LARGO AI VECCHI! - GALATERI CE L'HA FATTA, E' ANCORA IN CORSA PER LA RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DI GENERALI. CALTA E DEL VECCHIO ERANO FAVOREVOLI AL CAMBIO DELLO STATUTO - MADRON: ''POI NATURALMENTE SI VA TUTTI PER CONVEGNI A LAMENTARE L'ASSENZA DI RICAMBIO GENERAZIONALE''
paolo madron
@paolomadron
Oggi il cda di @GENERALI vota modifica statuto (limite 70 anni) per consentire a Galateri, che ne compirà 72, di restare presidente. Poi naturalmente si va tutti per convegni a lamentare l'assenza di ricambio generazionale
GENERALI: VIA VINCOLI ETÀ, PIÙ VICINA CONFERMA GALATERI
Marcella Merlo per l'ANSA
Generali spiana la strada alla conferma di Gabriele Galateri alla presidenza, salvo un colpo di scena qualora Vivendi lo portasse al vertice di Tim. Nella riunione odierna, alla luce di una lettera firmata da un gruppo di consiglieri, il Cda del Leone ha deliberato di sottoporre alla prossima assemblea di bilancio del 7 maggio la proposta di abrogare il vincolo dei limiti di età per le cariche di presidente (70 anni), amministratore delegato (65) e consigliere (77).
Il voto, pur espresso a maggioranza e non all'unanimità dal board, indica un consenso condiviso fra gli azionisti non solo per lasciarsi le mani libere nella scelta ma anche per rinnovare ancora una volta il mandato a Galateri che compie il prossimo gennaio i 72 anni e ha già superato il limite introdotto sei anni fa nello statuto, sulla spinta di Mediobanca e De Agostini, dopo le esperienze con Cesare Geronzi e, prima, con Antoine Bernheim. Il rappresentante di Piazzetta Cuccia Clemente Rebecchini risulta infatti aver votato a favore della modifica statutaria e Lorenzo Pellicioli (De Agostini) avrebbe scelto la via morbida dell'astensione insieme a Paola Sapienza (Assogestioni).
philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali
L'idea comune - dopo che un nome come quello di Massimo Tononi è stato accantonato col passaggio del manager al vertice della Cdp - è quella, se possibile, di non dover aprire il capitolo del cambio della presidenza evitando così di andare incontro al rischio di sollevare un interesse nella partita da parte della politica dell'attuale governo. Mentre non ci sono poi dubbi sulla conferma dell'a.d Philippe Donnet, che il mese scorso ha visto approvare dal board un apprezzato piano industriale, il confronto dei soci del Leone si concentrerà sulla messa punto da qui alla prossima primavera della lista per il rinnovo del resto del consiglio.
A tirare le fila sarà ancora Mediobanca, primo socio col 13% e senza l'obbligo di cedere l'annunciato 3%, ma peseranno di più i soci privati Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo del Vecchio. Il primo con gli ultimi acquisti effettuati il 7 dicembre è ormai al 4,73% a ridosso della soglia del 5% e con la possibilità di non fermarsi lì. Sul 5% ha invece detto di voler assestarsi il patron di Luxottica, che nel frattempo è arrivato al 3,77 per cento.