L’INFERNO DI DIMON - L’FBI APRE UN’INDAGINE SU JP MORGAN: È CONVINTA CHE CI SIA LO ZAMPINO DEL CEO JAMIE DIMON, NEL MOSTRUOSO BUCO DA 2 MLD $ (ALMENO) - CONTRARIAMENTE ALLE ASPETTATIVE, DIMON CONQUISTA LA FIDUCIA DEGLI AZIONISTI: SOLO IL 40% DEGLI AZIONISTI HA CHIESTO LA SUA REVOCA, ANCHE SE IN MOLTI LO ACCUSANO DI NON ESSERE CREDIBILE - MA LA BUFERA È SOLO ALL’INIZIO…

M. Mo. per "la Stampa"

Il ceo di JP Morgan Chase resiste al tentativo degli azionisti di cacciarlo ma deve vedersela con un doppio fronte di sfida: l'indagine dell'Fbi sulla voragine finanziaria di 2 miliardi di dollari e la determinazione del Congresso di Washington a condurre pubbliche audizioni sui danni arrecati ai consumatori.

L'incontro avvenuto ieri nella sede della banca fra Jamie Dimon e gli azionisti si è concluso con un compromesso perché il ceo ha parlato di «errori che ci siamo inflitti da soli», lasciando intendere di volersi assumere la piena responsabilità della grave mancanza di bilancio, ricevendo in cambio la conferma in carica e l'approvazione per compensi nel 2011 che ammontano a oltre 23 milioni di dollari.

La proposta di privarlo della carica, che era stata formulata sulla scia dello scandalo finanziario, ha ottenuto solo il 40 per cento dei consensi mentre la remunerazione milionaria è stata approvata dal 91 per cento degli aventi diritto al voto. Essere sopravvissuto alla prova di fiducia ha sorpreso molti analisti a Wall Street ma non significa tuttavia per Dimon essersi messo alle spalle lo scandalo. Il reverendo Seamus Finn, rappresentante degli azionisti appartenenti a gruppi missionari cattolici, lo ha infatti accusato di «scarsa credibilità» perché "questa non è la prima volta che si scusa con noi, avendolo già fatto sui pignoramenti e in altre recenti occasioni".

Altri azionisti hanno usato termini altrettanto aspri, lasciando intendere che l'incarico di ceo resta al momento in bilico. A complicare la situazione per Dimon arriva la decisione dell'ufficio di New York dell'Fbi di aprire un'inchiesta sulla perdita finanziaria da 2 miliardi di dollari. Il sospetto è che il buco nei bilanci si sia manifestato a seguito di decisioni adottate proprio da Dimon, determinato avversario a Washington dei nuovi regolamenti di sorveglianza finanziaria approvati dal Congresso con la legge del 2010 Dodd-Frank sostenuta dall'amministrazione Obama.

Dimon è anche un avversario dichiarato della bozza di legge che porta il nome di Paul Volcker - ex presidente della Federal Reserve - e prevede un maggior controllo sulla gestione dei prodotti derivati da parte delle banche, assegnando a enti governativi un più rigido potere si sorveglianza.

Al Congresso di Washington deputati e senatori di entrambi i partiti premono inoltre per affiancare all'indagine dell'Fbi una serie di audizioni pubbliche dei vertici della banca, al fine di far comprendere al pubblico come sia possibile continuare ad evadere i controlli di bilancio a danno dei consumatori di prodotti finanziari. In maniera simile a quanto avveniva a Wall Street prima del crac del settembre 2008.

 

JAMIE DIMON DI JP MORGANJAMIE DIMONjp morganF.B.Icongresso-USAwall street

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