IN 5 ANNI IPHONE CI HA CAMBIATO (O ROVINATO?) LA VITA - “ABBIAMO SCOPERTO IL TOUCH SCREEN, LE ‘APP’ E ORMAI SIAMO VICINISSIMI AL COMPUTER DA TASCA. MA ABBIAMO PERSO LA PRIVACY” - IL 76 % DI NOI SOFFRE DI “VIBRAZIONE FANTASMA”, L’SMS IN ARRIVO CHE IMMAGINIAMO ANCHE QUANDO NON C’È - NEL MONDO 217 MLN DI I-PHONE: TRA POCHI ANNI CI SARANNO PIÙ TELEFONINI CHE PERSONE…

Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Quando si mise in fila davanti al cubo di vetro dell'Apple Store sulla Fifth Avenue, alle 5 del mattino di lunedì 25 giugno 2007, Greg Packer, 44enne di Huntington, New York, pensava di essersi guadagnato il posto per entrare nell'ennesimo articolo di cronaca - lui sempre il primo a mettersi in coda per i concerti più attesi e i match più affollati: e invece stava entrando nella storia. Alle 6 del pomeriggio di venerdì 29 giugno, quando finalmente fu messo in vendita, dopo più di 100 ore di fila Greg diventò il possessore numero uno del telefonino che ci avrebbe cambiato la vita: l'iPhone.

Cinque anni dopo - e 217 milioni di apparecchi venduti - è un altro mondo. Barack Obama, l'uomo che nel 2007 sognava la Casa Bianca e per tutti era il politico più tecnologizzato del pianeta, oggi sembra un simpatico nostalgico quando giura fedeltà al vecchio BlackBerry, il gigante che s'è scoperto dai piedi d'argilla e adesso lotta per non finire in bancarotta: come la Kodak, la mitica compagnia fotografica, uccisa proprio dalla fotocamera dell'iPhone.

Apple, intanto, ha moltiplicato in 108 i 24 miliardi di guadagni del 2007, soffiando al gigante del petrolio Exxon Mobil il titolo di compagnia più valutata: 550 miliardi di dollari. Mentre quella Nokia che controllava il mercato mondiale ora viene etichettata da Moody's "spazzatura": e i suoi 2 dollari a titolo e passa sono meno che spiccioli di fronte ai 582 dollari di un'azione della Mela. E pensare che gli inizi furono tutt'altro che incoraggianti. "Steve Jobs e la Apple si rifiutano di confermare i piani.

Ma analisti del settore hanno raccolto le prove che la Apple sta pensando di produrre quello che all'interno della compagnia si è già cominciato a chiamare un ‘iPhone'". E' la prima volta che la parolina magica campeggia sul New York Times, mancano altri 5 anni al debutto e il 19 agosto del 2002 John Markoff, l'esperto hitech, la vede nerissima. "Ci sono segnali che Mister Jobs si stia avvicinando a un precipizio come quello che 7anni fa portò alla caduta dell'allora capo della Apple, John Sculley". Cioè Il lancio di Newton, l'antenato dell'iPad e di tutti i tablet: il flop che rischiò di schiacchiare per sempre la Mela.

Poi dici il senno di poi: in questi 5 anni Apple ha venduto più telefonini che computer nella sua storia. Ma perfino quando era ormai nelle mani del nostro Greg - di altri due milioni di persone in soli 3 mesi - il telefono che avrebbe cambiato tutto continuò a essere visto con diffidenza. Per carità. Time gli dedicò la copertina con il titolo di "Invenzione dell'anno": ma con quanta fatica. "È duro da scriverci sopra. È troppo lento. È troppo grande. Non ha il messaging. È troppo caro. Ma alla fine dei conti l'iPhone della Apple resta pur sempre la migliore invenzione di quest'anno...". Già.

Neppure gli espertoni di Time potevano immaginare di stare incoronando non l'invenzione dell'anno: ma del secolo. Anche perché neppure loro sapevano come chiamare quell'invenzione nell'invenzione: "Avete dato un occhio a quegli spazietti neri sulla scrivania dell'iPhone? Presto verranno riempiti da tante piccole, graziose, utilissime icone". Che quasi nessuno allora chiamava col nome che tre stagioni dopo l'American Dialect Society avrebbe eletto parola dell'anno: "Applicazione". O per tutti, semplicemente, "app".

Oggi sono più di 650mila le app della Apple: un business che ha fatto guadagnare a oscuri sviluppatori 5 miliardi di dollari. Ed è con le app che l'iPhone è diventato il contenitore del nostro mondo. Una app contiene i 3 chili e 200 grammi dell'American Heritage Dictionary con prefazione di Steven Pinker. Una app permette di trasformare il telefonino nel telecomando di casa. Una app ci fa misurare la pressione e adesso anche la depressione. "Malgrado cambiamenti così piccoli nell'aspetto, l'iPhone continua a trasformarsi proprio grazie all'App Store" spiega a Repubblica Adam Lashinsky, firma di "Fortune" e autore di "I segreti di Apple". "È l'App Store che rende l'iPhone sempre nuovo. Cambiando continuamente l'esperienza che abbiamo del telefonino: senza che cambi il telefonino".

Per non parlare di una trasformazione ancora più profonda: "Touch", il telefono che si anima al tocco. "Abbiamo scoperto che avere una tastiera fisica era meno importante di quello che pensavamo. Abbiamo scoperto che è possibile navigare l'intero web da un telefono. Così ormai siamo vicinissimi all'ultimo traguardo: il computer da tasca. E tutto questo è stato innescato dall'iPhone: 5 anni fa".

Potenza dei potenti mezzi. Del resto nel 2016 - dice uno studio di Cisco Systems - nel mondo ci saranno più telefonini che persone. Un mondo di iPhone? Questo no: però un mondo a sua immagine e somiglianza sì. I telefonini Android hanno già sorpassato quelli Apple - 50,1 contro 30,2 per cento negli Usa - anche se l'iPhone resta il singolo telefonino più venduto. Ma non è un caso che Apple accusa Google, sviluppatrice di Android, di averle copiato tutto: dal touch alle app.

Cinque anni dopo l'iPhone è diventato perfino una malattia. Una ricerca del Baystate Medical Center di Springfield, Massachusettes, dice che il 76 per cento di noi soffre di "vibrazione fantasma": è la sindrome da beep, il messaggino o la posta in arrivo che immaginiamo anche quando non c'è. Uno psicologo, Larry Rosen, ha scritto un libro, "iDisorder", spiegando come l'"ossessione per la tecnologia" stia già prendendo il sopravvento. E uno psichiatra, Gary Small, ha scritto "iBrain" per aiutarci a "sopravvivere all'alterazione tecnologica della mente moderna": iPoveri noi?

Il buon Greg se ne frega. E ripensa con orgoglio a quel 29 giugno 2007 in cui - primo al mondo - mise le mani sull'apparecchio. "Certo che ce l'ho ancora" urla proprio dal telefonino. "È il mio trofeo più bello. Adesso però uso l'iPhone 4... E quand'ha detto che esce il 5?". Gli apple-scommettitori giurano quest'autunno. Forse anche prima: ci sarà? "E sì che ci sarò". Buona fortuna: cinque anni dopo, l'unica app che non hanno ancora inventato è proprio quella per non fare la fila.

 

CONCEPT I-PHONEApple Store CinaPROTOTIPO BlackBerrySTEVE JOBS steve jobs

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...