1- FERMI TUTTI! VI SVELIAMO “USCITA DI SICUREZZA”, IL NUOVO LIBRO DI GIULIETTO TREMONTI 2- IN LIBRERIA IL 28 GENNAIO, GIRA INTORNO ALLA CRISI DELL’EURO E I MODI PER USCIRNE PER AVVENTURARSI POI NEL FUTURO DELLA POLITICA ITALICA PREFIGURANDO UN TERREMOTO TRASVERSALE CHE PORTERÀ ALLO SICURO SCIOGLIMENTO DEI DUE POLI (PDL E PD) 3- DOPO IL GOVERNO MONTI, I PARTITI NON SARANNO PIÙ COME PRIMA E BISOGNERÀ FARE QUALCOSA DI NUOVO; QUESTO “NUOVO” VA IN DIREZIONE DI UNA GRANDE AGGREGAZIONE 4- ALLA GUIDA DEL NUOVO CONGLOMERATO POLITICO (CHE PUÒ PIACERE TANTO AL VATICANO QUANTO AI POTERI FORTI) SARÀ L’AMBIZIOSISSIMO CORRADINO PASSERA? CERTO, LA COPERTINA E IL LUNGO ARTICOLO CHE “PANORAMA” DEDICA OGGI AL SUPERMINISTRO, FANNO PENSARE CHE ANCHE BERLUSCONI STIA PORTANDO ACQUA AL MULINO DELL’EX-BANCHIERE CHE VUOLE TESSERE LA SUA TELA CON L’ABILITÀ DI UN NOVELLO ALDO MORO

DAGOREPORT

Due mesi di clausura, una caviglia rotta mentre prendeva un libro in biblioteca, ma finalmente Giulietto Tremonti ha concluso la sua fatica che per un intellettuale è - come diceva Senofonte - il companatico degli uomini.

Il risultato è il libro "Uscita di sicurezza", un'opera di cui si sussurrava negli ambienti politici e che Dagospia nella sua infinita miseria è in grado di annunciare in anteprima locale. Il libro scritto in gran parte nella cella monastica di Lorenzago di Cadore dove l'ex-ministro si rifugia per ascoltare soltanto il silenzio fragoroso del suo Ego, sarà buttato sul mercato il 28 gennaio dalla casa editrice Rizzoli dove sembra che soltanto Paolino Mieli e i correttori di bozze abbiano potuto scorrere il contenuto destinato a suscitare un grande dibattito.

Va detto subito che "Uscita di sicurezza" è un titolo geniale e particolarmente appropriato alla condizione esistenziale in cui si trovano sia il 64enne ex-tributarista di Sondrio che gli incerti scenari della politica e dell'economia. Ed è questa la ragione per cui Mieli, che ha sempre avuto una predilezione per le grandi strategie, l'ha trovato semplicemente "magnifico".

Alla casa editrice milanese non sarà certamente sfuggito che con lo stesso titolo la Mondadori pubblicò nel 1999 una raccolta di scritti autobiografici di Ignazio Silone in cui lo scrittore abruzzese raccontava la sua vita e manifestava in tutta la sua ampiezza la profonda avversione al comunismo.

Quel libro fu bollato a sinistra e a destra senza pietà, ma questo non dovrebbe essere l'esito dell'ultima fatica di Tremonti che arriva dopo il suo libro "La paura e la speranza" in cui Giulietto parlava di globalizzazione e dei rapporti con l'Oriente economico. A quanto si è riuscito finora a capire non sarà comunque una riproposizione meccanica e autoreferenziale della sua politica economica anche se l'ex-ministro avrà avuto la tentazione di difendersi contro chi lo ha massacrato a proposito del rigore e dei tagli lineari.

Nella cella monastica di Lorenzago ha avuto modo di guardare con distacco le polemiche in alcuni casi forti e in altri miserabili che lo hanno attaccato fino all'ottobre scorso quando dopo aver sofferto per i sospetti sui rapporti con il suo maldestro collaboratore Marco Milanese, fu dileggiato da personaggi minori come Galan e perse la battaglia per la nomina del nuovo Governatore della Banca d'Italia. Il culmine arrivò quando lo svalvolato Berlusconi nello stesso mese dichiarò: "quello è pazzo, vuole le mie dimissioni!".

In quel momento Giulietto capì che il suo percorso da ministro era finito e che il quadro politico sarebbe esploso coinvolgendo il Pdl, il partito di plastica a cui aveva aderito dopo le esperienze fatte verso la fine degli anni '80 con i socialisti di De Michelis e successivamente nel Patto Segni prima di entrare alla Camera nel 1994.

Tutto fa pensare che "Uscita di sicurezza" avrà un contenuto prevalentemente politico e la tesi di fondo partirà da un'analisi dei partiti che negli ultimi anni hanno perso la loro forza spalancando le porte all'inevitabile arrivo al governo dei professori-tecnici. Ma non è a questi ultimi che rivolge la sua attenzione perché probabilmente è convinto dell'intrinseca debolezza e della transitorietà della loro esperienza, e come tecnico prestato alla politica, sa che prima o poi i professori devono mettersi da parte se non vogliono essere distrutti.

Ecco allora che l'uscita di sicurezza è rappresentata da una soluzione che parte dalla crisi economica e dalle ricette per poi affondare il coltello nei difetti delle istituzioni e del sistema finanziario, ma intravede dietro il crac dell'economia un grande ribaltamento del quadro politico italiano.

Da parte di Giulietto non c'è indulgenza nei confronti dell'antipolitica che con toni populistici flagella le leadership arroccate in Parlamento, ma si prefigura un terremoto trasversale che porterà allo sicuro scioglimento dei due poli (Pdl e Pd).

Dopo il governo Monti-Passera - scrive Giulietto - i partiti non saranno più come prima e bisognerà fare qualcosa di nuovo; questo "nuovo" va in direzione di una grande aggregazione che comprenderà l'ala destra più nobile e più razionale della Lega mentre la sinistra sarà rappresentata dall'ala più intelligente e razionale del Partito Democratico.

Per lui che è rimasto fuori dal cerchio magico di Bossi deve essere stato faticoso immaginare lo scenario di un grande rassemblement, un'aggregazione che fa pensare al Grande Centro, in grado di mettere insieme personaggi come il suo fiero avversario Maroni e l'interlocutore di sempre Enrico Letta.

Qui dobbiamo fermarci perché non sappiamo se Giulietto scrive che a guidare verso l'uscita di sicurezza questo conglomerato politico (che può piacere tanto al Vaticano quanto ai cosiddetti poteri forti) sarà quel Corradino Passera estremamente furbo e ambizioso che pensa addirittura di voler lasciare un segno nella storia. Certo, la copertina e il lungo articolo che "Panorama" dedicano oggi al superministro, fanno pensare che anche Berlusconi stia portando acqua al mulino dell'ex-banchiere che vuole tessere la sua tela con l'abilità di un novello Aldo Moro.

E nessuno è in grado di dire la parte che Tremonti vorrà recitare sul palcoscenico del "nuovo mondo" politico. Solo alla fine di gennaio ne sapremo di più.

 

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