di maio salvini guzzetti

“IN ALITALIA LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI NON DEVE METTERE UN EURO PER NESSUNA RAGIONE” - GUZZETTI SCHIERA LE FONDAZIONI (AZIONISTA CDP AL 16%) CONTRO L’OPERAZIONE VOLUTA DAL GOVERNO - A QUESTO PUNTO A DI MAIO RESTANO POCHE CHANCE ANCHE PERCHÉ LA COMMISSIONE UE NON SEMBRA INTENZIONATA A CONCEDERE PROROGHE SULLA RESTITUZIONE DEL PRESTITO-PONTE IN SCADENZA A FINE ANNO

Gian Maria De Francesco per “il Giornale”

 

GUZZETTI

Il cda di Ferrovie dello Stato ha presentato l'offerta per l'acquisto dei rami d'azienda Alitalia-Sai e Alitalia Cityliner. L'ad Gianfranco Battisti ha così dato seguito ai desiderata del ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, avanzando la proposta proprio alla vigilia ella scadenza del termine della procedura di vendita. Tuttavia manca ancora il partner internazionale per l'ennesima newco che dovrà rinascere dalle ceneri del precedente vettore. Delta ed Easyjet sarebbero le compagnie maggiormente interessate. Occorrono infatti almeno 2 miliardi e servirebbe l'aiuto di Cdp per il rinnovo della flotta

Gianfranco Battisti

 

Ma proprio la Cassa è un fronte problematico. «L'ho detto e lo ripeto, è diventato un ritornello e sul punto siamo rigidissimi: in Alitalia la Cassa depositi e prestiti non deve mettere un euro per nessuna ragione», ha ribadito a margine della presentazione dell'indagine Gli italiani e il risparmio. «Siccome sono votazioni con maggioranza qualificata, il sistema delle Fondazioni - ha aggiunto - mi ha già dato mandato di dire che noi non voteremo investimenti» nella compagnia aerea.

 

giovanni tria a porta a porta 4

Un «no» pesante, come detto, perché anticipa il veto dell'azionista di minoranza della Cdp (le Fondazioni detengono solo il 16%) a eventuali fughe in avanti del top management. Guzzetti, nel compiere il passo d'addio, è comunque riuscito a farsi interprete non solo dei malumori del mondo finanziario nei confronto di una gestione dissennata del risparmio amministrato da Via Goito, ma è riuscito anche a rappresentare il malcontento del Nord produttivo (un tempo leghista) nei confronti di nazionalizzazioni dall'esito incerto.

 

DI MAIO SALVINI

Al «no» di Guzzetti ieri hanno fatto seguito anche quelli di due aziende pubbliche di primo piano che indiscrezioni di stampa avevano indicato come potenziali partner di Ferrovie. Sia Eni sia Leonardo, infatti, hanno smentito come «privo di fondamento» qualsiasi ipotesi di ingresso nel capitale della compagnia aerea in amministrazione straordinaria. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, il cui ruolo di socio di maggioranza è stato «scavalcato» dall'attivismo del ministro Di Maio sul fronte Alitalia, ha fatto pesare in questo modo la propria personale sfiducia nella soluzione «fatta in casa».

 

A questo punto al ministro Luigi Di Maio restano poche chance anche perché la Commissione Ue non sembra intenzionata a concedere proroghe sulla restituzione del prestito-ponte in scadenza a fine anno. Un finanziamento che il ministro Di Maio vorrebbe convertire in equity.

 

Gianfranco Battisti

Un potenziale partner pare venuto meno. «Per noi un investimento in Alitalia con lo Stato italiano è fuori discussione», ha detto l'ad di Lufthansa Carsten Spohr nel corso di una conference call aggiungendo tuttavia che «le partnership commerciali» sono ancora da studiare. Un portavoce del gruppo tedesco ha successivamente affermato che le partnership potrebbero assomigliare agli accordi di Lufthansa con altre compagnie aeree della Star Alliance. Insomma, ci sono poche strade da percorrere se non quella dell'ennesima pasticcio statalista all'italiana.

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