franco tato

È MORTO FRANCO TATÒ. EX AD DI MONDADORI, FININVEST ED ENEL, AVEVA 90 ANNI ED ERA RICOVERATO A SAN GIOVANNI ROTONDO, DOVE SI SAREBBE DOVUTO SOTTOPORRE A UN INTERVENTO AL CUORE - SOPRANNOMINATO "KAISER FRANZ" E CONSIDERATO UNO DEI MANAGER PIÙ BRAVI D'ITALIA PER COME RIUSCIVA A TAGLIARE I COSTI E GLI SPRECHI, DI LUI BERLUSCONI DISSE: "GUARDANDOLO, ANCHE IO MI SENTO UN COSTO DA ABBATTERE" - LA PRIVATIZZAZIONE DI ENEL, LA NASCITA DI WIND, L'INIMICIZIA CON TREMONTI, ARTEFICE DELLA FINE DELLA SUA CARRIERA, E L'AMORE PER SONIA RAULE, DI TRENT'ANNI PIÙ GIOVANE DI LUI - "NON SONO MAI STATO DI SINISTRA. IO SONO ANCHE DI SINISTRA"

FRANCO TATO

Morto Franco Tatò: addio all'ex manager

Da www.ilgiorno.it

 

E' morto a 90 anni il dirigente d'aziende Franco Tatò. L'ex manager era ricoverato a San Giovanni Rotondo, in Puglia, dove si sarebbe dovuto sottoporre a un intervento al cuore. Accanto a lui c'erano la moglie Sonia Raule e la figlia Carolina.  A darne notizia - riportatat dall'agenzia Agi - la sua assitente. Era soprannominato 'Kaiser Franz' per il piglio impiegato nel risanamento economico dei gruppi che ha guidato nel corso della sua carriera.

 

FRANCO TATO CON LA SUA FAMIGLIA ALLARGATA

Tatò era nato il 12 luglo 1930 a Lodi. Laureato in Filosofia a Pavia, ha proseguito il suo percorso di studi in Germania e ad Harvard. Ha iniziato la sua lunga carriera lavorativa all'Olivetti, quando aveva 24 anni. Syccessivamente ha lavorato vertice di grandi aziende come Enel e Fininvest.

 

BIOGRAFIA DI FRANCESCO TATÒ

Da www.cinquantamila.it – la Storia raccontata da Giorgio Dell’Arti

 

sonia raule franco tato

Francesco Tatò (detto Franco) Lodi 12 agosto 1932. Manager. Dal marzo 2013 vicepresidente del colosso metalmeccanico Berco (gruppo Thyssen Krupp). Ex presidente del consiglio di amministrazione di Parmalat (2011-2014) ed ex amministratore delegato della Treccani (Istituto della enciclopedia italiana, 2003-2014). «Non ho mai lasciato un’azienda con un bilancio peggiore di quello che ho trovato».

 

• Laureato in Filosofia all’Università di Pavia, «entrato all’Olivetti nel 1956, a partire dal 1970 è stato amministratore delegato di diverse società del gruppo informatico di Ivrea. Un’esperienza che è durata fino al 1982, quando è diventato presidente della tedesca Mannesmann. Passato nel 1984 alla Mondadori come amministratore delegato, cinque anni dopo è rientrato alla Olivetti.

 

SONIA RAULE - FRANCO TATO E LA FIGLIA CAROLINA

E, solo due anni più tardi, un altro rientro: questa volta in Mondadori, per poi passare alla Fininvest. A metà degli anni Novanta l’incarico alla guida dell’Enel, dove è rimasto fino al 2001. Poi, di nuovo, un’esperienza nell’editoria, con l’ingresso ai vertici di Hdp, il gruppo (oggi Rcs Mediagroup) che pubblica il Corriere della Sera. Infine, il passaggio all’Istituto Treccani» (Giovanni Stringa).

 

• «Quando da Lodi la mia famiglia si trasferì a Torino, alla fine degli anni Trenta, andavo a Porta Palazzo a giocare a “paligia”. Allora non si avevano giocattoli, i bambini giocavano per strada. Disegnavamo un cerchio per terra e ci mettevamo dentro tutti i nostri tesori, soprattutto figurine di calciatori. Poi vi lanciavamo a turno un piattino di metallo.

 

berlusconi franco tatò a telecamere

Tutto ciò che usciva dal cerchio veniva “guadagnato” da chi tirava: una forma di ridistribuzione del reddito. A me piaceva molto, soprattutto perché mi permetteva di imparare il piemontese. A scuola un compagno mi aveva apostrofato in dialetto. Io, non capendo, gli avevo risposto in milanese. Così lui mi bollò come “terùn”. Poi vennero i bombardamenti e non potei più andare a giocare» (Costanza Rizzacasa D’Orsogna) [Pan 8/11/2012].

 

franco tato con bill gates

• «Già gli elementi-base della sua biografia sono abbastanza straordinari. Quello che viene considerato uno dei manager più bravi d’Italia è in realtà un laureato in Filosofia presso il collegio universitario Ghislieri di Pavia. Lo stesso, peraltro, del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, suo grande nemico e artefice della fine della sua carriera.

 

Dopo l’università continuerà a occuparsi di filosofia, ma solo a titolo personale, come persona colta, alla sera dopo qualche lunga giornata come manager o sul Concorde, quando per un certo tempo fa il pendolare fra l’Italia e la Olivetti America. La sorte lo porterà poi a essere uno dei manager a cui Silvio Berlusconi deve di più.

franco tato marco tronchetti provera

 

E a essere uno dei primi manager la cui carriera viene troncata proprio dal governo di Berlusconi, e questo nonostante il suo lavoro all’Enel sia stato impeccabile e abbia portato a risultati di bilancio, e di crescita, assolutamente straordinari. Unico neo in un personaggio del genere: un carattere non facile (Kaiser Tatò o Kaiser Franz sono i due soprannomi che si porta dietro), un’abitudine a fare solo di testa propria e una certa vocazione a non curarsi dell’opinione della gente.

franco tato'

 

A un certo punto, quando è già all’Enel, si innamora di una bellissima ragazza molto più giovane di lui, Sonia Raule (che lo renderà padre, a settant’anni). E non la nasconde, va a vivere con lei e la presenta ovunque come la sua compagna. Un uomo così è ovvio che, alla fine, mette insieme pochi amici» (Giuseppe Turani).

 

• «“Guardando Tatò, anche io mi sento un costo da abbattere”. Era il 1994 quando Silvio Berlusconi pronunciò la famosa battuta su quello che allora era il suo plenipotenziario alla Fininvest, l’amministratore delegato che, dopo aver risanato la Mondadori, era stato chiamato a fare la stessa cosa nella holding al vertice di tutta la galassia messa in piedi dal Cavaliere con una serie straordinaria di intuizioni imprenditoriali ma anche senza badare troppo ai conti.

 

sonia raule franco tato

E che proprio per questo si trovava in una situazione finanziaria delicata: a fine 1993, quando fu chiamato in Fininvest, i debiti viaggiavano sui 4 mila miliardi di lire. Oggi chi conosce bene i due protagonisti dice che in quella battuta è racchiusa l’essenza dei rapporti tra i due uomini. Perché le battute di Berlusconi non sono quasi mai casuali, ma spesso rappresentano una specie di “precipitato verbale” dei suoi sentimenti più profondi.

 

Sentimenti che verso Tatò erano un misto di amore e odio, di ammirazione e timore (...) È un battitore libero, si muove da solo, con spregiudicatezza e incisività, arriva fino, si dice, a portare a Berlusconi i registri aziendali minacciando di farli proseguire per il tribunale. E presto viene accusato, soprattutto da Dell’Utri, di sacrificare lo sviluppo in favore del riequilibrio. E Berlusconi in mezzo, a comporre, con l’aiuto di Confalonieri, dissidi senza fine. Con grande ammirazione per le capacità gestionali di Tatò ma anche sconcerto per l’incapacità del manager di fare squadra, di piacere, di farsi amare» (Paolo Rastelli).

 

michele bon franco tato ron sommer wind

• Sotto la sua guida l’Enel è diventata una «multiutility» attiva in tutti i servizi, primi fra tutti quelli delle telecomunicazioni. A lui si deve la nascita di Wind, divenuto il terzo operatore di telefonia mobile italiano, e l’operazione Infostrada. Per proseguire nel gas e nell’espansione all’estero, con grosse operazioni (come l’acquisto della spagnola Viesgo). A lui è inoltre legata la privatizzazione dell’Enel e la quotazione in Borsa, avvenuta nel novembre 1999.

 

• Tra il 2005 e il 2006 fu amministratore delegato delle Cartiere Paolo Pigna. Nel 2007 per qualche mese ad di Gemina.

 

franco tato

• «L’addio alla Treccani, un addio non dei più armoniosi è finito perfino sulle pagine della Frankfurter Allgemeine Zeitung, detta Faz, uno dei più importanti quotidiani tedeschi. Tutto quello che riguarda Kaiser Franz, al secolo Franco Tatò, tagliatore di costi dal Meno al Po fino al Tevere, boia di sprechi aziendali, fa notizia nella Germania dove ha lavorato per molto tempo. Nell’articolo di Faz dove è definito “innovatore e leader economico” (…) dichiara di voler lasciare l’Italia e che la sua nuova patria potrebbe essere la Germania.

 

(…) “Le rispondo sinceramente: se ricaverò abbastanza dalla vendita di quello che ho, penso di farlo. Non ho idea di quale sarà la meta: l’unico dubbio che ho sulla Germania è rappresentato dal fatto che mia moglie Sonia non conosca bene il tedesco. C’è pure la possibilità di scegliere la Francia, vedremo. È sicuro che non andrò in Libano, anche se ultimamente va molto di moda”. (…)» (Denise Pardo) [Esp 23/5/2014].

 

• Libri: Autunno tedesco – Cronaca di una ristrutturazione impossibile (Sperling & Kupfer 1992), A scopo di lucro. Conversazioni con Giancarlo Bosetti sull’industria editoriale (Donzelli 1995), Perché la Puglia non è la California (Baldini Castoldi Dalai 2000), Diario tedesco. La Germania prima e dopo il Muro (Baldini Castoldi Dalai 2004) ecc.

 

franco tato chicco testa

• «Non sono mai stato di sinistra. Io sono anche di sinistra, nel senso che sostengo le persone che stimo indipendentemente dal loro schieramento» (da un’intervista di Paolo Madron).

 

• Sposato in prime nozze (1958) con Rosanna. Tre figli, tra cui Carolina, avuta nel luglio 2002 dalla Raule (nozze nel dicembre di quell’anno).

 

franco tatò

FRANCO TATO CON LA SUA FAMIGLIA ALLARGATAGIULIA CERASOLI E FRANCO TATOmassimo dalema franco tatofranco bernabe franco tato franco tato

FRANCO TATO ANNUNCIA LA FINE DEL SUO AMORE SU FACEBOOK

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…