FACE-BOLLA? - MARK ZUCKERBERG SI PRESENTA ALL’INCONTRO A NEW YORK CON GLI ANALISTI FINANZIARI CON 30 GUARDIE DEL CORPO - L’IMPRESA È TUTT’ALTRO CHE SEMPLICE: DOVRÀ CONVINCERE WALL STREET CHE FACEBOOK, CHE OGGI CONTA 900 MLN DI UTENTI, VALE 100 MILIARDI $ - SOPRATTUTTO DOVRÀ GIUSTIFICARE LA BATTUTA D’ARRESTO DEL PRIMO TRIMESTRE 2012 RISPETTO AL 2011…

Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

Facebook, da fenomeno culturale di massa - 900 milioni di utenti nel mondo, 21 dei quali in Italia - ad azienda quotata che deve giustificare il valore che le verrà attribuito: quasi 100 miliardi di dollari se le azioni verranno collocate nella parte alta della «forchetta» (28-35 dollari) annunciata nei giorni scorsi. Fin dal primo giorno del «road show», iniziato ieri nei saloni dello Sheraton di New York, la regina delle reti sociali e dell'economia immateriale, si scontra con la materialità: la ressa delle telecamere e dei curiosi, l'assalto degli analisti, lo slalom tra i ponteggi che avvolgono l'albergo, parzialmente in restauro. E schiera, a protezione, 30 «gorilla» della sicurezza.

Davanti all'hotel sulla Settima Avenue si è radunata una folla da passerella degli Oscar: è trapelata la notizia che a fare gli onori di casa, nella «ballroom», e a parlare davanti a 600 analisti finanziari, sarà proprio il grande capo, Mark Zuckerberg. Ma, visto il muro di telecamere, curiosi e turisti con videofonino, il fondatore di Facebook sceglie un ingresso secondario: quello usato da Bill Clinton quando, a settembre, in questo albergo si svolgono i convegni della Clinton Initiative, l'impresa filantropica dell'ex presidente.

La strada dei tre gipponi neri della società è, però, ostruita da un grosso camion carico di barre d'acciaio che sta entrando a marcia indietro nel cantiere dell'albergo. Alla fine i suv riescono a raggiungere l'ingresso e Zuckerberg, con addosso il consueto «hoodie» scuro, una felpa col cappuccio, e protetto dagli uomini della «security», scivola dentro facendo lo slalom tra i tralicci, i manovali col casco, qualche cronista e i cameraman.

Dentro gli analisti, costretti a un'ora di fila per i controlli, non sono particolarmente felici di rivedere, mentre viene servito il «lunch», il video girato da Zuckerberg e dai suoi collaboratori (Sheryl Sandberg, il direttore generale e il direttore finanziario, David Ebersman) per spiegare l'operazione, e messo in rete giovedì scorso.

Segue un botta e risposta. Zuckerberg, che non vuole affidarsi a un manager «adulto» come fecero Page e Brin quando affidarono il timone di Google all'esperto Eric Schmidt, deve dimostrare di essere maturo per guidare una grande corporation e di avere un team all'altezza. Non è detto che in questi giorni che precedono la quotazione (il 18 maggio al Nasdaq, il mercato delle società tecnologiche, dove il 27enne Mark darà il via alle contrattazioni), Zuckerberg riesca a convincere i suoi critici.

Facebook cresce rapidissimamente, ma nel primo trimestre di quest'anno ha visto cadere i suoi profitti rispetto al 2011. Riuscirà, nonostante la battuta d'arresto, non solo a continuare a svilupparsi, ma ad avere il livello di redditività «stellare» necessario per giustificare una capitalizzazione di quasi 100 miliardi?

È possibile se la società manterrà la sua posizione dominante nel mercato dei «social network» e se riuscirà a produrre in quello della pubblicità una rivoluzione «sociale» di portata non inferiore a quella che si è verificata quando Google ha cominciato a collegare utenti e inserzionisti al suo motore di ricerca.

Con alle spalle un esercito di 900 milioni di utenti, quella di Zuckerberg non è una pretesa velleitaria. Ma molti analisti pensano che la tenuta di Facebook come protagonista assoluto del mercato dei «social network» non sia garantita nel lungo periodo e che il buon risultato della raccolta pubblicitaria «modello Zuckerberg», dipenderà anche dal livello di collaborazione e coinvolgimento che gli utenti saranno disposti ad accettare, oltre che dalla maturità del capoazienda, criticato da molti per aver pagato 1 miliardo di dollari il sito di «photo-sharing» Instagram. Mark ha difeso la sua scelta, mentre i suoi collaboratori hanno illustrato i fattori anomali che rendono la redditività 2011 non confrontabile con quella di quest'anno.

Intanto, da una conferenza in corso a mille chilometri di distanza, arriva lo scetticismo del leggendario investitore Warren Buffett: «Non comprerò titoli Facebook, ma non dico che non è una buona società, stanno facendo grandi cose. Sono agnostico: come nel caso di Google, trovo difficile stimare il valore di ciò che viene venduto. È un business straordinario ma è difficile valutarlo, capire dove saranno tra qualche anno. Non è la Coca-Cola».

Più generoso il fondatore di Microsoft, Bill Gates, che parla di Zuckerberg: «Ha fatto un lavoro stupefacente. Se mi ricorda com'ero io trent'anni fa? Un po' sì. Le aziende sono molto diverse, ma lui, come me, è un secchione che lavora un'infinità di ore e che ragiona in modo molto razionale».

 

FACEBOOKMARK ZUCKERBERG INSTAGRAM BILL GATESWARREN BUFFETT

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...