DIVORZIO PREMIUM-VIVENDI - OGGI IL BOARD DI MEDIASET PENSA ALL'AZIONE PENALE PER IL CROLLO DEL TITOLO - CONFERMATO IL PAREGGIO IL PROSSIMO ANNO E L'UTILE NEL 2018 - IL RUOLO DI TARAK BEN AMMAR FRA BOLLORE' E BERLUSCONI
Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”
A Piazza Affari lo choc è passato. Dopo il -6,9% di martedì, ieri Mediaset ha recuperato l'1,13% in attesa dei conti semestrali che saranno esaminati oggi dal consiglio del Biscione.
Consiglio che si troverà sul tavolo anche il dossier Vivendi. L' improvviso voltafaccia dei francesi su Mediaset Premium ha creato una frattura profonda tra la famiglia Berlusconi e Vincent Bolloré, con cui, grazie anche al comune amico Tarak Ben Ammar, i rapporti sono sempre stati buoni.
A Cologno non se l' aspettavano. Certo, dopo l'incontro di giovedì scorso tra il vicepresidente esecutivo e ad del Biscione, Pier Silvio Berlusconi e Bolloré, in cui è stata avanzata la richiesta di rinegoziare l' accordo, qualche sospetto era venuto ma non fino al punto di immaginare che da lì a pochi giorni sarebbe arrivata formalmente una controproposta da Vivendi, intenzionata a passare direttamente al piano superiore, ossia in Mediaset, chiedendo a Fininvest di emettere un bond convertibile in azioni del gruppo televisivo.
SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI CORRONO
Il contratto firmato per il passaggio di proprietà di Premium era chiaro, oltre che vincolante, e non contemplava la possibilità di recedere per un disallineamento delle performance rispetto a quelle poi verificate in fase di due diligence. Che è il motivo a cui si è appellata Vivendi, che però vorrebbe comunque il 20% della pay-tv di Cologno e a tendere il 15% di Mediaset, che la controlla. Una strategia che secondo diversi osservatori non ha molta coerenza.
Oggi intanto si vedrà se le cose stanno come dice Vivendi.
Mediaset Premium diffonderà i risultati del primo semestre, che dovrebbero confermare il raggiungimento l'anno prossimo del pareggio e nel 2018 del primo utile, e per quest'anno un risultato superiore a quello del budget, che sarebbe già visibile nei primi sei mesi.
VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR
Adesso sta a Mediaset fare la propria mossa e la risposta a Vivendi potrebbe essere molto pesante. Scontato il ricorso alle vie legali qualora Vivendi confermasse la volontà di non onorare il contratto. È stato già dato mandato agli avvocati. Civilisti e penalisti.
Mediaset starebbe infatti valutando anche l' ipotesi di un' azione penale in seguito al forte calo in Borsa dei titoli registrato martedì, provocato dalla decisione di Vivendi. Potrebbe configurarsi un abuso di mercato.
Il gruppo di Cologno valuterà inoltre la possibile richiesta di danni, che potrebbe superare il miliardo di euro, e a tutela dei propri interessi non si può escludere una domanda di sequestro cautelativo delle azioni Vivendi.
Mediaset, insomma, è determinata a non lasciare nulla di intentato per tutelare la posizione di Fininvest e dei soci del gruppo televisivo dopo il dietrofront di Bollorè, di cui ancora sfuggono le reali motivazioni, se è vero che l' intenzione resta quella di un' alleanza e non di una scalata a Mediaset .