air france

SEMBRA L’ALITALIA… - AIR FRANCE “RISCHIA DI SCOMPARIRE”. MA NON ERA IN CORSA PER PAPPARSI LA COMPAGNIA ITALIANA? – IL DE PROFUNDIS ARRIVA AL MINISTRO DELLE FINANZE DI PARIGI – MACRON NON HA INTENZIONE DI RICAPITALIZZARE LE LINEE AEREE FRANCESI: “NON TOLGO I SOLDI AI CONTRIBUENTI PER DARLI A CHI NON VUOLE ARRIVARE AI LIVELLI DELLA LUFTHANSA” – PROPRIO COME A ROMA…

 

Da La Stampa

 

AIR FRANCE KLM

Air France, la principale compagnia francese con 85 anni di storia, rischia di scomparire. A lanciare l’allarme, dopo che i dipendenti hanno bocciato il referendum sull’accordo salariale portando alle dimissioni del numero uno Jean-Marc Janaillac, è il ministro delle finanze Bruno Le Maire, che ha anche escluso che lo Stato corra in soccorso dell’aviolinea con una ricapitalizzazione.

 

Jean Marc Janaillac con Macron

In questo quadro di incertezza, in attesa che il 15 maggio il cda torni a riunirsi per indicare una soluzione di governance transitoria, non si ferma la protesta dei lavoratori che da fine febbraio stanno scioperando a intermittenza per rivendicare le loro richieste salariali (una protesta costata già oltre 300 milioni di euro): oggi è in programma il 14esimo giorno di stop (un altro anche martedì), ma la compagnia prevede di assicurare l’85% dei voli programmati.

 

Air France

«Se non vengono fatti gli sforzi necessari per portarla allo stesso livello competitivo di Lufthansa e delle altre grandi compagnie, sparirà», avverte Le Maire che, intervistato da Bfm Tv, definisce «ingiustificate» le richieste dei sindacati e fa appello ai lavoratori perché mostrino «responsabilità» e al management perché rinnovi il dialogo con i sindacati. Il ministro esclude anche l’arrivo di risorse pubbliche: «Una ricapitalizzazione richiede i soldi dei francesi e io non prendo i soldi dei francesi per metterli in una compagnia che non è al necessario livello competitivo».

 

BRUNO LE MAIRE PADOAN

E proprio sulla presenza dello Stato nell’aviolinea, interviene l’economista liberista Nicolas Bouzou, che su Le Figaro propone che lo Stato francese «ceda il 14% che ancora possiede nel Gruppo Air France-Klm: finanziariamente non sarà glorioso per i poteri pubblici perché il prezzo di queste azioni è basso, ma il contribuente francese deve uscire da questa galera che dura da quasi un secolo». Tra l’altro proprio oggi Le Maire ha annunciato che lo Stato francese venderà le proprie partecipazioni in Aeroporti di Parigi e nelle lotterie di Francaise des Jeux.

 

ALITALIA

Intanto in Italia, dove è praticamente in stand by la vendita di Alitalia in attesa della formazione del nuovo Governo, il M5s va all’attacco e critica l’ingresso del commissario straordinario Luigi Gubitosi nel cda di Tim. «Come farà a conciliare questi due incarichi delicati e strategici per il Paese è tutto da scoprire», osserva il M5S sul blog delle Stelle dedicato ad Alitalia.

 

COMMISSARI ALITALIA GUBIOSI PALEARI LAGHI

I Pentastellati si dicono comunque pronti a dare il proprio ok alla proroga della vendita (il decreto che sposta i termini al 31 ottobre e la restituzione del prestito al 15 dicembre è all’esame della commissione speciale del Senato, nella quale si va verso un’indagine conoscitiva sulla compagnia), ma questo - avvertono - «non significa che spingiamo per la vendita a qualsiasi costo». Prima vogliono infatti vedere chiaro sull’operato dei commissari e per questo nelle prossime settimane intendono dare il via ad un giro di audizioni e, se necessario, tavoli tecnici ad hoc

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…