TI RICORDI DI RECORDATI? SCORDATELA: LA FAMIGLIA VENDE LA CASA FARMACEUTICA AL FONDO INGLESE CVC PER 3 MILIARDI E IL TITOLO CROLLA DEL 12,5%. AGLI ANALISTI IL PREZZO NON PIACE - MILANO CHIUDE NEGATIVA (-0,9%), COME TUTTE LE BORSE EUROPEE, CHE SCONTANO LE PAURE SUL COMMERCIO GLOBALE

 

Maurizio Carta per Alliance News

 

Chiude in rosso Milano, come d'altronde tutte le principali piazze europee, nella prima seduta della settimana e di luglio. Motivo principale che frena gli indici è la sempre più alta tensione sul fronte commerciale a livello mondiale, oltre lo strappo nel governo tedesco che crea nervosismo fra gli operatori.

RECORDATI

 

Tornando a Milano, il Mib termina la giornata lasciando sul parterre lo 0,9% a 21.427,20 dopo aver chiuso in rialzo dello 0,9% venerdí.

 

Tra gli indici minori, il Mid-Cap perde lo 0,6% a 40.524,90 dopo aver guadagnato lo 0,8% venerdì. Lo Small-Cap registra un ribasso dello 0,5% a 21.757,74,71 dopo il guadagno dell'1,1%. L'AIM è l'unico in verde, in rialzo dello 0,1% a 9.662,40 dopo aver chiuso in verde dello 0,1% l'ultima seduta.

 

A trainare in ribasso il paniere delle blue chip è Recordati, in perdita del 12,5% a chiusura degli scambi. Il titolo risente della decisione della famiglia Recordati di cedere il 51% della società al fondo di private equity britannico CVC.

 

FIMEI - controllata della famiglia Recordati - detiene circa il 51,8% delle azioni della casa farmaceutica. Il corrispettivo dell'operazione è di circa EUR3 miliardi, che implica un prezzo di EUR28 per ciascuna azione di Recordati. Il corrispettivo sarà pagato per circa EUR2,3 miliardi al closing dell'operazione e per EUR750 milioni in strumenti finanziari di debito subordinati di lungo termine.

CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI

 

Male anche Mediaset che termina le contrattazioni con un rosso che segna il 3,7%. Oltre al taglio di rating e target price operato venerdì da Morgan Stanley, l'idea del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio di dare vita ad una sorta di Netflix all'italiana potrebbe danneggiare il mercato a cui fanno riferimento Mediaset e Rai.

 

Non inizia la settimana con il piede giusto nemmeno Brembo, che ha terminato la seduta sotto del 2,1%.

 

Dall'altra parte del listino in verde i titolo bancari, con in testa Banco Bpm che termina le negoziazioni in verde dello 0,8%.

 

Bene anche Unipolsai, in rialzo dello 0,4% e Poste Italiane, che chiude in verde dello 0,1%.

 

Fra i migliori si annovera anche Fiat Chrysler, nonostante Exane BNP abbia tagliato il target price di Fiat Chrysler Automobiles a EUR23,38 da EUR23,58 con valutazione 'Neutral'. Il titolo chiude poco sopra la parità.

MARCHIONNE CON GOLF E CRAVATTA

 

Fuori dal listino principale buona performance di Giglio Group che chiude in rialzo dell'15.5%.

 

Nell'indice delle Small Cap salto in lungo di Trevi Finanziaria che chiude la giornata in verde del 17,5%, visto il proseguimento della trattativa per la ristrutturazione del debito.

 

Sempre fuori dal paniere principale è da segnalare la performance di Casta Diva Group, su di oltre il 14% prima che il titolo venisse sospeso per eccesso di rialzo. A spingere in su le azioni della società dell'AIM è stata la notizia del debutto a New York di Casta Diva Forum, con un evento dedicato a ICO e blockchain.

 

Sul fronte dei dati macro, il tasso di disoccupazione dell'Eurozona su base annua si è attestato all'8,4% nel quinto mese dell'anno, restando invariato rispetto ad aprile e registrando un calo dal 9,2% da maggio 2017. Si tratta del tasso inferiore registrato nell'Eurozona da dicembre 2008.

 

Il tasso di disoccupazione italiano è invece sceso al 10,7% nel quinto mese del 2018 dall'11,0% del mese di aprile. Il dato di aprile è rivisto al ribasso dall'iniziale 11,2% mentre gli economisti prevedevano un calo più contenuto all'11,1%.

donald trump xi jinping mar a lago

 

Per quanto riguarda invece il comparto manifatturiero, l'indice PMI del settore per l'Eurozona toccato il valore più basso in diciotto mesi di 54,9, che si raffronta al 55,5 di maggio. Il dato non incontra le stime, che avevano previsto un valore di 55,0.

 

Il PMI manifatturiero itlaiano, infine, è salito a quota 53,3 a giugno, in crescita rispetto a 52,7 registrato a maggio e superiore a 52,6 previto dagli economisti. Ogni punteggio superiore a 50 indica la crescita del settore.

 

Tornando ai mercati ma spostandoci all'estero, il FTSE 100 di Londra cede l'1,2%, con Londra che paga anche il nervosismo in vista dell'appuntamento di venerdì del governo May per cercare di appianare le decisioni sul futuro piano Brexit da presentare a Bruxelles. Il CAC 40 di Parigi perde lo 0,9%, mentre lo strappo nel governo tedesco si fa sentire sul DAX 30 di Francoforte che registra un ribasso dello 0,5%.

 

A Paternoster Square il peggior indice in chiusura è stato il titolo Smith & Nephew che chiude le contrattazioni sotto del 4,1%.

 

A New York, il Dow è in calo dello 0,5%, il Nasdaq perde lo 0,2% e l'indice S&P perde lo 0,3%.

 

EURO DOLLARO 1

Tra le valute, il dollaro è in rialzo sulle principali concorrenti, vicino ai massimi da un anno, con i trader che appaiono propendere per la previsione che l'escalation di tensioni tra gli Stati Uniti e i partner commerciali colpirà limitatamente l'economia Usa. Alla chiusura, l'euro vale USD1,1603 contro USD1,1669 della chiusura di venerdì mentre la sterlina é quotata USD1,3120 rispetto a USD1,3193.

 

Il Brent vale invece USD77,87 al barile rispetto a USD79,43 di venerdì sera, mentre un'oncia d'oro, pagando la forza del dollaro, si attesta a USD1.246,52 registrando il minimo da sei mesi rispetto a USD1.251,31 l'oncia della chiusura precedente.

 

Per quanto riguarda il calendario economico di martedì, previsto alle ore 1000 CET, l'indice di fiducia dei consumatori spagnoli. Alle 1100 CET in arrivo dall'Eurostat l'Indice dei prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio. Alle 1455 CET, dagli Stati Uniti in arrivo il Redbook, mentre è atteso per le ore 1600 CET gli ordinativi dei beni durevoli e sempre alla stessa ora, gli ordinativi delle fabbriche. Alle 2230 CET è la volta della pubblicazione delle scorte settimanali di petrolio.

 

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…