DOPO AVERCI GUADAGNATO UNA FORTUNA, ORA IL PATRON DI GOOGLE SERGEY BRIN RINNEGA GLI SMARTPHONE - I CELLULARI SONO ANTISOCIALI, “È COME SFREGARE UN PEZZO DI VETRO, COME UN TIC NERVOSO” - IN EFFETTI È ORMAI LA NORMALITÀ ASSENTARSI DALLA REALTÀ PER METTERSI A TESTA BASSA SUL PROPRIO SMARTPHONE - ED ECCO L’ASSO NELLA MANICA DI BRIN: GLI OCCHIALI INTELLIGENTI, CON UNO SCHERMO NELLA LENTE E COMANDI VOCALI...

Alessio Lana per "Corriere.it"

Gli smartphone ci stanno castrando. Tutti quanti, non importa se uomini o donne. Il commento non arriva da un vecchio luddista antitecnologico ma da Sergey Brin, il patron di Google, l'uomo che sta incassando milioni di dollari proprio grazie ai telefoni intelligenti. Il suo Android infatti ha conquistato ormai la vetta dei sistemi operativi più diffusi, attestandosi intorno al 75 per cento del mercato globale, e ha permesso a Samsung di diventare il primo costruttore di cellulari del mondo, con una quota di mercato tra il 22 e il 23 per cento. Bé, ora Brin fa marcia indietro.

COME SFREGARE VETRO - Secondo mister Google usare uno smartphone equivale a star fermo sfregando un pezzo di vetro, come ha detto il 27 febbraio durante il suo intervento al TED2013 di Long Beach, in California. Mentre parlava indossava i suoi inseparabili Glass, gli occhiali in realtà aumentata compatibili sia con i device Android che iOS che hanno un piccolo monitor di fronte all'occhio destro e consentono di usare uno smartphone senza toccare nulla né intralciare la vista. E qui viene un primo, piccolo sospetto sulle dichiarazioni di Sergei «don't be evil» Brin.

UN TIC NERVOSO - «Il cellulare è come un tic nervoso», continua Brin attaccando ai fianchi Android, il sistema che lo ha reso ancora più ricco e famoso. Dice di essersene accorto vedendo quanto tempo passava controllando l'email. «Se fumassi, fumerei piuttosto che usare lo smartphone, almeno sembrerebbe più figo», è il suo commento. «Invece tiro fuori il cellulare e sembra che abbia qualcosa di importante da fare». Il telefono quindi renderebbe antisociali, castrando la nostra umanità. È vero, ammette Mister Google, ci permette di accedere a tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno ma per farlo dobbiamo staccarci dal mondo, entrare nel device «a testa bassa» senza poter fare attenzione a ciò che ci accade intorno. E qui il sospetto iniziale si fa ancora più forte.

IN ARRIVO A FINE ANNO - È difficile in realtà dargli torto. Basta entrare in metropolitana la mattina per vedere un esercito di capi chini sul device completamente disconnessi dalla realtà, ma questa nuova presa di posizione non è fine a se stessa. Esplicitiamo il sospetto: lo scopo di Brin infatti è pubblicizzare i suoi occhiali, la cui uscita sul mercato guarda caso è stata anticipata alla fine di quest'anno, dopo una fase di test che coinvolgerà dei volontari scelti in base alle proprie idee sul possibile uso del device.

CONDUZIONE OSSEA - I Glass, spiega Brin, liberano gli occhi perché non intralciano la vista, il monitor è in alto a destra sulla montatura, ma anche che le orecchie: il suono infatti arriva alla tromba di Eustachio tramite il semplice contatto di due trasmettitori al cranio, senza bisogno di auricolari. Così si può partecipare alla vita di tutti i giorni mentre si è sempre connessi e partecipare a una rimpatriata tra amici evitando il fatidico momento in cui tutti si piegano a consultare il monitor.

REGISTRA TUTTO - In questo discorso fiume non manca un risvolto insolitamente romantico. Grazie alla fotocamera integrata Brin ammette che gli occhiali gli hanno permesso di «catturare momenti passati con la mia famiglia e i bambini che non avrei mai potuto riprendere con una fotocamera o un telefono». Basta infatti dire: «Ok Glass, registra un video» e loro fanno partire la ripresa, saltando quindi quegli istanti necessari per prendere il device dalla tasca, attivarlo e scattare.

LA RICERCA PRIMA DI TUTTO - C'è poi un richiamo anche a Google. «Quando abbiamo fondato Google quindici anni fa pensavo che le informazioni sarebbero arrivate direttamente all'utente senza neanche il bisogno di porre domande» afferma il patron del sito a cui si pongono miliardi di domande ogni giorno. Con Glass basta dire «Cerca le immagini di uno squalo» o ancora «Connettimi con gli amici» e il gioco è fatto. Si continua a conversare e a guardare in faccia i commensali senza distrarsi.

COSTANO 1.500 DOLLARI - Insomma, il movimento di liberazione dal touchscreen ha trovato il suo (interessatissimo) alfiere, no proprio un ribelle visto che, se l'operazione avrà successo, incasserà circa 1.500 dollari per ogni occhiale. Un buon prezzo per evitare una (supposta) castrazione.

 

SERGEY BRIN CAPO DI GOOGLE COI GOOGLE GLASS IL CO-FONDATORE DI GOOGLE SERGEY BRIN FOTOGRAFATO IN METROPOLITANA CON I GOOGLE GLASSESSACHA E MALIA OBAMA GIOCANO CON I LORO SMARTPHONE AL GIURAMENTO OBAMA RAGAZZE DROGATE DI SMARTPHONE NEWSWEEK SUI PAZZI DI IPHONE E SMARTPHONE DIPENDENZA DA BLACKBERRYBLACKBERRYZZATE DIMITRI MEDVEDEV E IL SUO IPHONE shin jhon kyun - Amministratore delegato Samsung

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