NON DIRE “CATTLEYA” SE NON L’HAI NEL SACCO! - IL FONDO FRANCESE “MEDIAWAN” (CHE FA CAPO ANCHE A XAVIER NIEL) E’ IN TRATTATIVA PER L’ACQUISIZIONE DELLA CASA DI PRODUZIONE DI RICCARDO TOZZI E CRISTINA COMENCINI - L’ANNO SCORSO CI PROVO’ BOLLORE’ MA GLI ANDO’ MALE: LA RICHIESTA FU GIUDICATA ECCESSIVA
Giuseppe Corsentino per “Italia Oggi”
L'anno scorso Vincent Bolloré, già con in testa il progetto di una Netflix europea, non c' è riuscito, neanche mobilitando i suoi amici (allora) di Mediaset. Troppa differenza di prezzo a fronte del rischio certo (per i venditori) di perdere lo «status» di produttori cinematografici indipendenti.
E così Cattleya, una delle più importanti società di produzione italiane (decine e decine di titoli di grande pregio artistico e una cinquantina di milioni di euro di fatturato: ma l' azienda non fornisce dati), controllata da Riccardo Tozzi, il marito della regista Cristina Comencini (e quindi, detto tra parentesi, «patrigno» del ministro Carlo Calenda), da Giovanni Stabilini, uno che ha fatto tutta la sua carriera a Mediaset (ecco spiegata la strategia di Bolloré), da Marco Chimenz, altro manager cinematografico, dalla Universal (con una quota del 20%) e dalla De Agostini (con una quota dell' 8%), è rimasta ai vecchi proprietari.
A un anno di distanza, quello che non è riuscito al patron di Vivendi forse riuscirà ai tre «padroni» francesi di Mediawan, un fondo di private equity quotato alla borsa di Parigi ma abbastanza misterioso nella sua struttura finanziaria (con molte presenze nel capitale di soggetti residenti alle Bahamas e in altri paradisi fiscali) che fa capo a tre uomini d' affari parigini che Bolloré conosce bene.
Si tratta di Xavier Niel, il gran capo di Iliad-Free, l' operatore telefonico che annunciato di voler sbarcare in Italia; di Mathieu Pigasse, banchiere d' affari cresciuto in Banque Lazard, in passato sponda francese di Mediobanca (insieme, i due, hanno salvato con i loro denari il quotidiano Le Monde); e, infine, di Pierre-Antoine Capton, uno che da giovane voleva fare l'attore ed è diventato produttore cinematografico.
CRISTINA COMENCINI E RICCARDO TOZZI
I tre signori di Mediawan (chiamata così, Mediawan, in modo che si capisse solo a pronunciarne il nome, che l' obiettivo era quello di diventare il numero uno - one = wan - dell' industria dei media) hanno avviato trattative serrate con Tozzi e Stabilini (il primo è il presidente, l'altro l' amministratore delegato) per rilevare Cattleya, società di produzione prestigiosa come si diceva prima ma, forse, bisognosa di risorse finanziarie in un mercato difficile come quello del cinema (basta un film che va male o che sfora il budget per mettere in crisi l'equilibrio dei conti, come si sa).
Xavier Niel - Pierre Antoine Capton - Matthieu Pigasse
Il dossier è ancora riservatissimo. Tozzi, più volte sollecitato da ItaliaOggi, s'è rifiutato perfino di rispondere: segno che il deal è in una fase delicatissima, vale a dire la definizione del prezzo che però, questa volta, contrariamente a quanto sarebbe avvenuto con la Vivendi di Bolloré, non deve tener conto dello «status» di produttore indipendente di Cattleya che, in Italia, si perde quando nell'azionariato entrano società di broadcasting (come, appunto, Vivendi che controlla Canal+).
Un fatto è certo: Mediawan è molto interessata a Cattleya anche se, in passato, ci sarebbero stati contatti con l'Editoriale L'Espresso, ma senza esito. La chiave di tutto, cioè della strategia di Mediawan è nello stesso sito del gruppo, laddove si legge che «Mediawan intends to acquire target business or companies in the traditional and digital media content in Europe», vuole investire nei media europei e creare un polo produttivo di contenuti. E i contenuti cinematografici e televisivi di Cattleya sembrano interessare molto ai tre tycoon francesi.