LA FONDAZIONE MPS SI VENDE ANCHE GLI SLIP - L'ENTE PRESIEDUTO DALLA MANSI VUOLE CEDERE ANCHE IL 3% DI MPS CHE NON RIENTRA NEL PATTO APPENA SIGLATO CON I SOCI SUDAMERICANI

Cesare Peruzzi per ‘Il Sole 24 Ore'

Andrà sul mercato anche il 3% di Banca Monte dei Paschi che la Fondazione Mps non ha conferito nel patto parasociale con Fintech e Pactual. La prospettiva non piace a una parte dell'opinione pubblica senese, ma è l'inevitabile conclusione del lavoro portato a termine in questi mesi da Antonella Mansi e Enrico Granata, rispettivamente presidente e direttore generale dell'Ente di Palazzo Sansedoni, con l'obiettivo (raggiunto) di salvare la Fondazione mettendone in sicurezza il patrimonio.

Il pacchetto del 3% sarà ceduto prima dell'aumento di capitale che il Monte si prepara a lanciare a fine maggio e contribuirà a rafforzare la dote finanziaria (circa 400 milioni post aumento) con cui la Fondazione punta a ricreare un attivo in grado di produrre reddito, diversificando investimenti e rischio. L'Ente manterrà solo il 2,5% di Mps, partecipazione vincolata alle quote di Fintech (4,5%) e Pactual (2%), gli investitori che lunedì scorso hanno acquistato le azioni del Monte proprio da Palazzo Sansedoni, impegnandosi ciascuno a coprire la propria parte di aumento di capitale.
Le grandi manovre intorno al gruppo senese hanno messo le ali al titolo, che ieri ha fatto segnare un nuovo rialzo del 6,4% a 0,282 euro, con scambi per oltre un miliardo di pezzi. In un giorno è passato di mano quasi il 9% della banca. A spingere gli acquisti è la contendibilità di Rocca Salimbeni, fino a pochi giorni fa simbolo del legame stretto e inscindibile tra politica e azienda: la Fondazione aveva il controllo e s'identificava con il Monte, al punto da rischiare di essere cancellata a causa dei guai della banca dove dal 2008 al 2011 ha investito la stratosferica cifra di 4,5 miliardi, per sostenere senza diluirsi l'acquisto di Antonveneta.
«La forte presa della Fondazione sul Monte era un elemento di vischiosità che gli investitori non apprezzavano - commenta Granata -. Ma il rinnovato interesse è riconducibile anche al momento positivo dei mercati finanziari, all'appeal che l'Italia sta esercitando in questa fase di contesto dinamico e vivace, come dimostra il listino di Borsa, oltre al miglioramento dello spread che incide direttamente sul patrimonio delle banche con Btp in portafoglio». Il Monte ne ha per più di 20 miliardi.
La nuova governance del gruppo presieduto da Alessandro Profumo e guidato dall'amministratore delegato Fabrizio Viola comincia delinearsi intorno al 9% del capitale sindacato da Fondazione Mps (2,5%) e dai due investitori sudamericani, Fintech del messicano David Martinez con il 4,5% e Pactual Europa della brasiliana Btg con il 2. Dietro questo nucleo stabile, al quale non è escluso in prospettiva possa aggregarsi qualche altro compagno di viaggio, c'è il fondo americano BlackRock (5,7% che secondo alcune fonti potrebbe essere già oltre l'8%), poi la compagnia assicurativa francese Axa (3,7%) azionista e partner industriale che ha detto di voler partecipare all'aumento di capitale.
Il resto dell'azionariato è molto frazionato e ne fanno parte sia i fondi entrati in questi ultimi mesi, sia alcuni soci storici che hanno ridotto progressivamente il loro peso, come la famiglia Aleotti (scesa dal 4 all'1%) e Unicoop Firenze (dal 3 all'1%). Profumo e Viola avevano auspicato l'arrivo di investitori stabili finanziari e non industriali. Le ultime mosse della Fondazione Mps sono andate in questa direzione. L'alleanza con Fintech e Pactual, di cui conosceremo i particolari nei prossimi giorni, rappresenta una sorta di nocciolo duro di quella che a tutti gli effetti si sta configurando come una pubblic company. Una delle poche in Italia. E che a diventarlo sia il Monte è la vera notizia.

 

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSImonte-dei-paschi-di-siena-sedeLOGO blackrockantonella mansi ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…