aw139 di leonardo agusta westland

LA CURA PROFUMO - LEONARDO-FINMECCANICA, INSIEME A BOEING, PORTA A CASA UNA COMMESSA DA 2,4 MILIARDI DI DOLLARI (LA FETTA PER IL GRUPPO ITALIANO E’ DI 1 MILIARDO) PER FORNIRE 84 ELICOTTERI MILITARI ALLA US AIR FORCE - I MEZZI, CHE SARANNO PRONTI DAL 2021, VERRANNO ASSEMBLATI NELLO STABILIMENTO LEONARDO DI PHILADELPHIA

Sofia Fraschini per “il Giornale”

 

alessandro profumo

Leonardo fa il suo esordio nel mercato degli elicotteri militari americani con una commessa da 2,4 miliardi di dollari. Un super contratto che potrebbe invertire la rotta ascendente di una divisione che, negli ultimi anni, è stata motivo di crisi e preoccupazione per il gruppo.

Il committente d' eccellenza è l' Us Air Force. E il colpo è di quelli che fanno la differenza sui conti di fine anno.

 

L'ex Finmeccanica, in coppia con Boeing in qualità di capofila, porta a casa una maxi gara (la quota parte di Leonardo è di un miliardo di dollari) per fornire fino a 84 elicotteri che andranno a sostituire i vecchi Bell Huey, celebri per essere stati una delle icone della guerra del Vietnam: in particolare è stato scelto il modello MH-139, che si basa sull' AW139 di Leonardo, e i velivoli saranno destinati alla protezione delle basi dei missili balistici intercontinentali e al trasporto di personale governativo e delle forze speciali.

ALESSANDRO PROFUMO E ROBERTA PINOTTI

 

I mezzi, che saranno pronti dal 2021, verranno assemblati nello stabilimento Leonardo di Philadelphia, mentre altre componenti saranno integrate da Boeing, sempre in Pennsylvania. Il modello di base, l' AW139, viene considerato un gioiellino della difesa italiana: al momento ce ne sono oltre 900 in servizio e, di questi, 260, sono gli esemplari prodotti dallo stabilimento americano del gruppo.

 

Una commessa che premia, dunque, la strategia di Leonardo di voler puntare Oltreoceano dove la società ha fatto investimenti per oltre 120 milioni di dollari. E dove, a breve, sarà di nuovo in gara per l' aeronautica militare nell' ambito del programma T-X, il fornitore di jet per addestratori: 350 aerei del valore compreso fra 7 e 16 miliardi di dollari.

leonardo finmeccanica

 

«La scelta dell' MH-139 riconosce in Leonardo un partner forte, affidabile e in grado di assicurare un contributo industriale solido e costante negli Usa dove abbiamo diverse attività produttive» ha commentato l' ad Alessandro Profumo. A lui è stato affidato il compito di risollevare le sorti del gruppo dopo la cura Moretti, riuscita a metà. Il tallone d' Achille di piazza Montegrappa era, e resta, proprio la divisione elicotteri.

 

A causa di problemi di programmazione e di questioni tecniche, negli ultimi anni, le commesse «in volo» sono andate assottigliandosi. Una bomba che è esplosa con i conti del quarto trimestre 2017, i primi di novembre di un anno fa, causando il profit warning che ha innescato la caduta del titolo. Da allora Profumo ha presentato un nuovo piano e lavorato molto sul fronte internazionale portando a casa diversi contratti.

boeing

 

Quello di ieri vale, per Banca Akros, «il 7,5% degli obiettivi 2018 (14 miliardi)» e opziona di fatto il raggiungimento degli obiettivi annuali. «Inoltre, anche se l' area Aerostructure non fa ancora utili e il pareggio è atteso alla fine del piano 2018-2022, la commessa Usa apre le porte di un mercato strategico». Anche per questo, Akros ricorda che il titolo tratta a sconto rispetto ai concorrenti europei, ovvero 8,3 volte l' utile netto atteso per il 2019, mentre Bae e Thalés viaggiano, rispettivamente, a 13,3 e 18,7 volte.

 

elicotteri italiani in iraq

I broker calcolano che, se si valutasse Leonardo con gli stessi parametri, si arriverebbe a un prezzo di Borsa che supera i 17 euro. Un balzo potenziale per il titolo che ieri ha chiuso la seduta in rialzo del 2,39% a 10,7 euro grazie alla commessa e sulla scia delle novità di governance giudicate positive dagli analisti: le dimissioni, attese a breve, del responsabile di Leonardo Infrastructure, Alessio Facondo, vanno ad aggiungersi alla lista di top manager che il ceo Profumo ha cambiato nel corso dell' ultimo anno per imprimere la propria svolta strategica.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”