MI SGONFIO COME UN PIUMINO – A UN ANNO DAL COLLOCAMENTO, IL TITOLO MONCLER TORNA A 10 EURO, CON UNA PERDITA DEL 40% RISPETTO AI MASSIMI DI BORSA – ANCORA A NOVEMBRE LO SPONSOR MEDIOBANCA INDICAVA UN “TARGET PRICE” A 16 EURO

Andrea Giacobino per www.andreagiacobino.wordpress.com

 

E’ passato un anno e più che Milena Gabanelli e il suo “Report” che parlava un mese fa di oche maltrattate, potè la disaffezione degli investitori. Il titolo Moncler, il piumino che esattamente un anno fa aveva fatto sognare Piazza Affari con un’Ipo da favola, è tornato tristemente al punto di partenza.

 

monclermoncler

Dopo dodici mesi, infatti, venerdì scorso il titolo Moncler ha chiuso la sessione a 10,66 euro, quasi invariato rispetto ai 10,2 euro al quale era stato collocato un anno fa. Il primo giorno di Ipo fu roboante: dopo una campagna pubblicitaria milionaria, dopo il pressing di solerti uffici stampa sui compiacenti giornaloni e giornalini, il patron del gruppo Remo Ruffini era comparso a Piazza Affari a fianco di Raffaele Jerusalmi, numero uno di una borsa ex italiana oggi inglese, per godersi il suo trionfo.

 

In quella seduta fantasmagorica erano sati scambiati 26,8 milioni di titoli dei piumini e il bilancio alla chiusura era stato strabiliante, roba da Nasdaq del 2000: un rialzo del 40% con una chiusura a 14,5 euro. Persino il “Financial Times” aveva definito l’Ipo di Moncler la più brillante dello scorso anno.


Vale la pena, un anno dopo, ricordare chi oltre a Ruffini ha fatto affari d’oro con il collocamento che invece ha penalizzato i piccoli investitori che oggi si ritrovano azzerato il guadagno. Le banche che hanno agito come joint global coordinators dell’offerta, remunerate con commissioni milionarie. Goldman Sachs, BofA Merrill Lynch, Banca Imi, coinvolte anche Ubs e Jp Morgan, e Mediobanca, joint lead manager e “sponsor” che nel gergo borsistico significa che l’istituto guidato da Alberto Nagel è un po’ il “padrino” del titolo.

 

remo ruffini monclerremo ruffini moncler

C’è da ridere – per evitare di indignarsi – a leggere i due “report” che il premuroso sponsor Mediobanca ha redatto sul titolo Moncler gli scorsi 7 agosto e 13 novembre: mentre l’azione soffriva, gli analisti di Piazzetta Cuccia reiteravano imperterriti il consiglio “buy” e indicavano un “target price”, cioè un prezzo obiettivo, di 16,2 euro. Evidentemente stavano su Marte, oppure rappresentavano l’ennesimo esempio del conflitto d’interessi. Pensate che sempre Mediobanca in uno studio del 6 luglio aveva un prezzo-obiettivo persino inferiore: 15,9 euro.


Dopo una fiammata di poco oltre i 16 euro a inizio dello scorso gennaio, infatti, per gli azionisti di Moncler è iniziato l’inesorabile spiumaggio contraddistinto anche da un calo dei volumi di contrattazione: il lock-up sul titolo è scaduto lo scorso settembre e da allora per Moncler non c’è stato scampo tanto che il rialzo di novembre vicino a zona 12 euro dopo la denuncia di “Report” è stato di breve durata.

PIAZZA AFFARI BORSA MILANOPIAZZA AFFARI BORSA MILANO

 

Ma Ruffini, alla faccia degli investitori che in un anno sono stati spiumati del 40%, ha fatto un affare d’oro e ha doverosamente ringraziato i suoi sponsor. Basta leggere il bilancio 2013 della sua Ruffini Partecipazioni (azionista di Moncler al 32%) per scoprire che detiene azioni Goldman Sachs per 15,8 milioni, Ubs per 13,6 milioni (e 10,2 milioni di bond), Jp Morgan per 6,5 milioni e Intesa Sanpaolo (che controlla Banca Imi) per 8,3 milioni oltre a bond di Ca’ de Sass per 3,8 milioni. E’ il capitalismo di relazioni tutto italiano, tanto che non a caso consulente di Ruffini per l’Ipo fu Claudio Costamagna, oggi presidente dell’Impregilo dei Salini e già banker di Goldman Sachs per l’area Emea.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…