GENERALI, DIETRO LA COLLINA – PER CONTROLLARE GENERALI CI SONO TRE VIE: O SI SCALA MEDIOBANCA, O SI SCALA GENERALI O SI LAVORA PER OTTENERE MODIFICHE ALLA LEGGE. ESSENDO LA PRIMA OPZIONE COMPLICATA (BISOGNA ESSERE UNA “ISTITUZIONE FINANZIARIA RICONOSCIUTA DALLA BCE) FRANCESCO MILLERI HA SCELTO LA SECONDA. ORA DELFIN POTRÀ SALIRE AL 20% DEL LEONE. NEL FRATTEMPO CALTAGIRONE “LAVORA” SUL GOVERNO PER FAR CAMBIARE LE NORME SULLE LISTE DEL CDA...
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
Estratto dell'articolo di Walter Galbiati per “la Repubblica”
Cambia la stagione politica e si torna all’assalto dell’ultimo fortino della finanza italiana. Perché se anche Mediobanca non è più quel crocevia di partecipazioni che era sotto la gestione di Enrico Cuccia, ha tuttavia in pancia un grande asset che è il 13% di Generali.
Controllarla vuol dire mettere le mani su un portafoglio di oltre 500 miliardi di euro. Si tratta per lo più di obbligazioni a reddito fisso, una componente residua di azioni, ma anche investimenti in Real estate e tanta liquidità. Decidere come muovere questo portafoglio fa gola a molti, soprattutto a chi vuole lanciare progetti industriali, immobiliari o finanziari che hanno bisogno di finanziamenti importanti.
Ora per controllare Generali ci sono tre vie: o si scala Mediobanca o si scala Generali o, grazie al vento politico che è cambiato, si lavora per ottenere alcune modifiche di legge che impediscano il voto di lista o il voto dei titoli presi a prestito.
Scalare Mediobanca
Scalare la prima è una via più difficile e ardua. Perché per controllare una banca serve innanzitutto il via libera di Banca d’Italia e della Banca centrale europea e chi la controlla deve essere una istituzione finanziaria riconosciuta. […] Nessuno può alzarsi e decidere di fare il banchiere senza il via libera delle autorità di vigilanza.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
Il primo vero malcontento nei confronti della gestione di Mediobanca da parte dell’attuale amministratore delegato Alberto Nagel si è concretizzato tre anni fa, ad ottobre quando si doveva votare il rinnovo del consiglio di amministrazione.
In assemblea si presentava per la prima volta Leonardo Del Vecchio con la sua Delfin con una partecipazione pari al 10% del capitale. E non votò la lista ufficiale, […] ma la lista di Assogestioni. Vinse comunque Nagel che fu rieletto con l’appoggio del mercato e il 45% del capitale, ma fu un primo segnale che ha poi dato vita al rastrellamento sul mercato di titoli Mediobanca e alla costituzione di uno zoccolo duro di azionisti ostili all’attuale management che colleziona circa il 40% del capitale.
La Delfin, oggi partecipata dai figli di Del Vecchio e guidata da Francesco Milleri per volontà di Del Vecchio stesso, possiede il 20% di Mediobanca, raggiunto con l’assenso e il monito della Banca centrale europea a mantenere solo un ruolo di investitore finanziario. […] Francesco Gaetano Caltagirone possiede il 10%, la famiglia Benetton secondo rumors si attesterebbe sotto il 5%, con un gruppetto di altri imprenditori, tra cui Danilo Iervolino, accreditati un altro 5%.
La prossima assemblea di Mediobanca si terrà come sempre a ottobre e dovrà rieleggere il consiglio di amministrazione. Dato per scontato che il cda presenterà la propria lista, eventuali scalatori dovranno convincere un’istituzione finanziaria riconosciuta a presentare una lista alternativa in grado di ottenere prima il consenso della Bce e poi di raccogliere più voti della lista del cda.
danilo iervolino presidente della salernitana 5
Scalare Generali
Una via più semplice, avendo le risorse, è quella di scalare direttamente Generali. E in questo solco si colloca l’ultima mossa di Milleri, ovvero la richiesta all’Ivass, l’autorità che vigila sulle assicurazioni, di salire oltre il 10 nel capitale dell’assicurazione di Trieste.
Una mossa per evitare quanto è andato in scena lo scorso anno ad aprile, quando nella prima grande battaglia per il controllo di Generali, ha vinto nuovamente Mediobanca portando alla rielezione di Philippe Donnet.
Dopo mesi infuocati di raccolta titoli e dichiarazioni, in assemblea si era presentato il 70% del capitale. Nagel grazie all’appoggio del mercato e a un’abile raccolta di titoli in prestito ha coalizzato il 40% del capitale di Generali, mentre alla cordata di Caltagirone e Milleri è andato poco più del 29% […]. E’ chiaro che se Delfin salisse fino al 20%, come è autorizzata a fare (ci vorrebbero 2,8 miliardi per rastrellare il 10%), potrebbero cambiare gli equilibri. E in una convocazione straordinaria […] si potrebbe arrivare a destituire l’attuale consiglio di amministrazione.
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
Agire per legge
La terza via […] è […] cambiare le norme per la presentazione delle liste del cda, sia in Mediobanca che in Generali, o di vietare che i titoli presi in prestito possano essere utilizzati per votare la propria lista.
Si tratta di due proposte di legge che Caltagirone ha caldeggiato più volte e ha cercato altrettante volte di far passare con qualche emendamento. Ad aprile dello scorso anno però al governo c’era Mario Draghi e non era facile avallare un provvedimento che andasse contro il mercato, perché la lista del cda è vista come una lista autonoma, che favorisce gli investitori istituzionali e non subisce gli indirizzi dei soci maggiori. Il contrario di quello che invece auspicano azionisti come Delfin e Caltagirone, ovvero far valere le proprie decisioni in virtù del loro pacchetto azionario.
Ora però il vento è cambiato e l’obiettivo di Caltagirone di creare «una grande multinazionale […] con sovranità italiana » può trovare molto più ascolto a Palazzo Chigi. Non è un caso che Caltagirone sia stato convocato in audizione in Senato per il Ddl Capitali, dove ha nuovamente attaccato la lista del cda […].
REPUBBLICA - DELFIN SALE SOPRA IL 10% DI GENERALI - 3 LUGLIO 2023REPUBBLICA - ASSALTO A GENERALI - 3 LUGLIO 2023GENERALI francesco gaetano caltagirone danilo iervolino presidente della salernitana 3FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE