
GRANDI MANOVRE SU TELECOM – CHI SI È COMPRATO IL 5% DI TIM MESSO SUL MERCATO DA VIVENDI? I RIFLETTORI SONO PUNTATI SU POSTE E CVC, ENTRAMBI MOLTO INTERESSATI AL RIASSETTO DELLA COMPAGNIA – IL FONDO INGLESE GIÀ IN PASSATO AVEVA PUNTATO TIM ENTERPRISE, MENTRE POSTE È INTERESSATA A UNA SINERGIA INDUSTRIALE NELL’AREA CONSUMER: CHE POTREBBE ESSERE PRESTO SCORPORATA E MESSA A DISPOSIZIONE DEI FRANCESI DI ILIAD – OCCHIO ALLA SOGLIA DEL 25%, OLTREPASSATA LA QUALE SCATTA L’OBBLIGO DI OPA
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Riflettori accesi su Tim dopo che venerdì scorso il gruppo francese Vivendi ha annunciato di essere sceso di oltre il 5% nell’azionariato, dal 23,75% al 18,3%. Una prima tranche è stata ceduta martedì 18 marzo e il resto nelle sedute successive.
I titoli potrebbero essere andati sul mercato però gli operatori di Borsa fanno notare che il prezzo del titolo, da martedì a venerdì, è sceso solo da 0,3 a 0,29 euro nonostante il forte flusso in vendita.
È dunque possibile che qualcuno le abbia raccolte ma non abbia ancora dichiarato il possesso visti le soglie e i tempi concessi dalla Consob per le comunicazioni di Borsa. Inoltre, a quanto risulta a Repubblica , sia Poste sia il fondo inglese di private equity Cvc guidato in Italia da Giampiero Mazza, sono […] interessati a un riassetto di Tim e potrebbero entrambi essere già in movimento.
Fonti vicine a Poste fanno sapere che non ci sono state attività sul titolo Tim nei giorni scorsi mentre Cvc non è stata disponibile per un commento. Comunque non si può escludere che nei prossimi giorni o settimane possano avvenire altre operazioni simili a quella vista settimana scorsa, con Vivendi in ulteriore discesa nel capitale.
In ogni caso qualsiasi riassetto deve passare attraverso il mercato perché chiunque compra non vuole incorrere nel rischio di un’azione di concerto con conseguente obbligo di Opa, visto che la soglia è fissata al 25%.
Secondo le fonti finanziarie interpellate la situazione finale sarebbe tenuta sotto controllo grazie alla successiva conversione delle azioni di risparmio, ancora da definire nelle modalità operative, ma che comunque comporterebbe una significativa diluizione di tutti i soci presenti nel capitale. Il valore di mercato delle azioni di risparmio emesse a suo tempo è di 1,98 miliardi che si confronta con una capitalizzazione dei titoli ordinari di 4,46 miliardi.
La società guidata da Matteo Del Fante il 15 febbraio scorso ha preso il posto di Cdp, diventando il secondo socio di Tim, con circa il 10% del capitale. E nel cda in programma mercoledì 26 marzo si potrebbe ancora parlare del futuro della società telefonica.
Poste ha un interesse industriale nel partecipare allo sviluppo della società di tlc del paese, soprattutto nell’area consumer, dove esistono sinergie con il suo operatore Poste Mobile. Mentre Cvc da mesi studia il dossier Tim avendo già fatto in passato un’offerta per Tim Enterprise.
L’ipotesi più accreditata è che la divisione consumer possa essere in futuro scorporata dal resto del gruppo per far confluire in essa i francesi di Iliad Italia, che già da tempo corteggiano il gruppo guidato da Pietro Labriola. In questo modo si otterrebbe l’obiettivo di far scendere da quattro a tre gli operatori infrastrutturati in Italia, considerato un fattore chiave per ridare fiato alle compagnie telefoniche sul fronte dei prezzi. Anche se l’operazione dovrà passare al vaglio dell’antitrust europeo che potrebbe imporre dei rimedi.