SI RIAPRE IL RISIKO! – ORA CHE L’AUMENTO DI CAPITALE È ANDATO, MPS È DI NUOVO SU PIAZZA E RICICCIANO LE SOLITE DUE IPOTESI: UNICREDIT E BANCO BPM – ORCEL A DAVOS HA APERTO CON CAUTELA, MA NON SI È ANCORA DECISO. IL TESORO GUARDA ANCHE ALL’ISTITUTO DI CASTAGNA PER UNA POSSIBILE FUSIONE, CHE FAREBBE NASCERE IL FAMIGERATO “TERZO POLO” E RIDURREBBE IL PESO DEI FRANCESI NEI DUE AZIONARIATI. MA DAL BANCO SMENTISCONO ALCUN INTERESSE (TRADUZIONE: CI DOVETE CONVINCERE)
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “La Stampa”
LUIGI LOVAGLIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Si riaccendono i riflettori sul Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca del mondo che dal 2017 […] è finita sotto il cappello dello Stato, che oggi detiene il 64,23%. […] Dopo l'aumento di capitale da 2,5 miliardi e il piano messo a punto dall'ad Luigi Lovaglio che dà i primi riscontri, la banca è tornata su binari più consoni e il caso può tornare di attualità.
[…] Nei palazzi romani […] si parla di due possibili interlocutori […]: Unicredit e Banco Bpm. Il primo […] segnerebbe di fatto un grande ritorno. […] Andrea Orcel aveva già trattato l'acquisizione del Monte ma i colloqui con il Tesoro si erano arenati nell'autunno del 2021 sul contributo richiesto allo Stato (si parlò di 5-7 miliardi) per accollarsi la grana senese. Che oggi tanto grana non è più.
Ad ammettere il lavoro svolto a Siena è stato, a Davos, lo stesso Orcel[…] : «Molte delle cose che sono state fatte sono quelle che pensavamo andassero fatte. Vedremo in futuro». Non più la freddezza degli ultimi mesi, non ancora il passo in avanti definitivo.
Dalla banca, infatti, dichiarano che «Unicredit non ha avuto e non ha in alcun modo interlocuzioni su Mps […]». Meloni, però, sempre a fine anno, aveva detto di lavorare oltre che per «un'uscita ordinata dello Stato» anche «per creare le condizioni per cui ci siano più poli bancari italiani».
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Le indiscrezioni raccontano di un Tesoro che guarda anche a Banco Bpm, in un'ottica non già di acquisizione ma di fusione che ridurrebbe anche il peso dei francesi nei due azionariati: del Crédit Agricole (primo socio di Piazza Meda con il 9,18%) e di Axa (che a Siena viene subito dopo lo Stato con il 7,95%).
Occorre tuttavia registrare che anche dal Banco Bpm smentiscono ufficialmente che ci sia alcun interesse per Siena […]. Secondo altre fonti, per fare entrare in gioco Banco Bpm – e creare così il terzo polo del credito – occorrerebbe un'opera di persuasione da parte del governo. […] Il risiko è aperto.
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