FINIS-MECCANICA - IL MARONITA ORSI VERSO LE DIMISSIONI: ANNULLATI TUTTI GLI IMPEGNI IN AGENDA - DALLA PROCURA DI BUSTO ARSIZIO IL COLPO DI GRAZIA: INDAGATI ANCHE FINMECCANICA E AGUSTA, SI SOSPETTANO SOLDI ALLA LEGA DALLA (PRESUNTA) SUPERTANGENTE INDIANA DA 50 MILIONI – L’ADDIO RIDURREBBE IL RISCHIO-MANETTE E ALLENTEREBBE LA PRESSIONE SULL’AZIENDA - PER LA SUCCESSIONE IN CORSA FRANCO BERNABE’ E ANTONIO PERFETTI…

Gabriella Colarusso per Lettera 43

Dopo mesi di indagini giudiziarie a suo carico, l'amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni. Un passo indietro imminente, secondo quanto risulta a Lettera43.it, suggeritogli anche dai suoi avvocati, alla luce delle nuove rivelazioni sull'inchiesta che lo vede indagato per corruzione internazionale per la vendita di 12 elicotteri al governo indiano da parte di Agusta Westland, controllata di Finmeccanica della quale, nel 2010 - anno in cui si chiuse l'affare in India - era amministratore delegato.

LE PRESUNTE TANGENTI IN INDIA. Secondo i magistrati, l'Agusta avrebbe riconosciuto un compenso di 51 milioni di euro a Guido Ralph Haschke, consulente italo-svizzero sospettato di aver corrotto funzionari del governo indiano per ottenere l'appalto e di aver poi girato una parte del denaro ricevuto ad Orsi per soddisfare le richieste di alcuni partiti, tra cui la Lega Nord, ed accaparrarsi la poltrona di amministratore delegato del gruppo.

Ma la posizione di Orsi si è fatta insostenibile quando il pubblico ministero di Busto Arstizio, Eugenio Fusco, ha iscritto anche Finmeccanica e l'Agusta nel registro degli indagati sulla base della legge 231 del 2001 che impone alle aziende dei modelli organizzativi che impediscano di commettere illeciti.

ORSI TEME L'AZIONE DI RESPONSABILITÀ. La scelta di Fusco infatti ha messo il governo - che è azionista di maggioranza di Finmeccanica attraverso il ministero del Tesoro - nelle condizioni di poter esercitare una azione di responsabilità nei confronti dell'amministratore delegato qualora le accuse a suo carico fossero confermate.
Orsi potrebbe dunque trovarsi a dover corrispondere all'azienda un risarcimento milionario. Questo senza considerare le conseguenze che una sua eventuale condanna per corruzione potrebbe avere sugli sviluppi futuri della società, ovvero l' esclusione da tutte le gare con la pubblica amministrazione.

Per queste ragioni, dopo una resistenza durata mesi, Orsi si sarebbe convinto a quell'uscita di scena che nei palazzi romani si dà per imminente. Certo è che l'amministratore delegato ha annullato tutti gli impegni fissati per la prossima settimana. Tra cui anche l'atteso incontro con Monti che avrebbe dovuto tenersi a palazzo Chigi il 16 ottobre, con ufficialmente all'ordine del giorno il tema della fusione poi saltata tra Eads e Bae. Ma che doveva servire anche a fare il punto della situazione proprio alla luce delle vicende giudiziarie che vedono coinvolto Orsi.

Partita persa dunque? Sembrerebbe di si, non solo per il manager piacentino ma anche per il direttore generale del gruppo, Alessandro Pansa, che, dicono fonti ben qualificate, nel prossimo cambio di vertice avrebbe difficoltà a trovare una nuova ricollocazione.

TOTONOMINE PER IL NUOVO VERTICE. E proprio sulla successione a Orsi si agitano in queste ore i palazzi romani della politica e degli affari. Tra i nomi dei possibili candidati circola con insistenza quello di Franco Bernabè, attuale presidente di Telecom Italia, che si sta dando molto da fare per conquistare la guida del colosso italiano degli armamenti.

Se il governo optasse però per una soluzione interna all'azienda, il nome in pole position è quello di Antonio Perfetti, amministratore delegato della Mbda, controllata da Eads, Bae e Finmeccanica. Prima di entrare in piazza Monte Grappa, Perfetti è stato già manager all'Alfa Romeo e all'Iri. Altro nome gradito all'esecutivo è quello di Francesco Caio, amministratore delegato dell'Avio e autore di un noto rapporto sullo sviluppo della banda larga in Italia.

 

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