bollore berlusconi

LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDI - SE ANDASSE IN PORTO L'ACCORDO TRA BOLLORÉ E MEDIASET, EI TOWERS, CONTROLLATA DEL BISCIONE, POTREBBE SPUNTARLA PER INWIT - MA EI TOWERS HA GIÀ ANNUNCIATO CHE NON FARÀ L’OPA: RILEVERÀ SOLO IL 29% DEL CAPITALE

Andrea Greco per “la Repubblica”

 

vincent bollorevincent bollore

I titoli in Borsa accreditano l’avvicinamento tra la galassia Vivendi e quella Mediaset, mentre il fondatore Silvio Berlusconi produce una mezza smentita, che sembra più mezza ammissione. «Vivendi è molto interessata all’Italia, io sono amico di Bolloré da anni e lui ha manifestato il suo interesse su alcune cose che facciamo, non assolutamente per Mediaset, ma sulla nostra capacità di fare prodotti per la tv, di fare format - ha detto Berlusconi alla radio Rtl, dopo l’ipotesi rilanciata da Repubblica di acquisizione di Mediaset del colosso francese -. Vivendi ha una visione per il futuro europea, possibile che si trovino forme di collaborazione». L’ex Cavaliere a riguardo ha aggiunto: «Ma non sono molto informato perché di tutto si occupano mio figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri», presidente di Mediaset.

 

Ei Towers lancia opa su RaiwayEi Towers lancia opa su Raiway

Piazza Affari ha riservato attenzione al dossier. Con forti oscillazioni sul Biscione: partito in denaro, dopo le parole di Berlusconi s’è inabissato - anche con una breve sospensione in asta per troppo scostamento di prezzi - per poi riprendersi in parte chiudendo a 3,74 euro (-0,8%). Vivendi a Parigi ha chiuso con simile ribasso dello 0,8%. Da segnalare l’andamento di Inwit, la controllata di Telecom Italia nelle torri di trasmissione che ha sofferto le nuove prospettive (-2,5%). Finora infatti il mercato si aspettava una possibile Offerta pubblica di acquisto su Inwit dalla cordata italo-spagnola tra il fondo F2i e Cellnex.

 

inwitinwit

Viceversa, se il grande accordo tra Vivendi e Mediaset si materializzasse, a spuntarla per Inwit potrebbe essere Ei Towers, controllata del Biscione nelle antenne. Ma Ei Towers ha già annunciato che non farà l’Opa su Inwit: nel caso ne rileverà solo il 29% del capitale. Proprio questo cambio di strategia su Inwit, società da 2,7 miliardi, sarebbe tra le cause che hanno portato all’uscita dell’ad Marco Patuano dal gruppo tlc. Il manager che ha lasciato ieri pareva infatti più favorevole all’offerta F2i-Cellnex: ma Vivendi, che ha quasi il 25% di Telecom, pare più propensa a gestire in un quadro ampio la cessione delle antenne.

 

La partita fa discutere imprenditori e politici. «Bisogna vedere poi alla fine quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere e quali le alternative - ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria -. Tanti imprenditori italiani sono attivi e crescono sui mercati mondiali. Pensate in Francia a quello che ha fatto Campari con l’acquisizione di Grand Marnier. Non esiste una linea precisa».

PATUANO PATUANO

 

Il deputato del Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di vigilanza Rai, è sembrato accreditare la neutralità del partito di governo: «La Borsa e il mercato devono essere liberi di muoversi come meglio credono e la politica deve seguire le leggi del mercato. Poi, ovviamente, più un’azienda è in mani italiane e meglio è per la nazione ». Più guardingo Enrico Zanetti, vice ministro all’Economia e segretario di Sc: «Siamo i più favorevoli in assoluto al mercato ma se il punto finale fosse che un altro Stato controlla una partecipata pubblica, di mercato ci sarebbe ben poco».

 

PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERIPIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI

In questo via vai di partite da sistemare cresce l’attesa per il cda che oggi riunirà il gruppo che raccoglie il 57% della pubblicità in Italia sulla tv in chiaro. In agenda c’è l’approvazione dei conti 2015, che potrebbero chiudere con lieve utile (23 milioni nel 2014) e un dividendo simile ai 2 centesimi del 2014. La redditività si sostiene sulle attività spagnole, mentre la pay tv Premium continua a perdere, e cercare compratori. Potrebbe trovarli proprio in Francia, specie a fronte di un riassetto complessivo.

berlusconi confalonieri mediasetberlusconi confalonieri mediaset

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...