SARAS QUEL CHE SARÀ - MORATTI IN BOLLETTA STENDONO IL TAPPETO ROSSO AI RUSSI PER L’INGRESSO DA TRIONFATORI NELLA MILANO CHE CONTA - TRATTATIVA PER LA CESSIONE DELLA SARAS, LA POMPA DI BENZINA DI FAMIGLIA, ALLA SIBUR CONTROLLATA DI GAZPROM (GIRO DI AFFARI DA 1 MLD €) - ANCHE MASSIMO MORATTI AMMICCA AI RUBLO-RICCONI: VUOLE MOLLARE L’INTER A UN OLIGARCA CHE ABBIA VOGLIA DI SPENDERE PER UNA SQUADRA A PEZZI - SE IL PETROLIO NON TIRA PIÙ, IL PALLONE È SGONFISSIMO…

Andrea Greco per "la Repubblica"

Delisting no. Vendita forse. Alleanza con i russi probabile. Si inizia a capire qualcosa del volo di Saras, che in Borsa ha guadagnato il 50% in una settimana, anche se ieri dopo un +9% in partenza il prezzo è planato a 1,154 euro (-1,03%). La raffineria della famiglia Moratti potrebbe avere presto nuovi soci o finire in mani russe.

«Saras e il proprio azionista di controllo Angelo Moratti Sapa precisano che non esiste alcuna iniziativa di delisting da parte dell´azionista di controllo - ha scritto Saras in una nota, emessa su richiesta della Consob dopo l´ennesima fiammata del titolo -. Il gruppo sottolinea, inoltre, che continuano ad esservi rapporti, anche informativi, con controparti industriali, che possono riguardare operazioni sia commerciali che strategico-industriali».

In Borsa da qualche giorno si erano diffuse voci su un possibile delisting del titolo, quotato nel 2006 e che ben poche soddisfazioni ha dato agli azionisti. Ma la pista da seguire sarebbe quella delle «operazioni strategico-industriali». Una formula burocratica, ma che secondo fonti attendibili celerebbe un´ipotesi molto più circoscritta: un´alleanza forte di Saras con un operatore straniero.

I candidati non mancano e le voci si rincorrono da mesi: si era parlato e scritto di Gazprom, e della compagnia energetica statale dell´Azerbaijan, Socar. Ma il candidato più accreditato lo avrebbe portato Marco Tronchetti Provera, ed è Sibur holding, il partner russo di Pirelli negli pneumatici.

Da circa un mese e mezzo la trattativa con Sibur - conglomerato russo che fa capo a Gazprombank, il braccio finanziario del colosso del gas di Mosca - sarebbe in piedi, anche agevolata dai consulenti storici di Saras (si fanno i nomi di Banca Leonardo e Lazard). Il negoziato sarebbe stato inizialmente difficile, anche per la distanza tra le parti. Ma l´impennata dei volumi e dei prezzi di Saras degli ultimi giorni fa presumere gli addetti ai lavori che potremmo essere alla svolta (e anche di questi movimenti borsistici potrà magari occuparsi la Consob). Agli ultimi prezzi, la società vale quasi 1 miliardo di euro a Piazza Affari.

È noto che il business della raffinazione è in difficoltà, in Europa: i margini sono molto compressi, specie per chi non è produttore di idrocarburi (è il caso di Saras) e non riesce a scaricarli a monte. Inoltre, alla sovraccapacità produttiva che da anni falcidia il settore si aggiungono le politiche aggressive sui prezzi dei raffinatori asiatici. In questo contesto, la voglia dei raffinatori italiani di passare la mano è crescente.

Da tre anni Erg, unica concorrente italiana di Saras, ha stretto un´alleanza strategica con Lukoil, che ha pagato 1,34 miliardi per il 49% nella raffineria Isab di Priolo. Ora Sibur holding persegue una strategia simile, più volte portata avanti dagli oligarchi russi delle materie prime e teorizzata dal Cremlino. Si tratta di "scendere" nella filiera delle materie prime, passando dalla mera produzione alla raffinazione e poi distribuzione, per accrescere il valore aggiunto. La stessa strategia la sta tentando Gazprom nel mercato del gas italiano.

Sibur è leader nel settore petrolchimico in Russia e in Europa dell´Est, e opera in tutti i processi della catena petrolchimica, dal gas alle materie plastiche, poi fertilizzanti, pneumatici e prodotti di gomma per l´industria. Conta su oltre 2mila diversi marchi, nei suoi impianti lavorano oltra 50mila persone. Storicamente era il "braccio chimico" di Gazprom, che poi la girò alla finanziaria Gazprombank, che ne controlla il 95% del capitale.

Nelle prossime ore potrebbe esserci l´epilogo della trattativa italo-russa. E chissà che non possano venirne sviluppi clamorosi anche sul fronte calcistico. L´amor fou di Massimo Moratti per la società nerazzurra, si mormora dietro le quinte, sarebbe in ritirata, la rosa dei calciatori da rifondare. Un mestiere e una vetrina perfetti per un oligarca russo. Ci sarebbe il problema che Gazprom era stata affacciata come potenziale compratore del Milan, ma la perfezione non è del mondo, e anche Silvio Berlusconi, secondo la vulgata, si fece le ossa come interista.

 

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