berlusconi bollore cattaneo

LE DIVERSE STRATEGIE DI BOLLORE’ PASSANO PER UN UNICO OBBIETIVO: REALIZZARE L’INTEGRAZIONE FRA TELEFONIA E TV (OCCHIO ALL'AGCOM) PER ARRIVARE AL NETFLIX EUROPEO - PROVE DI DISTENSIONE DA PARTE DEL FRANCESE, CON LA PANCIA GIA’ PIENA DELLE POSSIBILI PLUSVALENZE DI MEDIASET

 

1. TREGUA O GUERRA DI TRINCEA

 

Francesco Spini per la Stampa

 

PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'

Chiamatela, se volete, la tregua di Natale. I cannoni francesi in Borsa hanno smesso di rombare. Il titolo Mediaset dopo la pazza corsa dei primi tre giorni della settimana ha chiuso per la prima volta in calo, dell' 1,55%. Vincent Bolloré, giunto con la sua Vivendi al 20% del Biscione, resta convinto - dopo il comprensibile choc iniziale - di aver comunque destato l' attenzione di Silvio Berlusconi con cui, genio della tv e attento al futuro della sua creatura, ritiene di poter raggiungere ancora un accordo. Un nuovo patto sotto il segno di quella stessa visione strategica che già in aprile li aveva accomunati salvo poi finire a carte quarantotto sui conti, contestati, di Premium, la pay tv diventata col tempo la zavorra di Cologno Monzese.

 

BOLLORE' VIVENDIBOLLORE' VIVENDI

Per favorire un riavvicinamento, Bolloré ieri ha cominciato col mandare segnali distensivi. Parola d' ordine: abbassare i toni. «Certamente non è stato sollecitato, ma non è un atto ostile», ha dichiarato così all' Ansa una forte interna di Vivendi. «Vogliamo estendere e rafforzare la nostra posizione in Europa del Sud che per noi è strategica», hanno proseguito da Parigi. Nel quartier generale di Mediaset quanto in quello della holding hanno subodorato qualcosa di più, al punto che si aspettano - forse già oggi o nei prossimi giorni - una specie di invito ufficiale a sedersi attorno a un tavolo.

 

Bolloré cerca la pace, ora che con la sua quota - presa in modo brutale, certo, ma spendendo 700 milioni - ha allineato i propri interessi con quelli dei Berlusconi. Ma, pur con tutta la buona volontà, non attenderà in eterno. La tregua durerà fino a Natale. Passate le Feste, se i segnali saranno ancora tutti e solo ostili (e ieri i manager di Fininvest hanno esaminato a lungo con i legali le richieste da inoltrare alla Procura di Milano e alla Consob, tra cui il congelamento delle azioni rastrellate da Vivendi), riprenderà a fare la guerra. L' Opa non sembra un' opzione: il gruppo potrebbe arrivare al 29,9%.

piersilvio e silvio berlusconi  piersilvio e silvio berlusconi

 

Quella a cui Parigi si prepara è una guerra di logoramento: battagliare in ogni assemblea, presentare a tutti gli azionisti (fondi inclusi) il proprio piano alternativo, chiedere - anche prima del 2018 - di poter avere rappresentanti in cda. Vivendi poi controlla Telecom, grande cliente pubblicitaria di Mediaset, e che finora, tra Premium e Sky, ha favorito la prima. Sarebbe ancora così?

 

Neppure Mediaset e Fininvest resterebbero a guardare. La holding dei Berlusconi non potrà più comprare azioni (se non un 1,27% a partire da aprile) per un anno. Qualcuno scommette che voglia restituire il dispetto a Vivendi, comprando quote della sua Telecom. La cosa non trova riscontri, ma il titolo (nonostante il presidente Giuseppe Recchi giuri che il gruppo sia «totalmente estraneo alla vicenda») ha guadagnato il 3,66%. Al loro fianco, poi, hanno i colossi Unicredit e Intesa Sanpaolo. E Carlo Messina, ad di quest' ultima, appare determinato nel supportare Mediaset in nome dell' italianità da preservare. Non una guerra, sarebbe uno scontro tra titani.

 

 

 

2. COMUNQUE VINCENT HA GIA’ GUADAGNATO 250 MILIONI

 

di Maddalena Camera per Il Giornale

 

C'è già un ritorno economico per Vincent Bolloré patron di Vivendi, nella scalata a Mediaset. Se il finanziere francese decidesse domattina di ritirarsi, si porterebbe a casa un guadagno di 250 milioni in soli tre giorni. A tanto corrisponde l'utile di un'operazione di acquisto di circa 240 milioni di azioni intorno ai 2,5 euro, che oggi valgono oltre 3,5. Una remunerazione da raider del mercato, anche se indubbiamente la quota in Mediaset è stata acquisita con ben altre prospettive. Che fanno riferimento all'ormai inevitabile intreccio tra telecomunicazioni (tlc) e contenuti.

cyrill vincent e yannick bollorecyrill vincent e yannick bollore

 

Un'intersezione resa necessaria dai trend di mercato innanzitutto. Basta pensare che in una indagine Tv & Media condotta da Ericsson, rappresentativa di una proiezione di 680 milioni di consumatori, si evince un incremento del 71% nelle visualizzazioni di video sugli smartphone dal 2012 e che circa due terzi del tempo che i teenager trascorrono guardando Tv e video avviene su un dispositivo mobile.

 

Smartphone e tablet stanno dunque sostituendo il televisore di casa che a sua volta si è evoluto. Gli smart tv di ultima generazione sono già predisposti per il wi-fi e la connessione in rete con tanto di app, che nel caso delle tv si chiamano widget. Insomma l'attenzione per i contenuti per le tlc è diventata assoluta.

berlusconi confalonieri mediasetberlusconi confalonieri mediaset

 

Tanto che ieri è arrivato l'annuncio di Vodafone che in Italia ha siglato un accordo con Sky per integrare l'offerta di Now TV, la Internet TV di Sky, all'interno della Vodafone TV in vista del suo lancio imminente. Così i clienti Vodafone potranno vedere programmi come X Factor, MasterChef, Fox Life, con le sue serie più amate, a partire dalla nuova stagione di Grey's Anatomy. Vodafone dunque scende in campo contro Tim anche sul fronte dei contenuti.

 

L'ex monopolista ha potenziato l'offerta di Tim Vision anche grazie alle serie prodotte appositamente per smartphone e tablet proprio dalla Canal Plus di Vivendi che già le vende in Brasile, anche se non tramite Tim Brasil ma con il competitor Vivo, di Telefonica. Da notare che le società di tlc immaginano di essere le vere trionfatrici di questo mercato disponendo della connessione alla rete sia fissa che mobile.

 

mediaset premiummediaset premium

Per le telco (le società di telecomunicazioni) i contenuti sono un modo di fidelizzare il cliente e ridurre, o magari annullare, il cosiddetto churn rate, ossia il numero di clienti che disdicono l'abbonamento per cambiare operatore. Sono dunque pronte a dare contenuti a costo zero in cambio di utenti fedeli disposti a pagare un po' di più, ma poco, per il collegamento in rete a banda ultralarga fisso e mobile. A questo punto la guerra per accaparrarsi contenuti di «peso» si farà sentire.

 

GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEOGIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO

Tim ad esempio si è buttata nella musica ed è lo sponsor unico del festival di Sanremo, un evento tv con ascolti record che l'operatore tlc pensa di utilizzare su più piattaforme compresa Tim Music.Tim e Vodafone, che qualcuno vede già come prossima «acquirente» della pay tv Sky che in Europa ha 21 milioni di clienti, sono comunque in buona compagnia. Negli Usa At&t ha acquisito Time Warner, in Spagna Telefonica ha rilevato la totalità della pay tv spagnola Digital+ e ha anche una quota dell'11% di Mediaset Premium, mentre in Gran Bretagna l'ex-monopolista British Telecom ha messo sul tavolo miliardi di sterline per assicurarsi i diritti di eventi sportivi, dalla Champions (1,2 miliardi di euro fino al 2018) alla Premier League.

netflix netflix

 

In tutto questo però i grandi protagonisti della partita della web tv, ossia i cosiddetti over the top, società come Netflix, Amazon, che ha lanciato questa settimana il servizio Prime tv anche in Italia, e Apple con la sua Apple tv non staranno certamente a guardare. E Netflix è in netto vantaggio sui concorrenti con i suoi 75 milioni di utenti nel mondo. Insomma il panorama è più che affollato e un manager finanziere raider come Vincent Bolloré lo sa bene. Il problema è che vuole imporre con la forza le sue strategie.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...