‘O GUARGUAGLIONE PINOCCHIONE - LE INTERVISTE RILASCIATE NEI MESI SCORSI DAL BOSS DI FINMECCANICA FANNO A CAZZOTTI CON LE CARTE DEI PM - MAGGIO 2010: “CONOSCO COLA MA NON È UN NOSTRO CONSULENTE” (LAVORA PER LA SELEX DA ALMENO SEI ANNI E CHIAMA BORGOGNI TUTTI I GIORNI) - NOVEMBRE 2010: “CON TREMONTI HO UN OTTIMO RAPPORTO” (MESI PRIMA BORGOGNI ANNUNCIA AL TELEFONO “UN´OFFENSIVA DI DOSSIER” CON RIVELAZIONI SULLA SFERA SESSUALE SULLE “CASE A ROMA” E LE “BARCHE IN AFFITTO”)...

Carlo Bonini per "la Repubblica"

Sostiene oggi Pierfrancesco Guarguaglini, indagato per frode fiscale, di aver commesso un solo «errore» in questi quindici mesi che hanno scandito l´affare Enav-Finmeccanica. Un «errore di valutazione» sul conto di Lorenzo Cola, già consulente globale della holding e oggi testimone d´accusa della Procura. È così? Le carte dell´inchiesta, al netto del merito della vicenda penale, documentano dell´altro. Un rosario di bugie.

«COLA? FATE ATTENZIONE A QUELLO CHE SCRIVETE»
È il 29 maggio del 2010. Guarguaglini è a Malpensa. Da qualche settimana, Repubblica ha acceso un faro sulla holding e sull´ipotesi, cui lavora la Procura, di corruzioni legate all´impiego di fondi neri. Ha svelato, soprattutto, chi sia un misterioso signore che risponde al nome di Lorenzo Cola. Quale sia il suo vero mestiere. Il Presidente è sbrigativo: «Cola? Lo conosco. Ha lavorato su mandato di Finmeccanica».

"Lo considera affidabile?", domanda Repubblica. «È un professionista. Ha lavorato per una società di Ernst&Young. Finmeccanica gli ha affidato più di un incarico. Non è assolutamente un consulente né del sottoscritto, né di mia moglie Marina Grossi. E comunque, abbiamo dato mandato ai legali di tutelarci contro chi vuole danneggiare la società. Bisogna fare attenzione a quello che si scrive, soprattutto dopo che anche il Procuratore generale di Roma ha negato che ci sia un´inchiesta che riguarda Finmeccanica».

Già in quei giorni di maggio, le affermazioni di Guarguaglini - lo documentano gli atti di indagine - tacciono la verità su una circostanza cruciale. Cola, in quel momento, «è» un consulente a pieno titolo della holding. Solo per dirne una, lavora per la controllata "Selex" da almeno sei anni. Di più: le intercettazioni telefoniche lo sorprendono a colloquio con cadenza giornaliera con Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica e con Vittorio Savino, capo della sicurezza del Gruppo.

Guarguaglini infatti non lo sa, ma dal febbraio di quell´anno, i telefoni dell´intero vertice della holding (anche i suoi) sono ascoltati (e lo rimarranno fino ai primi giorni di dicembre). E quello che captano documenta il panico in cui i vertici del Gruppo sono precipitati.«Non posso chiamare il mio Odino»

Non più tardi del 26 maggio 2010, infatti, quattro giorni prima dell´uscita pubblica a Malpensa, Cola pensa bene di abbandonarsi al telefono a qualche confidenza con un amico americano. Il "consulente globale", in quei giorni, è negli Stati Uniti, dove Finmeccanica gli ha detto di restarsene per un po´. «Lo staff italiano è cotto - dice - Mi seguono come pulcini. Mi hanno detto: "Non vogliamo scocciarti, ma per una volta devi vedere la partita da lontano». Quindi, aggiunge: «Mi sento come Thor. Peccato che non possa chiamare il mio Odino. È un rischio».

Già, tra "Odino"-Guarguaglini e Cola deve essere scavato un solco profondo. Al punto che il Presidente, il 12 luglio di quell´anno, decide di dissimulare goffamente la verità anche di fronte ai pm. Cola, infatti, è stato arrestato a Roma dai carabinieri del Ros soltanto quattro giorni prima e in piazza Montegrappa l´allarme è massimo.«Cola? L´ho frequentato poco»

Dice Guarguaglini in Procura: «Cola? L´ho conosciuto alla fine del 2006, inizi 2007 e l´ho frequentato poco. Ebbi in regalo da lui un orologio dopo la conclusione di un´operazione importante per Finmeccanica».

Il Presidente della holding è così smemorato da non ricordare di essere stato a cena da Cola solo qualche mese prima per un incontro riservato con Guido Pugliesi, ad di Enav. Né di aver affidato a quell´uomo che fatica a mettere a fuoco il delicato compito di ambasciatore di Finmeccanica presso l´allora ministro del Tesoro Giulio Tremonti e il suo consigliere personale Marco Milanese. Che si tratti di discutere dell´operazione che la holding deve chiudere con i fondi sovrani della Libia di Gheddafi o delle nomine nelle società controllate.

«CON TREMONTI HO UN OTTIMO RAPPORTO»
Passano i mesi, ma lo spartito non cambia. La verità continua a fare difficilmente rima con le prese di posizione pubbliche di Guarguaglini. Il 17 novembre 2010, il Presidente parla nuovamente con Repubblica. «Con Tremonti - dice - ho avuto sempre ottimi rapporti anche se qualche volta le idee non coincidevano. Ma questo è normale. Mi pare che Tremonti condivida la mia politica».

E ancora: «Le vicende giudiziarie mi hanno toccato relativamente, perché non sono mai stato inquisito. Per quanto mi riguarda penso che non mi possa assolutamente succedere niente. E anche mia moglie può stare tranquilla. Quanto a Cola, ho accettato uno degli orologi regalati a manager di Finmeccanica in occasione di un´acquisizione. È la consuetudine».

Non passa neppure una settimana e Marina Grossi riceve un avviso di garanzia per corruzione e frode fiscale nell´inchiesta Enav. Lo stesso Guarguaglini viene iscritto al registro degli indagati. Ma quel che è peggio, le parole melliflue su Tremonti dissimulano la furia che, nei suoi confronti, il Presidente della holding ha accumulato, ritenendolo l´ispiratore di un fantomatico complotto giudiziario ai suoi danni.

Alla fine di maggio del 2010, infatti, e come oggi documentano gli atti istruttori, Lorenzo Borgogni annuncia al telefono che sul professore di Pavia la holding «sta per cominciare un´offensiva di dossier». Che deve aggredirlo e dunque ricattarlo con rivelazioni che frughino nella sfera sessuale e in quella delle «case a Roma» e delle «barche in affitto».

 

GUARGUAGLINI FINMECCANICAMARINA GROSSI E PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI LORENZO COLAborgogni giulio tremonti big Paolo Ielo

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?