petrolio germania olaf scholz rosneft

IL PETROLIO È MIO E ME LO GESTISCO IO – IL GOVERNO TEDESCO HA PRESO IL CONTROLLO DEGLI IMPIANTI DEL GRUPPO RUSSO ROSNEFT PRESENTI NEL PAESE, TRA CUI TRE RAFFINERIE – PER IL GOVERNO SCHOLZ GLI IMPIANTI, CHE GARANTISCONO IL 12% DELLA CAPACITÀ DI RAFFINAZIONE DELLA GERMANIA, AVREBBERO POTUTO RAPPRESENTARE UN ALTRO STRUMENTO DI RICATTO DA PARTE DI PUTIN – IL GIGANTE PETROLIFERO RUSSO HA ACCUSATO BERLINO DI UN "ESPROPRIO FORZATO"

1 – GERMANIA, PRESO IL CONTROLLO DI ROSNEFT DEUTSCHLAND

Isabella Bufacchi per “Il Sole 24 Ore”

Rosneft Deutschland

Il governo tedesco ha preso ieri il controllo di Rosneft Deutschland, una delle più grandi società petrolifere in Germania, ponendola sotto l’amministrazione fiduciaria dell’Agenzia federale delle reti. Sono finite sotto l’Agenzia anche le quote di Rosneft Deutschland (che lavora il 12% del petrolio in Germania) in tre raffinerie: PCK Schwedt (54%), MiRo in Karlsruhe (24%) e Bayernoil in Vohburg (28,57%).

 

OLAF SCHOLZ

Gli obiettivi di questa operazione, come affermato ieri dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Economia Robert Habeck, sono diversi: la sicurezza energetica nazionale, la continuità delle transazioni commerciali e delle forniture di petrolio in Germania, la messa in sicurezza dell’approvvigionamento.

 

L’amministrazione fiduciaria, consentita per legge nell’interesse generale, non consente più a Rosneft di gestire in Germania «un’infrastruttura critica per il settore dell’energia a servizio della comunità». Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, fornitori, compagnie di assicurazione, banche, società di informatica e clienti vari non hanno più voluto avere rapporti con Rosneft e neanche con le sue controllate in Germania, mettendo in pericolo la distribuzione del greggio in Germania.

 

Rosneft Deutschland

Il governo è ora pronto a una reazione della Russia: Mosca potrebbe decidere, come ritorsione, di bloccare le forniture di petrolio, ma la Germania ha già accumulato scorte strategiche per coprire 90 giorni. La quota delle importazioni di greggio russo è già stata ridotta in modo significativo rispetto al 40% d’inizio anno, assicura il ministero guidato da Habeck, e dal primo gennaio 2023 la Germania, come la Polonia, non acquisterà più petrolio russo: «la Russia non è un fornitore affidabile di energia, usa le forniture di materie prime energetiche come un’arma e sconvolge i prezzi e i mercati».

 

ROSNEFT

Il governo si è attivato aprendo fonti alternative alla Russia: oltre all’oleodotto di Druzhba (dove transita il petrolio russo), la raffineria PCK di Schwedt può lavorare petrolio greggio attraverso l’oleodotto dal porto di Danzica (Polonia), dal porto di Rostock e dal Kazakistan. Negli ultimi mesi, la raffineria PCK di Schwedt ha già pompato e lavorato vari tipi di greggio non russo. Altri importanti fornitori di greggio sono: Norvegia (quota di importazione gennaio-luglio 2022 al 15%), Stati Uniti (quota di importazione 2022 gennaio-luglio 13%) , Usa e Regno Unito (9%), Libia (5%) e Nigeria (4%). Inoltre il 10% circa del greggio lavorato in Germania fino al luglio 2022 è arrivato dal Kazakhstan.

 

ROSNEFT

L’amministrazione fiduciaria, spiega una nota del ministero BMWK, ha un impatto benefico anche per gli altri azionisti delle raffinerie coinvolte, tra i quali Eni. Gli azionisti di PCK sono: Rosneft Deutschland con il 37,5%, Shell con il 37,5%, AET Raffineriebeteiligungs-Gesellschaft con il 25% (composta a sua volta da Rosneft Refining & Marketing GmbH ed Eni Deutschland GmbH con l’8,33%). Gli azionisti di MiRo a Karlsruhe sono: Rosneft 24%, Shell 32,25%, Esso 25%, Phillips 66 Continental Holding Hamburg 18,75%. Gli azionisti della raffineria Bayernoil sono Rosneft al 28,57%, Varo al 51,4% ed ENI al 20 per cento.

 

olaf scholz

Il piano del governo Spd-Verdi-Fdp per la sicurezza energetica va molto oltre Rosneft. È imminente la nazionalizzazione del colosso Uniper, uno dei maggiori clienti della Russia che ora deve diversificare. Uniper ha raggiunto un accordo con Woodside, società australiana di gas naturale liquefatto, ma non basta per salvarsi: il governo dovrà rilevare una quota maggiore del 30% in Uniper e, stando a Reuters, andare oltre una spesa da 19 miliardi. Sarebbero sull’orlo della nazionalizzazione altre due società tedesche attive nel gas: VNG, filiale di importazione di gas di EnBW, e Securing Energy for Europe, nota come Gazprom Germania.

 

2 – ENERGIA: ROSNEFT ACCUSA GERMANIA DI 'ESPROPRIO FORZATO E ILLEGALE' =

Rosneft Deutschland

(Adnkronos/Dpa) - Il gigante petrolifero statale russo Rosneft ha accusato la Germania di aver intrapreso un "esproprio forzato" di due delle sue filiali tedesche, in seguito alla decisione di Berlino di porre le società sotto il controllo dello Stato. Rosneft ha definito "illegale" il sequestro delle sue infrastrutture di raffinazione del petrolio in Germania e ha annunciato che intraprenderà azioni legali per proteggere i suoi beni.

 

Il governo tedesco ha posto le due società in amministrazione fiduciaria venerdì scorso, ponendo di fatto la raffineria di petrolio PCK nella Germania orientale sotto il controllo della Federal Network Agency, l'ente regolatore del settore energetico del Paese.

 

olaf scholz vladimir putin

"ROSNEFT considera questa decisione una violazione di tutti i principi fondamentali dell'economia di mercato, le basi civili di una società moderna costruita sul principio dell'inviolabilità della proprietà privata", si legge nel comunicato. Il gruppo ha sottolineato di aver sempre rispettato i propri obblighi legali e contrattuali e che farà di tutto per proteggere gli interessi dei propri azionisti.

 

Allo stesso tempo, ROSNEFT ha ammesso che la decisione di Berlino significa che non è più possibile "garantire la sicurezza industriale ed ecologica dell'impianto", anche se ha aggiunto di essere pronta a negoziare un nuovo contratto con il governo tedesco a determinate condizioni.

Olaf Scholz E Vladimir PutinVLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…