anni per le vicende che mi hanno riguardato ed ha una devozione molto speciale per il Papa Emerito».

Cosa vorrebbe chiedere (o spiegare) al papa regnante, Jorge Bergoglio, e al papa emerito, Joseph Ratzinger?
«Vorrei spiegare a entrambi che mi è sempre e solo interessato servire la Chiesa ed aiutare con i miei modesti mezzi il Papa nella sua missione di pastore universale. Mi piacerebbe avere la possibilità di poter esporre a entrambi che, nel mio servizio alla Chiesa e al Papa, ho sempre cercato di farlo con tutte le mie capacità ed i miei limiti. Ma sempre con sincerità e in coscienza ».

Perché il consiglio di Sovrintendenza dello Ior le si è rivoltato contro? Ha eseguito ordini della segreteria di Stato del cardinale Tarcisio Bertone col quale non era più in sintonia?
«Preferisco non rispondere a questa domanda. E' una scelta di riserbo a cui non intendo derogare».

L'assoluzione le ha ripagato parte dell'amarezza provata al momento delle dimissioni che le sono state imposte?
«Sono grato ai magistrati per questa 'assoluzione' e per le motivazioni che l'hanno accompagnata. Ma sono anche figlio e membro della Chiesa, io amo la mia Chiesa ma nello stesso tempo vorrei sentirmi amato dalla mia Chiesa.

Lo dico in sincerità, ora non voglio vendette (ma chi lo ha mai affermato?), voglio perdonare chi mi ha provocato tante amarezze. Ma, dirò di più, se sarà possibile voglio tornare a servire il Papa e la Chiesa. Del resto è proprio Francesco che sta insegnando con energia e sapienza la forza del perdono cristiano alla luce della misericordia divina. E io sono un cristiano che vuole perdonare chi gli ha fatto del male».

In futuro più potrebbe tornare a presiedere lo Ior?
«Mi dispiace, ma anche a questa domanda preferisco tacere per motivi di opportunità».

Quali sono i suoi attuali sentimenti verso le gerarchie ecclesiastiche?
«Sono gli stessi che avrei potuto avere verso i dodici apostoli se fossi stato un servitore seguace di Gesù Cristo. Ho avuto, ed ho, rapporti con le alte gerarchie ecclesiastiche, come lei le chiama, che hanno persino rafforzato la mia fiducia in esse e la certezza che la Chiesa è sempre santa. Lei mi fa domande molto laiche, giustamente, e naturali. Ma io ho cercato di vivere questi periodi angoscianti cercando di soprannaturalizzarli.

Raccomando in questi casi un direttore spirituale e un piano di vita plasmato sulla forza della preghiera e del perdono. Di sicuro, di fronte a problematiche tanto angoscianti come quelle da me vissute negli ultimi mesi, non mi permetterei mai di consigliare l'assistenza di psicanalisti vari. Che penserebbe se le dicessi che dalle vicende vissute in questi ultimi due anni ho tratto anche benefici, che mi hanno fatto maturare spiritualmente ed han cresciuto la mia fede? Sì ora credo molto più di prima».

 

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