GENERALI ALLA GUERRA – MENEGUZZO REPLICA AL CORRIERE CON UNA QUERELA: ‘’TRA PALLADIO E IL LEONE NON C'È NESSUN ACCORDO OCCULTO. NÉ È MAI STATA CONTROLLATA DA GENERALI, CHE NON HA MAI NEPPURE DETENUTO AZIONI IN PFH1’’- MUCCHETTI: ‘’CHE COMBINAZIONE! I TITOLI AL PORTATORE VENNERO PORTATI A FONDI ESTERI DEL GRUPPO GENERALI SENZA CHE NESSUNO NÉ A TRIESTE NÉ A VICENZA NE SAPESSE NULLA’’…
- LETTERA DI ROBERTO MENEGUZZO AL "CORRIERE DELLA SERA"
Caro Direttore,
ho deciso di rivolgermi direttamente a Lei per manifestarLe il mio profondo disappunto in relazione ai numerosi articoli a firma Mucchetti che, da circa un anno ormai, stanno determinando una seria lesione della reputazione professionale di Palladio e dei suoi amministratori.
Tali articoli contengono gravi imprecisioni e reiterati travisamenti della realtà che, combinati a una serie di ingiustificate e maliziose allusioni, appaiono finalizzati unicamente e sistematicamente a gettare discredito sulla nostra società . Soffermandoci su quello pubblicato sul «Corriere della Sera» in data 16 Dicembre 2012 dal titolo «I segreti di Generali nell'affare Fonsai», osserviamo quanto segue:
- nessun accordo, né manifesto né occulto, è mai intercorso tra Palladio e Assicurazioni Generali (o esponenti del management di quest'ultima) in relazione all'investimento fatto da Palladio in Fonsai ed alle proposte avanzate in relazione a tale società dalla stessa Palladio e da Sator. A questo riguardo, peraltro, Mucchetti si dimentica di spiegare ai lettori quali mai sarebbero stati scopo e finalità (e dunque il «movente») di tale «patto segreto»: forse il tentativo di Assicurazioni Generali di acquisire e poi mantenere occultamente il controllo di Fonsai? O che altro?
- Palladio non è mai stata controllata da Assicurazioni Generali, che non ha mai neppure detenuto azioni in PFH1;
- alla luce di quanto precede, risulta quanto mai diffamatorio accusare Palladio di non aver adeguatamente informato Isvap o l'Autorità garante della concorrenza e del mercato circa il presunto, e in realtà inesistente, ruolo di Assicurazioni Generali in relazione alla vicenda Fonsai;
- parimenti del tutto incomprensibile (ed in effetti nessuna spiegazione viene data sul punto dallo stesso Mucchetti) e ingiustificato appare l'indebito accostamento della asserita relazione tra Assicurazioni Generali e Palladio ad altre «relazioni» attribuite alla stessa Assicurazioni Generali (quale quella con il Sig. Peter Kellner), nonché la ragione per la quale la prima dovrebbe «introdurre» le seconde;
- sgradevolmente allusiva, oltre che imprecisa, è poi la ricostruzione relativa alla vicenda degli strumenti finanziari emessi da PFH1 e sottoscritti da Hsbc. Come lo stesso Mucchetti riconosce (pure senza attribuire alla circostanza il necessario risalto, in quanto ciò farebbe drammaticamente vacillare la sua affascinante «teoria cospirazionista») si tratta in primo luogo di un'emissione che risale al 2007: porre dunque tale vicenda in correlazione all'operazione Fonsai, posta in essere quasi cinque anni dopo, significa di per sé attribuire maliziosamente a Palladio doti premonitorie straordinarie, di cui purtroppo essa non dispone.
Inoltre e in ogni caso, come Mucchetti avrebbe facilmente potuto accertare, l'emissione in questione era parte di un programma di rafforzamento patrimoniale di Palladio (che ha incluso un aumento di capitale di quest'ultima per 300 milioni) prodromico all'acquisizione (poi sfumata) da parte di Palladio di Hopa nell'ambito di un progetto che avrebbe dovuto portare alla quotazione del gruppo PFH1/Palladio/Hopa.
Gli strumenti finanziari in questione, rappresentati da titoli al portatore negoziati sul circuito Euroclear, vennero dunque sottoscritti da Hsbc non certo in veste di «portagista» di misteriosi investitori, ma con l'obiettivo di collocarli sul mercato ove - per quanto ci consta, posto che certamente non fu Palladio a occuparsi di questi aspetti relativi al collocamento - non arrivarono unicamente a causa della crisi internazionale dei mercati finanziari, che esplose poco dopo (anche questa verità storica, pare sia sfuggita a Mucchetti). Infine, va puntualizzato che detti strumenti non conferivano, non conferiscono e non conferiranno ai rispettivi portatori - anche dopo la loro conversione (nel 2017) - alcun controllo su Palladio;
- contrariamente a quanto si sostiene nell'articolo, la famiglia Amenduni non è né è mai stata socia di Palladio, e dunque - tantomeno - può essere il suo maggior socio industriale.
Questo è quanto. Fino a questo punto avevo deciso di soprassedere ai pur ricorrenti articoli denigratori a opera di Mucchetti, assecondando la nostra indole che tende a non reagire a notizie infondate con iniziative legali; ma riteniamo che il tono diffamatorio e lesivo della reputazione di Palladio e del suo management raggiunto con quest'ultimo articolo non sia ulteriormente tollerabile, anche in ragione degli obblighi che mi sono imposti nell'interesse della Società che rappresento. Le devo quindi preannunciare di aver dato incarico ai nostri consulenti legali di procedere con le più opportune iniziative in sede giudiziaria.
Le chiedo la cortesia di pubblicare questa lettera sul quotidiano che Lei dirige.
Con i migliori saluti.
Roberto Meneguzzo
2 - RISPOSTA DI MASSIMO MUCCHETTI
Che combinazione! I titoli al portatore vennero portati a fondi esteri del gruppo Generali senza che nessuno né a Trieste né a Vicenza ne sapesse nulla... Erano pari al 49% di PFH 1, ma Meneguzzo non si perita di sapere chi si tira in casa. E così, quando entra nell'affare Fonsai, Palladio non ha nulla da dichiarare sui suoi rapporti con la compagnia triestina. Perfetto.
P.S. Amenduni è il maggior socio industriale di Ferak, il veicolo usato da Palladio e dai suoi alleati per operare su Generali.
Massimo Mucchetti
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