1- LA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO È DIVENTATA UN’OPERAZIONE COMPLESSA CHE INCROCIA LA MATEMATICA CON LA POLITICA E LE LOBBY CON GLI INTERESSI DEI PARTITI. IN SOFFITTA IL “MANUALE CENCELLI”, SI FA STRADA IL “MANUALE NAPONTI”, UNA SINTESI MATEMATICA E DETERMINISTICA CHE DEVE CONIUGARE LE INTENZIONI DI NAPOLITANO E MONTI 2- ALLO STATO ATTUALE I PUNTI IRRINUNCIABILI. PER BELLA NAPOLI È FUORI DISCUSSIONE LA NOMINA DEL GENERALE MOSCA MOSCHINI ALLA DIFESA E CESARE MIRABELLI ALLA GIUSTIZIA, LA SORPRESA ANNA MARIA CANCELLIERI AL MINISTERO DELL’INTERNO, GIULIANO AMATO AGLI ESTERI, IL RETTORE DELLA CATTOLICA LORENZO ORNAGHI PER IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE SU ORDINE DELLA CHIESA APOSTOLICA ROMANA 3- AL POSTO DI TREMONTI BRILLA IL NOME DI GUIDO TABELLINI CHE SI È LAUREATO A TORINO E POTREBBE FAR GODERE MARPIONNE E LA FIAT (SIEDE NEL CDA DI FIAT INDUSTRIAL) 4- GLI EX-ALUNNI DELLA BOCCONI, LA MADRE DI TUTTI I SAPIENTONI, INCROCIANO LE DITA E PER DIFENDERE I LORO UOMINI DI PUNTA SONO PRONTI A SCHIERARE IN PRIMA LINEA LA SQUADRA DEI CERVELLI COMPOSTA DAI VARI GIAVAZZI, ALESINA, ZINGALES E TITO BOERI

Fino a tarda notte c'è stato un gran traffico telefonico tra gli ex-alunni della Bocconi, la madre di tutti i sapientoni, che vede il suo rappresentante più illustre impegnato nella formazione del governo.

Qualcuno sostiene che dopo le parole di Napolitano, particolarmente dure e dense di richiami alla crisi dei mercati, numerosi bocconiani doc abbiano stappato bottiglie di champagne.

Tra loro ci sono personaggi come Colao Meravigliao, Matteuccio Arpe, Corradino Passera, Tronchetti Provera e Alessandro Profumo, gente che ha frequentato l'Università di via Sarfatti 25 senza passare attraverso le due statue di leoni che si trovano nell'ingresso della vecchia sede perché, come recita un vecchio detto, "chi passa tra i leoni non si laurea alla Bocconi".

Nelle telefonate notturne che hanno visto tra i più impegnati anche Barbara Pollastrini, l'ex-ministro moglie del banchiere Modiano, si sono scambiate molte opinioni sui tecnici che dovrebbero far parte del governo del Presidente, e si è convenuto su alcuni punti.

Il primo riguarda il pregiudizio grossolano che Monti sia la punta avanzata di un complotto internazionale dentro il quale si trovano le tracce e la regia di Goldman Sachs, della Trilateral e del Bilderberg, gli organismi che riuniscono i potenti della Terra. Agli occhi degli ex-alunni bocconiani la tesi del complotto è semplicemente ridicola e fa parte di un repertorio reazionario dentro il quale si ritrovano le voci dell'estrema destra e dell'estrema sinistra.

A onor del vero hanno ragione, almeno per ciò che riguarda la Trilateral e il Bilderberg, che nel corso hanno perso gran parte del loro peso decisionale e sono diventati occasioni di incontro per fare business più che per disegnare strategie internazionali. Per quanto riguarda Goldman Sachs e i rapporti di Monti con la più grande merchant bank del mondo, scende in campo oggi un ex-bocconiano, Claudio Costamagna, che ha lavorato fino a maggio del 2006 nella sede londinese e spiega che SuperMario "non è mai stato partner, né ha mai avuto un ufficio in Goldman, è stato semplicemente chiamato come consulente per le tematiche legate all'Antitrust", e aggiunge che è tipico della merchant bank americana assicurarsi i consigli di esperti indipendenti e ciò è avvenuto in Italia per Prodi, Draghi e Gianni Letta.

Nelle ultime settimane Costamagna, che sarà ricordato nei libri di economia per la parcella milionaria pagatagli per poche settimane di lavoro ai tempi della fusione di Capitalia con Unicredit, ha rimesso fuori la testa. È evidente che il bocconiano sente puzza di nuovi affari e si erge a paladino del Presidente della sua Università e futuro presidente del Consiglio per difenderne l'integrità rispetto alle critiche maldestre. A fine settimana sembrava che dalla Bocconi arrivassero a Roma plotoni di ex-alunni con la medaglia sul petto dell'eccellenza tecnocratica, pronti a bonificare e "milanesizzare" Palazzo Chigi e i ministeri.

In realtà questa è stata un'operazione di depistaggio dove si sono buttati allo scoperto con l'intento di sputtanare Monti, un'infinità di improbabili "accademici". Così nel frullatore mediatico sono entrati i nomi di ex-bocconiani di scarsa autorevolezza rispetto ai quali i giornali non si sono presi la briga di verificare la credibilità, ma hanno aggiunto altre candidature poco credibili. Basti pensare a quella indicata sabato sul quotidiano "Il Fatto" di Aurelio Regina come possibile ministro allo Sviluppo Economico, oppure l'ipotesi sostenuta ancora oggi dal "Messaggero" di Anna Maria Tarantola per la stessa carica.

Il frullatore ha ormai macinato Lorenzo Bini Smaghi per il quale vanno benissimo i giardinetti di Harvard oppure l'Antitrust, e Raffaele Bonanni come titolare di quel Welfare che è stato gestito dal modesto Sacconi.

Dopo le scarne dichiarazioni pronunciate da Monti al Quirinale con il volto contratto, i bocconiani hanno capito che dopo il depistaggio dei giorni scorsi la composizione del governo è diventata un'operazione complessa che incrocia la matematica con la politica e le lobby con gli interessi dei partiti.

A questo punto sembra chiaro che la formula algebrica per regolare la spartizione dei 12 ministeri e dei 25 sottosegretari ha bisogno di invenzioni geniali che non si possono ricondurre al famoso Manuale Cencelli che nel '67 nacque per merito di un funzionario della Democrazia Cristiana amico di Cossiga e Taviani. Si fa strada invece un manuale inedito che per semplicità si potremmo definire "Manuale Naponti", una sintesi matematica e deterministica che deve coniugare le intenzioni di Napolitano e Monti.

Allo stato attuale i punti fermi sono rappresentati da alcune caselle con tanto di nome e cognome che i due protagonisti considerano irrinunciabili. Per Napolitano è fuori discussione la nomina del generale Mosca Moschini alla Difesa. L'uomo che dal 2006 è consigliere militare del Presidente è nato a Terni, ha 72 anni e ha studiato alla Nunziatella e avrà il compito di tagliare con le forbici le spese militari, le Maserati di La Russa e di tranquillizzare quella Finmeccanica che produce armi e vede ancora al vertice Guarguaglini e Marina Grossi, due personaggi verso i quali si dice che Napolitano abbia una certa simpatia. Un altro tassello irrinunciabile per Napo, è Cesare Mirabelli, l'ex-Presidente della Corte Costituzionale, 69 anni, che dal 2006 è membro del Consiglio Superiore della Banca d'Italia.

Nel manuale "Naponti" (Napolitano-Monti) potrebbe entrare a sorpresa una signora romana nonna a 67 anni: Anna Maria Cancellieri, una carriera iniziata a Milano nel '72 presso il ministero dell'Interno dove potrebbe tornare come titolare. In pochi hanno creduto che Giuliano Amato, un uomo carico di ambizioni presidenziali, avrebbe potuto sedersi su quella poltrona, e non a caso sulla sua designazione nessuno scommette.

Resta aperta la partita del ministero dello Sviluppo, un punto chiave per una politica industriale di crescita che ridia speranza alle imprese e all'occupazione, e qui ecco spuntare il nome di un ex-bocconiano, Carlo Secchi, che è stato rettore dell'università per quattro anni e tra gli altri incarichi è anche consigliere di Mediaset.

Qualcuno lo definisce un berlusconiano della prima ora, ma nel mondo accademico non risulta aver mai partorito grandi idee, e come mediatore tra le diverse anime economiche della Bocconi si è procurato antipatie profonde. Agli occhi di Napolitano questo nome dice poco o nulla, mentre probabilmente piace di più quello di Tonino Catricalà, il magistrato calabrese che è riuscito con una carriera folgorante ad attraversare la Prima e la Seconda Repubblica, e pur avendo una cultura giuridica potrebbe fare scelte importanti in materia di liberalizzazioni.

Nel manuale "Naponti" per il governo del Presidente SuperMario ha come punti fermi la Bonino e la new entry della politica italiana che porta il nome di Enzo Moavero, il "secchione" conosciuto nel '95 a Bruxelles durante il primo incarico di SuperMario. A sentire giudizi nelle sedi internazionali e alla Farnesina, il profilo di quest'uomo che parla quattro lingue, superefficiente e a 29 anni era già sulla strada dell'Europa, è tale da non far rimpiangere Gianni Letta. Su quest'ultimo va spesa una parola perché con la sua scelta di fare un passo indietro si è beccato gli applausi generali e ha messo una bella ipoteca nella battaglia del Quirinale che lo vedrà in gara con Romano Prodi e Giuliano Amato (ma sarà infine Monti a prevalere).

Porte aperte quindi a Palazzo Chigi per il Moavero, 57 anni, sposato con tre figli, che diventerà il crocevia di Palazzo Chigi, ma resta il nodo del ministero dell'Economia, il regno perduto di Giulietto Tremonti. L'ex-tributarista di Sondrio ha scelto l'isolamento per evitare una bocciatura clamorosa; non ha firmato nessuna lettera spedita a Bruxelles e a Francoforte, ed esce di scena lasciando sulle spalle del Cavaliere birichino l'intera colpa della crisi finanziaria.

Questo almeno è il suo tentativo anche se di sicuro qualcuno gliela farà pagare per aver tradito. È un problema di cucina interna che riguarda il Pdl e non interessa Monti, il quale deve decidere se ascoltare le sirene e le telefonate degli ex-alunni della Bocconi per dare via libera a Tabellini, l'uomo che nel 2008 è stato eletto rettore.

Non c'è dubbio che rispetto agli altri bocconiani di cui si è parlato (come Carlo Secchi piuttosto che Lanfranco Senn), Guido Enrico Tabellini ha un curriculum più autorevole ed è conosciuto a livello internazionale. Il suo piatto forte, dipinto in due libri recenti come "L'Italia in gabbia" e "Lezioni per il futuro", è la lotta all'evasione fiscale, un tema che sarà sicuramente prioritario nel programma del nuovo governo.

In più il buon Tabellini che si è laureato in Economia a Torino nel 1980 siede dal 10 marzo di quest'anno nel consiglio di amministrazione di Fiat Industrial, e questa è una medaglietta nel curriculum che potrebbe far godere Marpionne e la Fiat.

Gli ex-alunni della Bocconi, la madre di tutti i sapientoni, incrociano le dita e per difendere i loro uomini di punta sono pronti a schierare in prima linea la squadra dei cervelli composta dai vari Giavazzi, Alesina, Zingales e Boeri. A loro non interessano il semaforo verde e la benedizione che il Vaticano ha già dato al rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi per il ministero dell'Istruzione.

Senza indulgere in alcun modo alla dietrologia del complotto sperano che l'equazione dell'algebra politica confermi che il manuale "Naponti" è un'invenzione utile e geniale.
Per il Paese e per gli interessi che rappresenta.

 

UGO DE SIERVO GUIDO TABELLINI CESARE MIRABELLI CARLO SECCHI NAPOLITANOMario Montin cc07 vittorio colaoMATTEO ARPE Corrado Passera Claudio CostamagnaROMANO PRODI MARIO DRAGHI GIANNI LETTA Anna Maria TarantolaLORENZO BINI SMAGHI rolando mosca moschini

Ultimi Dagoreport

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO IL CINISMO POLITICO: TRA DUE MESI SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – FERMI TUTTI: LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)