bollore berlusconi

C'È UN BISCIONE NEL CONGELATORE - IL GOVERNO CHIEDE AL TAR DI CONGELARE LA DECISIONE SU MEDIASET-VIVENDI E DUNQUE DI NON SCONGELARE IL 20% IN MANO A BOLLORÉ, IN OTTEMPERANZA ALLA DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA UE - DOPO LA SALVA-MEDIASET, UN'ALTRA MOSSA A FAVORE DI BERLUSCONI, CHE CONTA DI CHIUDERE UN ACCORDO TOMBALE CON I FRANCESI E NON VUOLE UNA PRONUNCIA SFAVOREVOLE

 

 

https://www.adginforma.it/

 

In Italia può un’impresa, anche attraverso società controllate o collegate, fare ricavi che superino il 20% del sistema integrato delle comunicazioni (Sic)? E può un’impresa, anche attraverso società controllate o collegate, i cui ricavi nel settore delle telecomunicazioni sono superiori al 40 per cento dei ricavi complessivi di quel settore, conseguire nel Sic ricavi superiori al 10 per cento? La risposta, fino a quest’estate, era certamente no. E questo in forza della Legge Gasparri.

 

berlusconi bollore vivendi mediaset

Poi, a settembre 2020, è arrivata la sentenza della Corte di Giustizia europea che di fatto ha abbattuto i “muri” eretti dalla Gasparri definiti “sproporzionati”. E ora il futuro è tutto da scrivere. I big delle tlc potrebbero fare la voce grossa nel campo dei mass media. E – come hanno fatto subito notare da Mediaset – con le porte girevoli lo stesso è valido anche al contrario. Ma soprattutto nel frattempo – ed è questo l’arduo compito del legislatore – i veri giganti in Italia avanzano dal web…

 

Il governo italiano, dunque, su “invito” di Bruxelles deve legiferare. E inserendo nel “decreto Covid” un emendamento subito ribattezzato “anti-scalata” o – se preferite – “salva Mediaset” ha deciso di prendersi un po’ di tempo consegnando all’Agcom il potere di avviare un’istruttoria – da chiudere entro sei mesi – per verificare eventuali “effetti distorsivi o posizioni lesive del pluralismo” nel settore della comunicazione. Sì perché nel frattempo i francesi di Vivendi – costretti nel 2017 dall’Agcom a parcheggiare in Simon Fiduciaria parte delle azioni Mediaset – si apprestano a tornare nella piena titolarità sia del 23,9% di Tim sia del 28,8% del “Biscione”.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

E non a caso proprio in queste ore l’Avvocatura dello Stato ha chiesto al Tar – che dovrebbe decidere il 16 dicembre prossimo – di non “scongelare” tutte le azioni dei francesi destinati a questo punto a riprendersi la scena nel BelPaese. In primavera, infatti, si rinnovano i cda sia di Telecom sia di Mediaset. E nel frattempo il management Vivendi ha rifatto capolino in Italia facendosi precedere da due missive: una al governo minacciando un ricorso a Bruxelles sull’emendamento “anti scalata”; e l’altra alla Commissione europea perché mantenga alta l’attenzione su quanto avviene al di sotto della Alpi.

 

Un ruolo, infine, lo giocheranno anche l’Agcom – che il 14 dicembre (come scrive Andrea Biondi su Il Sole 24 Ore) dovrebbe aprire un’istruttoria proprio in forza del recente emendamento del governo – ma anche le sentenze attese a gennaio sulla querelle Vivendi-Mediaset. A Cologno, in particolare, sono convinti che il giudice quantificherà un maxi-risarcimento per il mancato acquisto da parte di Vivendi di Premium Mediaset. Un assegno che – aggiunto alle notevoli perdite subite in Borsa dai francesi in questi anni – potrebbe anche cambiare le velleità nella campagna d’Italia. Insomma, la “partita” entra nel vivo, e se Mediaset e Vivendi vogliono trovare un accordo tombale sul filo di lana dovranno farlo nei prossimi giorni. Prima che la palla passi definitivamente alle Authority e soprattutto ai Tribunali…

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...