INTESA SAPEVA, ECCOME SE SAPEVA! - I 200 MILIONI DI FONDI NERI DELLA FAMIGLIA GIACOMINI DEPOSITATI PRESSO LA SEB DEL LUSSEMBURGO, CONTROLLATA AL 100% DA INTESA - I PM DI MILANO VOGLIONO SCARDINARE LA “CASSAFORTE” DEL GRANDUCATO - IL “TESORETTO NERO” A GARANZIA DI UN PRESTITO DA 129 MILIONI - E PASSERA? I MOVIMENTI “SOSPETTI” SONO STATI EFFETTUATI MENTRE ERA A CAPO DI INTESA - CORRADINO POTEVA NON SAPERE?....

Vittorio Malagutti per Il Fatto Quotidiano

Approda in Lussemburgo il caso Giacomini. Nelle prossime settimane i sostituti procuratori di Milano, Giordano Baggio e Stefano Civardi potrebbero già ricevere dai loro colleghi lussemburghesi alcune risposte alla rogatoria avviata prima delle ferie. In sostanza, i pm puntano ad aprire la cassaforte della Sociétè Europèenne de Banque (Seb), l'istituto del Granducato di cui erano grandi clienti gli imprenditori novaresi Giacomini, sospettati di una frode fiscale da oltre 200 milioni di euro. Sui conti della Seb sono stati depositati i soldi esportati illegalmente all'estero dalla ricca famiglia piemontese. Ed è attorno alla Seb che ruotano gli affari al centro dell'indagine della procura.

Si scrive Seb, ma si pronuncia Intesa. Già, perché la grande banca italiana controlla al 100 per cento quella che di fatto è la sua filiale lussemburghese. Una filiale che "gode di ampia autonomia operativa", si sono affrettati a precisare dal quartier generale di Milano dopo che il Fatto Quotidiano ha dato notizia delle indagini dei pm. Come dire: non sappiamo nulla degli affari con i Giacomini e quindi siamo all'oscuro di eventuali irregolarità. La questione è doppiamente delicata. E non solo perché chiama in causa i poteri (e i doveri) di controllo della casa madre sulla propria controllata.

L'indagine nata a Verbania, in Piemonte, e poi in parte trasferita a Milano per competenza territoriale, abbraccia un arco di tempo che va dal 2008 al 2011. E in quel periodo a capo di Intesa c'era Corrado Passera, ora ministro dello Sviluppo economico nel governo Monti. Anche a Passera, quindi, conviene farsi scudo della cosiddetta "ampia autonomia" della controllata.

E a questo punto a vestire i panni del presunto colpevole resterebbe il solo Marco Bus, il numero uno della Seb finito nel registro degli indagati per concorso in riciclaggio. Ci sono alcuni fatti concreti, fatti documentati, che autorizzano quantomeno qualche dubbio sulla versione autoassolutoria dei vertici di Intesa (e di Passera).

Vediamo. A fine dicembre del 2008, la Seb concede un prestito di 129 milioni ai tre fratelli Andrea, Corrado ed Elena Giacomini. Gli ultimi due, accusati di frode fiscale, sono da un mese in libertà dopo l'arresto dei primi di maggio. Andrea invece, estromesso dalla gestione aziendale, ha deciso di collaborare con gli inquirenti dopo che nel 2010 l'Agenzia delle Entrate ha aperto una propria indagine.

Come garanzia di quel finanziamento, la banca chiese, e ottenne, gran parte del denaro nero, cioè il tesoretto di 200 milioni, depositato sui conti Seb. Possibile che a Milano, alla sede di Intesa, non sia arrivata neppure l'eco di un'operazione per un importo tanto rilevante?

D'altra parte ai piani alti di Intesa conoscevano bene i Giacomini. La conferma arriva da una serie di documenti che riguardano il riassetto societario del gruppo che fa capo alla famiglia novarese, un gruppo di fama mondiale nel settore delle rubinetterie.

Ebbene, dalle carte che illustrano una serie di fusioni societarie varate nel 2009, emerge che Intesa ha fatto da sponda a tutta l'operazione garantendo linee di credito per decine di milioni di euro. Dunque, la filiale lussemburghese ha dato ai Giacomini (persone fisiche) la bellezza di 129 milioni. In quegli stessi mesi è partita una riorganizzazione societaria finanziata sempre da Intesa.

Possibile che Milano non sapesse quello che faceva Lussemburgo, quando entrambi davano soldi agli stessi soggetti? Ed è credibile che al quartier generale di Intesa non si siano fatti nessuna domanda sulla natura e la provenienza del denaro che i Giacomini mettevano a garanzia dei prestiti?

Per completare il quadro va segnalato un altro fatto. Il denaro del tesoretto in nero era stato investito in prodotti finanziari della banca milanese. Per esempio, erano state comprate quote (per svariati milioni di euro) di alcune Sicav, che sono fondi comuni di diritto lussemburghese. Come è ovvio il gruppo Intesa incassava laute commissioni dalla vendita e dalla gestione di questi prodotti.

E la banca, a quanto risulta dalle carte d'indagine, non era l'unica a guadagnarci. I manager della Sicav, cioè il fondo targato Intesa, hanno infatti messo a libro paga alcuni consulenti. E fin quindi tutto nella norma. Succede spesso che le società di gestione si affidino ad esperti esterni particolarmente qualificati.

Le Sicav di Seb hanno scelto come consulente la società italiana Rmj, una sigla pressoché sconosciuta anche agli addetti ai lavori. Questa scelta appare per molti aspetti sorprendente. La sorpresa diminuisce se si tiene conto che Rmj è controllata dalla famiglia Jelmoni. Alessandro Jelmoni è il broker arrestato a maggio (ora è ai domiciliari) con l'accusa di aver ideato la frode fiscale per conto dei Giacomini.

 

 

Banca Intesapassera ogg GetContentpassera al meeting corr_B1CORRADO GIACOMINICORRADO PASSERA GIOVANNA SALZA DITTA GIACOMINIberlusconi passera lussemburgoCorrado Passera e famiglia banca lussemburgopassera ogg GetContent.asp

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...