1. ECCO CHI SONO I 20 INDAGATI PER IL CROLLO DEL PONTE: CI SONO I VERTICI DI "AUTOSTRADE", COINVOLTI ANCHE I FUNZIONARI DEL MINISTERO: RISCHIANO 30 ANNI DI GALERA - ALLA SOCIETA’ CONTROLLATA DAI BENETTON SI CONTESTA ANCHE L’OMICIDIO STRADALE PLURIMO E LA VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA SICUREZZA DEL LAVORO - SOTTO LA LENTE DEI PM LE CHAT DEI DIRIGENTI DI AUTOSTRADE IN CUI SI FA RIFERIMENTO ALLA SICUREZZA DEL PONTE MORANDI E I VERBALI DEI CDA – I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI
Giacomo Amadori per la Verità
A 23 giorni dal crollo del ponte Morandi sono arrivate le annunciatissime iscrizioni sul registro degli indagati. Ieri la Procura di Genova ha inviato a 20 dirigenti di Autostrade, della controllata Spea engineering, del ministero delle Infrastrutture e trasporti e del Provveditorato ligure delle opere pubbliche l' invito (che vale come avviso di garanzia) a partecipare all' incidente probatorio irripetibile che verrà realizzato sulle macerie del ponte prima del suo abbattimento.
GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI
Il confronto tra accusa e difese avverrà alla presenza dei manager e dei tecnici sotto inchiesta assistiti da avvocati e consulenti e dei rappresentati della società Autostrade a cui viene contesta la violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Prevista anche la presenza dei rappresentanti delle 59 parti offese (43 defunte e 16 che hanno riportato lesioni più o meno gravi).
Il procuratore di Genova Francesco Cozzi ha annunciato la presenza di due nuove contestazioni: l' omicidio stradale colposo multiplo e la contestazione della legge 231 per le società, per la violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. La motivazione la spiega lo stesso Cozzi alla Verità: «È collegato con il fatto che subito prima del crollo sul ponte era allestito un cantiere di lavoro. Non importa che, per fortuna, non sia morto nessun operaio. Per i principi della Cassazione è irrilevante che nell' area del cantiere, qualora pericolosa, abbia trovato lesioni o morte un lavoratore, la vittima può essere anche un estraneo».
Il reato più grave contestato è l' omicidio stradale colposo plurimo che può essere sanzionato con pene fino a 18 anni di carcere. Il disastro colposo può arrivare a 12 anni e l' attentato alla sicurezza dei trasporti con conseguente disastro è punibile sino a 10 anni. «Essendoci più reati ed essendoci un concorso formale la pena massima può essere applicata sino al triplo, ma non può superare i 30 anni per legge», puntualizza l' avvocato Piergiorgio Assumma, presidente dell' Osservatorio nazionale vittime di omicidio stradale.
Prosegue Cozzi: «Riteniamo che nella materia della sicurezza stradale rientri anche la sicurezza del sedime stradale, cioè dell' infrastruttura soprattutto di un ponte su cui si svolge la circolazione stradale. La sicurezza non riguarda soltanto l' insieme delle regole che attengono i comportamenti dei conducenti, ma può riguardare anche estranei, come è pacifico secondo la dottrina e una prima giurisprudenza: anche un addetto a un cantiere o al rifacimento delle righe qualora sia negligente imperito o imprudente risponde dell' omicidio stradale».
A maggior ragione può riguardare chi ha permesso la circolazione stradale su un' infrastruttura che presenta profili di pericolo concreto per chi vi circola sopra. Qualche legale già arriccia il naso, ma l' avvocato Assumma dà ragione alla Procura: «Il primo comma dice che commette omicidio stradale chi viola le norme sulla disciplina della circolazione stradale e l' articolo 14 del codice della strada prevede gli obblighi del manutentore. A confermare questa interpretazione esiste una circolare del ministero dell' Interno del 25 marzo 2016 e un parere del Consiglio del di Stato».
il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi
L' incidente probatorio avverrà dopo che saranno terminate le notifiche di richiesta dell' incidente probatorio.
L' elenco dei nomi è presto fatto ed è in gran parte simile a quello già anticipato domenica da questo giornale. Nella lista ci sono il direttore generale del Mit per la vigilanza sulle concessionarie autostradali Vincenzo Cinelli, il suo predecessore Mauro Coletta; il direttore della Prima divisione Bruno Santoro (Vigilanza Tecnica e operativa della rete autostradale in concessione); il direttore della quarta divisione (Analisi e investimenti) Giovanni Proietti; il responsabile dell' Ispettorato di Genova Carmine Testa, il provveditore ligure Roberto Ferrazza e altri due ingegneri del provveditorato; l' amministratore delegato di Autostrade per l' Italia Giovanni Castellucci;
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
il responsabile centrale delle operazioni di Aspi Paolo Berti, il capo dell' ufficio Manutenzione e interventi Michele Donferri e il suo predecessore Mario Bergamo, più due ingegneri che tenevano i rapporti con i consulenti di Cesi e Politecnico e che potrebbero aver sottovalutato il contenuto dei dossier con gli allarmi; il direttore del tronco di Genova (dove è avvenuto il disastro) Stefano Marigliani e altri due dirigenti dello stesso ufficio (Paolo Strazzullo e Riccardo Rigacci). Nella distinta compaiono pure tre dirigenti della Spea Engineering, la controllata di Autostrade che ha realizzato il progetto e redatto report trimestrali sulla sicurezza: gli inquirenti hanno inserito nell' elenco degli indagati il responsabile del progetto Massimiliano Giacobbi e l' autore del piano sicurezza Massimo Bazzarelli.
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Gli investigatori del Primo gruppo della Guardia di finanza agli ordini del colonnello Ivan Bixio stanno esaminando il materiale sequestrato agli indagati, in particolare le chat dei dirigenti di Autostrade in cui in modo più o meno esplicito si fa riferimento alla sicurezza del Morandi. Ma alcune frasi, soprattutto su Whatsapp, sembrano sottintendere o completare discorsi avvenuti a voce e per questo andranno contestualizzate, magari durante gli interrogatori, anche se vengono considerate di possibile interesse per le investigazioni.
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Importanti, come avevamo anticipato, anche i verbali del cda e in particolare quello dell' ottobre 2017, consiglio in cui si discusse il progetto di «retrofitting» del ponte. Gli investigatori hanno messo sotto osservazione la presentazione di circa 3 pagine del direttore Donferri, mentre nelle mail verranno recuperati gli allegati inviati ai consiglieri a supporto della relazione. Il materiale servirà a determinare quanto fossero consapevoli del rischio sicurezza i membri del cda. Per lo stesso motivo i finanzieri stanno cercando anche tutte le carte a supporto della prima proposta di rifacimento del ponte risalente al 2015.
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