discovery warnermedia

LA GUERRA DELLO STREAMING PARLA AMERICANO – LA FUSIONE TRA DISCOVERY E WARNER-MEDIA DIMOSTRA COME IN EUROPA NON ESISTANO PROTAGONISTI CAPACI DI COMPETERE CON I CAPITALI MESSI IN CAMPO DAI BIG DI HOLLYWOOD E DELL'HIGH-TECH MADE IN USA: CON UNA SPESA DI 20 MILIARDI L'ANNO WARNER-MEDIA SUPERA NETFLIX, IL CUI BUDGET ATTUALE È DI 17 MILIARDI - CIFRE DA CAPOGIRO SE SI PENSA CHE L’ANNO SCORSO MEDIASET HA REALIZZATO RICAVI PER 2,6 MILIARDI DI EURO. UN GAP DI CUI SONO RESPONSABILI LE…

Maria Teresa Cometto per “L’Economia - Corriere della Sera”

 

DISCOVERY - WARNER MEDIA

Nella guerra sui contenuti, alla fine resteranno forse solo tre o quattro grandi gruppi globali capaci di crearli e distribuirli direttamente ai consumatori. L' ha detto il cowboy John Malone, veterano dell' industria dei media, a commento della fusione fra Discovery - società da lui controllata - e WarnerMedia. E quei tre o quattro gruppi globali saranno tutti americani - si può facilmente prevedere - perché in Europa non esistono protagonisti capaci di competere con i capitali messi in campo dai Big di Hollywood e dell' high-tech made in Usa.

 

Unica consolazione per il Vecchio Continente: il talento dei suoi creativi è super ricercato dai colossi americani che stanno investendo cifre astronomiche per produrre contenuti autentici locali, graditi dal pubblico europeo.

SUN VALLEY CONFERENCE BEN SILBERMANN DI PINTEREST DAVID ZASLAV DI DISCOVERY COMMUNICATION E DAVID STERN DI NBA

Il matrimonio Warner-Discovery, annunciato la settimana scorsa, è l' ultimo esempio di come, in questa guerra, i tradizionali media stiano cercando di sopravvivere, mentre cala il numero di chi guarda la vecchia tv e va nelle sale cinematografiche.

 

Nel caso specifico è anche il frutto della necessità del gruppo telecom At&t di focalizzarsi sulla sua attività principale - la telefonia cellulare e le connessioni Internet a banda larga, fonti della maggioranza dei suoi profitti - abbandonando le ambizioni di essere un gruppo verticale integrato. Per questo At&t ha deciso lo spinoff della sua divisione WarnerMedia e la sua fusione con la controllata di Malone.

 

Rafforzare la produzione di contenuti originali da offrire in streaming, con investimenti da 20 miliardi di dollari l' anno, è la strategia annunciata dal ceo della nuova società David Zaslav, oggi a capo di Discovery. Da At&t riceve in dote - oltre agli studios Warner Bros. e ai canali tv ex Turner come Cnn - il servizio di video online Hbo Max che, lanciato l' anno scorso, ha finora raggiunto 10 milioni di abbonati. Un patrimonio che si aggiunge ai canali tv di Discovery e al suo servizio di streaming Discovery+, che conta 15 milioni di utenti.

JOHN MALONE

 

Con una spesa di 20 miliardi di dollari l' anno Warner-Media supera perfino Netflix, il cui budget attuale è di 17 miliardi, mentre quello di Disney per la sua piattaforma online Disney Plus è 9 miliardi e quello di Apple per la sua TV+ si aggira sui 6 miliardi.

 

Intanto Amazon, che l' anno scorso ha speso 11 miliardi per i servizi Prime di video e musica in streaming, secondo voci di mercato intende comprare per 9 miliardi di dollari la casa di produzione hollywoodiana Metro-Goldwyn-Mayer, che possiede una delle più vaste cine-librerie del mondo, compresi i film di James Bond.

 

amazon pronta ad acquistare la metro goldwyn mayer

Sono cifre da capogiro, confrontate ai fatturati dei gruppi europei che cercano di sviluppare aggregazioni internazionali. Per esempio l' italiana Mediaset, che sogna di creare un nuovo broadcaster paneuropeo, l' anno scorso ha realizzato ricavi per 2,6 miliardi di euro.

Un problema dell' Europa è la quantità di misure prese dalle autorità dei diversi Paesi per difendere la diversità delle produzioni locali, ostacolando anche le fusioni e acquisizioni, spiega Gerard Pogorel, professore emerito di Economia all' Institut polytechnique di Parigi, su The European journal. «Quelle misure, la cui ragione d' essere non va dimenticata, devono essere tuttavia attentamente rivalutate alla luce delle nuove realtà del mondo digitale», avverte lo studioso.

jeff bezos di amazon

 

Le nuove realtà si sono ulteriormente rafforzate durante la clausura domestica imposta dalla pandemia, che ha visto esplodere il numero di abbonamenti ai servizi di streaming. Netflix ha raggiunto 208 milioni di utenti in 190 Paesi; anche Amazon Prime video ne ha circa 200 milioni con la stessa presenza globale, mentre Apple TV+ è attorno a quota 40 milioni e il nuovo Disney Plus in pochi mesi ha conquistato 104 milioni di abbonati. In tutto il mondo i servizi di streaming hanno superato 1 miliardo e 100 milioni di sottoscrizioni, quasi il triplo dei 400 milioni nel 2016, secondo l' organizzazione americana dei produttori cinematografici (Motion picture association).

La fetta più consistente di abbonati risiede negli Usa e in Canada, dove il mercato è quasi saturo: il consumatore americano medio paga per quattro servizi di video in streaming, secondo una ricerca di Deloitte pubblicata il mese scorso.

 

Per questo tutti i protagonisti di questa guerra, da Netflix, ad Amazon, da Disney ad Apple ed Hbo max, stanno investendo miliardi di dollari per creare all' estero contenuti «diversi». Hanno capito che non basta più la vecchia formula di esportare film hollywoodiani e serie tv americane, limitandosi a doppiare i dialoghi nella lingua degli altri Paesi. Il nuovo paradigma punta su produzioni locali, pur sempre realizzate con la massima qualità di Hollywood.

 

Netflix

La strategia funziona, a giudicare dai risultati di Netflix nel primo trimestre 2021: l' 89 per cento dei 4 milioni di nuovi clienti vive non negli Usa o in Canada e la sua nuova serie più vista è stata «Lupin», un thriller francese girato a Parigi. Circa metà dei nuovi contenuti di Neflix è sviluppata e prodotta fuori dall' America e il 38 per cento non è in inglese, secondo uno studio di Ampere analysis. A proposito delle serie e dei film internazionali, «più sono locali e più hanno probabilità di avere successo in giro nel mondo», ha detto Ted Sarandos, il co-ceo e responsabile contenuti di Netflix.

 

Un trend simile lo registra Amazon: il numero degli abbonati internazionali di Prime Video è aumentato dell' 80% nel 2020 rispetto all' anno prima; e il volume dei suoi contenuti originali, prodotti in lingua locale, è raddoppiato ogni anno dal 2017 in poi.

antenne mediaset ei towers

La stessa Disney ha appena annunciato il lancio di 50 progetti internazionali per la sua piattaforma digitale.

È una pioggia di dollari che sta «comprando» tutti i professionisti disponibili in Europa - scrittori, registi, attori, tecnici - e mettendo in ulteriori difficoltà i media del Vecchio Continente.

pier silvio berlusconi ai palinsesti mediaset 2018 netflix netflix e disney + 3AD NETFLIX REED HASTINGSnetflixnetflix e disney + 1netflix e disney + 2netflix e disney + 1netflix e disney + 4

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