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L’INTERVISTA-BOMBA CHE CAMBIA LE SORTI DI CALCIO E CINEMA MONDIALI - L’UOMO PIÙ RICCO DI CINA, WANG JIANLIN, ANNUNCIA CHE IL GRUPPO WANDA ‘NON INVESTIRÀ PIÙ ALL’ESTERO. SPENDEREMO SOLO IN PATRIA’ - È L’EFFETTO DELLA STRETTA DI XI JINPING ALLA VIGILIA DEL CONGRESSO, E TRAVOLGE DECINE DI MILIARDI DI INVESTIMENTI, DAL GRUPPO INFRONT (SERIE A) AI CINEMA EUROPEI E AMERICANI - L’INTER DI SUNING? ‘SPESA IRRAZIONALE’, SECONDO LA TV CINESE
Wang Jianlin Quingdao Oriental Movie Metropolis
1. LA CINA CHIUDE I RUBINETTI ALL’ESTERO, IL GRUPPO WANDA PROMETTE: INVESTIREMO SOLO IN PATRIA. CHE NE SARÀ DI CALCIO E CINEMA OCCIDENTALI?
DAGONOTA - Nessun giornale italiano ha raccontato una delle notizie più rilevanti arrivate dalla Cina negli ultimi giorni: Wang Jianlin, capo del Dalian Wanda Group nonché uomo più ricco del Paese, ha annunciato lo stop agli investimenti esteri. Parlando con il giornale ‘Caixin’ due giorni fa, il miliardario ha specificato che ‘in risposta alle richieste dello Stato, nel futuro si concentrerà sul mercato interno’.
In Italia è arrivata l’eco dei casini del gruppo Suning per le conseguenze che può avere sulla gestione dell’Inter (definita dalla tv cinese ‘esempio di investimento irrazionale’), ma il gruppo Wanda non ha eguali al mondo nel campo delle acquisizioni e operazioni estere: solo per restare nel mondo del calcio, si è comprata il gruppo Infront, che in Italia gestisce i diritti della Serie A (come consulente e non solo…), ha acquisito studi hollywoodiani (Legendary) e investito massicciamente in parchi divertimento e catene di sale cinematografiche, come le europee Odeon e UCI, oltre agli yacht inglesi Sunseeker.
Quella di Wang è la risposta al pugno duro del presidente Xi Jinping nei confronti delle società cinesi che hanno portato decine di miliardi all’estero, alla vigilia del congresso del partito comunista che dovrà decidere (cioè confermare) il leader.
Dopo che il governo ha imposto alle più grandi banche del Paese di smettere di finanziare (molto generosamente) questi gruppi, Wang e gli altri si sono trovati con i rubinetti del credito chiusi, tanto che il gruppo Wanda ha dovuto vendere di corsa hotel e parchi divertimenti, in un’operazione da 9,4 miliardi di dollari, per recuperare la liquidità necessaria per le sue attività.
‘Il gruppo Wanda ha venduto quello che doveva vendere e tenuto ciò che doveva tenere’, ha continuato Wang, nonostante solo un anno fa avesse dichiarato guerra alla Disney nel settore dei parchi.
A Hollywood l’annuncio di Wang è arrivato come uno tsunami dal Pacifico. Per alcuni è un sollievo: un competitor gigante e ricchissimo si ritira dal mercato della produzione e distribuzione di film e contenuti. Per altri è stata una doccia fredda: erano in cantiere decine di progetti, film, serie, che ora dovranno essere messi nel freezer. Almeno finché il presidente Xi non avrà confermato la sua poltronissima.
2. CINA: STRETTA CREDITO, WANDA A CACCIA DI LIQUIDITÀ
Antonio Fatiguso per l’ANSA del 19 luglio scorso
Dalian Wanda, l'impero di Wang Jianlin partito dall'immobiliare e cresciuto nel ricco settore dell'entertainment, è finito nelle maglie delle autorità di regolamentazione bancaria cinese che hanno ordinato agli istituti di credito la stretta sui prestiti con sei operazioni, anche vecchie di 5 anni, nel mirino perché in conflitto con le norme sulle restrizioni per le acquisizioni all'estero.
Nel dettaglio, la richiesta alle banche è stata di passare al setaccio cinque grandi compagnie molto attive sui mercati esteri, inclusa Wanda, per determinare l'ipotesi di rischi sistemici. Un vero colpo per Wang che a partire solo dal 2016 ha messo a segno uno shopping di 20 miliardi di dollari, con l'operazione da 1 miliardo sulla Dick Clark Productions naufragata con le norme contro la fuga di capitali che, nel primo semestre 2017, hanno stoppato i flussi in uscita con un calo del 46%.
A tale scopo, il gruppo ha dovuto procedere alla vendita di asset per reperire liquidità al servizio dell'abbattimento del debito: a sorpresa, 10 giorni fa il piano per cedere a Sunac China per 9,3 miliardi i parchi tematici (che avrebbero dovuto sfidare la Disney, "come un branco di lupi contro una tigre", disse Wang in un'intervista), insieme a 77 hotel.
Progetto criticato quando il giorno dopo Sunac chiarì che il venditore avrebbe aiutato a reperire i prestiti necessari per la metà dell'esborso pattuito. Altro intervento delle autorità sui timori di tenuta di Sunac e l'accordo di oggi: i 77 alberghi andranno a R&F Properties e Sunac terrà i parchi tematici a 7,21 miliardi invece dei 4,29 miliardi. In un comunicato congiunto delle tre compagnie, Sunac ha già versato la prima tranche di 2,17 miliardi di dollari.
Se è incerta l'entità del danno della stretta creditizia, è più pesante il costo simbolico accusato dal patron Wang Jianlin, capace di metetre insieme un gruppo che include le catene di cinema americani AMC Entertainment Holdings e Carmike Cinemas, il costruttore di yacht inglese Sunseeker International, i network di cinema europei Odeon & UCI Cinemas Group e Nordic Cinema Group, la major Legendary Entertainment e Infront. Da sempre accreditato di ottimi rapporti con la leadership cinese, Wang ha accumulato una fortuna di 30 miliardi di dollari, contendendo a Jack Ma di Alibaba il titolo di cinese più ricco.
Qualcosa, comunque, pare essere proprio cambiata: "Xiaomubiao", piccolo obiettivo, è stata una delle frasi più gettonate online in Cina nell'ultimo anno, secondo la lista dello State Language Committee. E' diventata popolare, ha scritto il China Daily, dopo che Wang l'aveva usata in un'intervista notando che la fortuna di 100 milioni di yuan (14,8 milioni di dollari) era stata solo un "piccolo obiettivo". Per lui, forse, ma irragiungibile per quasi tutti: un motivo per scatenare l'ironia sul web. Sottolineata oggi dal tabloid filo-governativo.
THOHIR SUNING
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SUNING
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wanda wang jianlin