TORNA GERONZI, TUTTO E’ PERDONATO! - GLI AZIONISTI DELLE GENERALI, CHE HANNO CACCIATO IL PREVIDENTE CESARONE, ORA DOVRANNO SBORSARE 3 MLD PER PERMETTERE A PERISSINOTTO DI RIACQUISTARE IL RESTANTE 49% DI PPF, JOINT VENTURE COL MAGNATE PETR KELLNER - IL “FINANCIAL TIMES” TAGLIA LE UNGHIE AL LEONE: “L'ESPOSIZIONE NEI CONFRONTI DELL'ITALIA, E IN PARTICOLARE DEL DEBITO PUBBLICO, NE INDEBOLISCONO LA SOLIDITÀ” - E NAGEL, CHE MALSOPPORTA DI NON AVERE POTERE SU PERISSINOTTO, GODE…

1 - GENERALI, PER PPF L'IPOTESI NUOVI SOCI SCIVOLATA IN BORSA
Massimo Restelli per "Il Giornale"

Generali potrebbe risolvere il riassetto della controllata Ppf, dove nel 2014 il magnate ceco Petr Kellner dovrebbe esercitare l'opzione di vendita sul 49%, coinvolgendo nuovi soci. Alcuni «intermediari finanziari» hanno chiesto di investire in Ppf, e Generali sta valutando come procedere, ha detto il group ceo Giovanni Perissinotto agli analisti collegati in conference call all'indomani dei risultati di bilancio. Trieste, ha premesso il top manager, ha tuttavia «più opzioni» a disposizione e in ogni caso confida di superare l'ostacolo con le proprie forze.

«È difficile essere ottimista dopo un anno come il 2011: abbiamo toccato il fondo e ora può iniziare la risalita», ha ammesso Perissinotto, aprendo i lavori della riunione. Lo scorso anno si è chiuso con utili dimezzati a 856 milioni dopo oltre 1 miliardo di svalutazioni, in gran parte dovute alla Grecia (472 milioni) e a Telco-Telecom Italia (307 milioni). Il top manager ha quindi prospettato nel «medio termine» un gruppo con oltre 5 miliardi di risultato operativo.

A non piacere al mercato è stato però il drastico taglio della cedola a 20 centesimi, più bassa rispetto alle attese (30 cent) ed equivalente a un dividend yield dell'1,5%, contro il 5% delle concorrenti Allianz e Axa o il 7% di Zurich. Un dividendo light probabilmente da collegare alla strategia messa in atto da Trieste per allontanare il rischio di una ricapitalizzazione. Troppo poco, però, per Piazza Affari dove ieri il titolo ha perso il 4,63% a un prezzo 12,5 euro, risultando il peggiore del listino.

Margine di solvibilità e andamento tecnico sono comunque migliorati e alcune società di analisi hanno promosso l'andamento del Leone come Kepler ed Equita (giudizio «buy»), mentre JpMorgan, Merrill Lynch e WestLb sono rimaste più prudenti («neutral»). Generali ha registrato «segnali di ripresa» già nei primi due mesi di quest'anno, ha incalzato Perissinotto.

Gennaio e febbraio sono andati «molto bene», ha insistito il direttore finanziario Raffaele Agrusti: l'Italia è cresciuta del 3,2% e l'estero del 22% grazie al marcato recupero della Francia, dopo la battuta d'arresto del 2011 provocata dalla concorrenza alle polizze Vita sferrata dalle banche con i conti correnti remunerati. Tanto che quest'anno Generali punta a un risultato operativo fra i 3,9 e i 4,5 miliardi (+10% su base omogenea), di cui 2,4-2,8 miliardi dovrebbero essere assicurati dal ramo Vita e 1,5-1,9 miliardi da quello Danni.

Quanto ancora a Ppf Perissinotto, posta la premessa che il gruppo troverà al suo interno i 2,5 miliardi necessari per liquidare Kellner, ha lasciato aperta la strada di nuove cessioni. Dopo la vendita di Migdal, che ha sancito l'addio del Leone a Israele, l'attenzione degli analisti è puntata su Bsi, attiva nel private banking, anche per una sua possibile quotazione.

Ieri Perissinotto non si è sbilanciato sulla controllata sottolineando solo l'obiettivo di arrivare nel 2014, dopo l'acquisto del 49% di Ppf, «a un solvency I ratio del 140 per cento». Ppf, ha sintetizzato Agrusti, «non è un debito di gioco. Abbiamo previsto un'acquisizione che porterà significativi contributi per il gruppo».

In sostanza a Trieste non pensa ad alcun aumento di capitale. L'unico motivo per ricorrere ai soci, ha detto Perissinotto, sarebbe se si presentasse un'acquisizione di grandi dimensioni.

2 - GENERALI: FT, PIU' VULNERABILE PER ESPOSIZIONE BOND ITALIA...
(ANSA) - L'esposizione delle Generali nei confronti dell'Italia, e in particolare del debito pubblico del nostro Paese, indeboliscono la solidità del Leone di Trieste. E' quanto afferma il Financial Times nella Lex Column dedicata alla compagnia guidata da Giovanni Perissinotto in cui afferma che anche "i grandi dell'Italia sono vulnerabili".

"Ci sono stati pochi motivi fino ad oggi per contestare il conservatorismo e la forza delle Generali, il più grande gruppo assicurativo del Paese per premi incassati. Ma i suoi
investimenti, non da ultimo nei bond governativi, si sono dimostrati meno super-sicuri di quanto sembrassero una volta" scrive il quotidiano londinese.

Il Financial Times ricorda che l'indice di solvibilità, "che è rimbalzato con il ridursi degli spread sui bond italiani dal 117 di fine anno, è a mala pena robusto al 132%" e che "sollevarlo sopra il 150%" dovrebbe essere "la priorità" di Perissinotto. "Il taglio dei dividendi dovrebbe aiutare" ma "la principale speranza" è quella di una "migliore redditività", scrive il Ft, che giudica "plausibili" i target sui profitti operativi.

I titoli delle Generali "non quoteranno molto sopra 1,3 volte il valore di libro a meno che Perissinotto non raggiunga gli obiettivi". Fermo il nodo dell'"esposizione al debito domestico, che è tanto nelle mani del governo tecnocratico dell'Italia quanto nelle sue".

 

PERISSINOTTO E GERONZI PERISSINOTTO E CESARE GERONZI Petr_KellnerAGRUSTIALBERTO NAGEL

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