produzione industriale

INVOLUZIONE INDUSTRIALE: DATI HORROR SUL FATTURATO DI DICEMBRE (-7,3%), IL MINIMO DAL 2009, NEL PIENO DELLA CRISI. MALE ANCHE IL MERCATO ESTERO, FINORA TRAINO DELLA PRODUZIONE - LO SPREAD ZOMPA A 274 (MA POI CALA DI NUOVO) - GRANDE INCERTEZZA GLOBALE: NESSUNO SA COME ANDRÀ LA POLITICA, DALL'EUROPA AGLI STATI UNITI. MA PER ORA GLI EFFETTI SUI MERCATI SONO LIMITATI

 

 

  1. INDUSTRIA: FATTURATO DICEMBRE -7,3% ANNUO, MINIMO 2009

 (ANSA) - Il fatturato dell'industria italiana, a dicembre 2018, diminuisce del 3,5% rispetto a novembre, subendo il ribasso più forte sul mercato estero. Lo rileva l'Istat, che su base annua segna una caduta del 7,3% (dato corretto per gli effetti di calendario). Si tratta della flessione tendenziale più accentuata dal novembre del 2009.

 

  1. INDUSTRIA:ORDINI DICEMBRE -5,3% ANNUO,MALE SULL'ESTERO

produzione industriale 2

 (ANSA) - Gli ordinativi dell'industria italiana, a dicembre 2018, calano dell'1,8% rispetto al mese precedente, a causa delle perdite subite sul mercato estero. Lo rileva l'Istat, che su base annua segna una flessione del 5,3% (dato grezzo), la più ampia dal luglio del 2016. Anche sul ribasso tendenziale pesa soprattutto la cattiva perfomance registrata fuori confine.

 

  1. INDUSTRIA: FRENA LA CRESCITA DEL FATTURATO 2018, +2,3%

 (ANSA) - Nella media del 2018 risultano in frenata sia il fatturato che gli ordinativi: la crescita del primo si ferma al 2,3%, dal +5,6% dell'anno precedente (dati corretti per gli effetti di calendario); mentre per le commesse si registra un +2,0%, in deciso rallentamento a confronto con il +6,3% del 2017 (valori grezzi). Lo rileva l'Istat. Ripercorrendo gli ultimi dodici mesi, l'Istituto di statistica fa notare come il fatturato nel corso dell'anno abbia "mostrato un andamento tendenziale stabile nei primi nove mesi, con un peggioramento nell'ultimo trimestre".

 

  1. SPREAD BTP SCHIZZA A 274 PUNTI BASE DOPO DATI ISTAT

INDUSTRIA

 (ANSA) Schizza lo spread tra il Btp e il Bund dopo i dati Istat su ordini e fatturato dell'industria italiana. Il differenziale di rendimento balza a 274 punti base dai 262 dell'apertura, col tasso sul decennale del Tesoro al 2,82%.

 

  1. INDUSTRIA: BOCCIA, APRIRE IMMEDIATAMENTE I CANTIERI

 (ANSA) - "Una delle proposte che abbiamo fatto è quella di aprire immediatamente i cantieri che sono elementi cosiddetti anti ciclici che comporterebbero occupazione e più crescita. La questione temporale diventa importante: in quanto tempo lo facciamo diventa dirimente". Lo ha affermato a Foggia il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando i dati Istat sul fatturato dell'industria che "ci obbligano ad agire", ha sottolineato.

 

  1. INDUSTRIA: BOCCIA, I DATI CI IMPONGONO DI REAGIRE

vincenzo boccia

 (ANSA) - "Sono dati che fanno riflettere e che impongono un dovere ed una responsabilità di tutto il Paese a reagire ad un contesto economico che sta rallentando che è arrivato anche in casa essendo il nostro un Paese ad alta vocazione all'export". Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando i dati Istat sul fatturato dell'industria.

 

 

  1. INCERTEZZA POLITICA RECORD NEL MONDO: GLI EFFETTI SULLE BORSE

Morya Longo per www.ilsole24ore.com

 

Il voto sul caso Diciotti, cruciale per la tenuta del Governo italiano e della maggioranza che lo sostiene, è solo la punta di un iceberg della fragilità politica globale. Perché tra Brexit, le elezioni europee, la caduta del Governo Sanchez in Spagna, la crisi in Catalogna, le crescenti tensioni in Francia e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’incertezza politica è tornata a dominare in tutto il mondo la società civile, l’economia e i mercati finanziari.

 

DI MAIO SPREAD

L’indice che la misura (l’economic policy uncertainty index) ha infatti raggiunto i massimi storici (dagli anni ’90) sia a livello globale, sia negli Stati Uniti, sia in Cina. E anche nei Paesi dove non è sui record storici, la crescita è comunque importante: in Francia l’incertezza politica è tornata ai massimi dalle elezioni presidenziali del 2017 e in Italia dal 2016. Il nostro Paese non è dunque un caso isolato. Anzi.

 

Lasciando da parte sia le cause sia le implicazioni sociali ed economiche (già ampiamente dibattute), è opportuno interrogarsi su quali effetti l’incertezza politica possa avere sui mercati finanziari. A prima vista, in realtà, non si vedono grandi segnali di contagio. Almeno per ora: negli Stati Uniti e in Europa da inizio anno molte Borse registrano infatti performance superiori al 10% (Piazza Affari inclusa).

 

IL RE FELIPE E PEDRO SANCHEZ

Anche sui titoli di Stato si nota un certo calo delle tensioni. Il caso spagnolo è emblematico: da quando il Governo Sanchez ha perso la battaglia parlamentare sulla Legge di Bilancio e si è aperta la strada alle elezioni anticipate forse più incerte per il Paese, lo spread dei suoi titoli di Stato rispetto ai Bund è salito di appena un punto base. E resta a 112. Eppure, guardando più in profondità, la grande incertezza qualche segno sui mercati lo sta già lasciando. E - in un anno costellato da molti eventi elettorali - le ferite potrebbero diventare ben più visibili.

 

 

I motivi principali per cui nel 2019, fino ad ora, le Borse sono tutte positive e hanno offuscato l’incertezza politica sono almeno tre. Uno: sono rimbalzate dopo il tracollo (esasperato dai meccanismi automatici di Borsa) di dicembre e del 2018. Una ripresa era dunque fisiologica. Due: sono sostenute da un atteggiamento molto più cauto delle Banche centrali, che rispetto a dicembre hanno lanciato messaggi più da “colombe” (si veda articolo a fianco). Tre: la maggiore delle incertezze politiche, cioè lo scontro commerciale (e non solo) tra Stati Uniti e Cina, in queste ultime settimane ha registrato una svolta positiva. Rasserenando non poco gli animi.

 

Eppure, nonostante il grande rimbalzo del 2019, l’incertezza ha ugualmente già lasciato un segno sui mercati: se si guardano le quotazioni si nota infatti un generale “riprezzamento” dei titoli, per tenere conto di una minore visibilità sul futuro. La Borsa americana - secondo i dati elaborati da Pictet Asset Management - lo dice chiaramente nelle sue quotazioni: lo «spread» tra il cosiddetto «earning yield» (cioè quanti utili le società producono per ogni azione) e il rendimento dei titoli di Stato decennali Usa, è infatti salito molto negli ultimi tempi tornando sui 4 punti percentuali.

 

donald trump hamburger 5

Livelli che non si vedevano dal 2016. Questo significa che per comprare azioni rispetto ai sicuri titoli di Stato, in un contesto più incerto, gli investitori chiedono “premi” più appetibili. Cioè prezzi più convenienti rispetto agli utili. Dietro le quinte, in un clima in generale positivo sui mercati, l’incertezza politica come un tarlo sta dunque rosicchiando. Non è detto che farà crollare i mercati, ma di turbolenza ne potrebbe creare non poca.

 

 

L’elemento politico che più tiene i mercati con il fiato sospeso è la guerra commerciale tra Usa e Cina. Secondo un sondaggio di Bank of America tra i gestori globali, questo è da nove mesi di fila il rischio maggiore percepito dagli investitori. Per questo quando le due diplomazie fanno passi in avanti, come ieri, le Borse tirano un sospiro di sollievo. C’è poi Brexit che, in caso di divorzio duro, potrebbe creare forti turbolenze sui mercati. Ma anche le elezioni europee iniziano a destare una certa preoccupazione: «I partiti populisti dell’Eurozona presentano spesso elementi euroscettici - commentano Nicola Mai e Peder Beck-Friis di Pimco -.

 

La loro crescita potrebbe dunque minacciare la struttura, e persino l’esistenza, di un’unione monetaria già intrinsecamente fragile». Pimco non ritiene che queste elezioni possano trasformarsi in un vero game changer, ma ugualmente prevede che possano creare turbolenze sui mercati. L’incertezza politica italiana crea potenzialmente ancora più apprensione: una eventuale crisi di Governo, con una ipotetica campagna elettorale giocata tutta su tesi euroscettiche in una fase di recessione già conclamata, potrebbe creare non poca turbolenza sui nostri titoli di Stato. E sulla Borsa.

 

 

BERNIE SANDERS

Questo è il punto centrale: il motivo per cui la politica potrebbe influire sui mercati come non accadeva da anni è legato proprio al fatto che i partiti populisti mettono in discussione non solo i precedenti Governi ma anche le stesse istituzioni consolidate da decenni. Una legittima scelta politica - ci mancherebbe - che però può avere le sue conseguenze sui mercati. «La fiducia nelle istituzioni cala - osserva Andrea Delitala di Pictet Am -. Non solo in quelle europee, ma anche in quelle internazionali come la Nato o l’Organizzazione mondiale del commercio.

 

Sebbene non ci sia un impatto economico diretto rilevante, questo produce un forte effetto indiretto perché crea incertezza». E l’incertezza è nemica di chi investe. «Il mercato in un contesto così incerto non può che reagire con un aumento dei premi per il rischio», conclude Delitala. Cioè chiedendo prezzi più a sconto sui mercati azionari. O rendimenti più elevati sui bond e i titoli di Stato ritenuti più rischiosi o più esposti al caos politico. Tra questi ci sono anche i nostri BTp.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...