mark zuckerberg facebook

FINE DELLA ''LIBERTÀ'' DI WHATSAPP E INSTAGRAM - ZUCKERBERG INGLOBA LE DUE APP: LA LORO INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA SARÀ UNIFICATA CON FACEBOOK. A BREVE UN UTENTE FACEBOOK POTRÀ MANDARE UN MESSAGGIO A CHI HA SOLO WHATSAPP (E VARI INCROCI SIMILI). VANTAGGI PER GLI UTENTI: CRITTOGRAFIA OVUNQUE. VANTAGGI PER ZUCK? MONETIZZARE E RADERE AL SUOLO LE BARRIERE CHE GARANTIVANO INDIPENDENZA

Michela Rovelli per www.corriere.it

 

zuckerberg

Come affermare in modo netto il proprio controllo su tutte le piattaforme acquisite nel corso degli anni? Fondendole tutte insieme. Il piano segreto che starebbe portando avanti Mark Zuckerberg, svelato dal New York Times, coinvolgerebbe già migliaia di dipendenti di Facebook, impegnati a riconfigurare il funzionamento di WhatsApp, Instagram e Facebook Messenger.

 

Ovvero le applicazioni più utilizzate al mondo per comunicare via smartphone. Un progetto mastodontico che consoliderebbe un ecosistema «social» che va sotto la «F» di Facebook. E che ha già una data d’inaugurazione: inizio 2020. Il piano è stato descritto al New York Times da quattro persone coinvolte nel progetto. I tre servizi di messaggistica continuerebbero ad essere separati all’apparenza. Ovvero, continueremo ad avere sullo schermo tre differenti applicazioni da utilizzare. Ma dietro, ci sarà un’unica tecnologia a gestirle.

INSTAGRAM RILEVATA DA FACEBOOK jpeg

 

I vantaggi per noi?

Un’unica infrastruttura, che porterà alla totale crittografia end-to-end su ogni comunicazione per migliorare la sicurezza di tutte le piattaforme. E non solo: se il piano dovesse essere messo in pratica, chi ha aperto un account su uno di questi social potrà comunque mettersi in contatto con un’altra persona che invece è iscritto a un’altra piattaforma. Per dire: da Facebook Messenger si dialogherà su chi sta su WhatsApp e da WhatsApp con chi ha l’accesso a Instagram.

 

I vantaggi per Zuckerberg

MARK ZUCKERBERG OCULUS

Mark Zuckerberg in questo momento è re assoluto del mondo social network. Nonostante quello da lui fondato, Facebook, stia arrancando: la crescita è rallentata, i nuovi iscritti sono pochi, le interazioni o i nuovi contenuti ancora meno e il pubblico invecchia costantemente. Senza contare l’enorme crisi di reputazione di Facebook, dopo gli scandali della scorso anno, da Cambridge Analytica a Russiagate. Al contrario, WhatsApp e Instagram vanno a gonfie vele. In particolare quest’ultimo, il preferito delle nuove generazioni in costante crescita e rigonfio di nuovi post e nuove Storie.

 

La mossa di unificare consentirebbe a Facebook di aumentare l’utilizzo del proprio social, di «forzarne» in qualche modo la presenza di qualunque persona iscritta all’app di messaggistica o alla piattaforma fotografica. In un comunicato ufficiale ottenuto dal Times l’azienda sostiene di voler «costruire la migliore esperienza di messaggistica possibile: gli utenti vogliono che i messaggi siano veloci, semplici, affidabili, e restino privati».

 

Campo libero

FACEBOOK INSTAGRAM

Certo è che il piano è segreto ancora per più di un motivo. Quando Facebook ha inglobato prima Instagram nel 2012 e poi WhatsApp nel 2014, Mark Zuckerberg ha dichiarato, in modo plateale, che le tre piattaforme sotto il suo controllo sarebbero rimaste indipendenti l’una dall’altra.

 

Volontà espressa, tra l’altro, anche dagli stessi fondatori dei social acquisiti. Ma, dopo anni di malesseri più o meno dichiarati, oggi sia i creatori di Instagram (Kevin Systrom e Mike Krieger) sia quelli di WhatsApp (Jan Koum e Brian Acton) hanno abbandonato la società di Menlo Park. Non riconoscevano più le loro creature, non ne avevano più il controllo, non hanno accettato gli scandali — in primis Cambridge Analytica — non c’era più spazio per loro davanti all’aggressivo dominio di Zuckerberg. Che un tentativo di unificare i suoi possedimenti l’ha già fatto.

 

IMPEDIRE A WHATSAPP DI DARE I TUOI DATI A FACEBOOK

Nell’agosto del 2017 annuncia pubblicamente nuovi termini di utilizzo di WhatsApp: i dati raccolti sulla piattaforma di messaggistica sarebbero stati condivisi con il «fratello maggiore» Facebook, per migliorare la profilazione e vendere quindi pubblicità più mirata. Un’idea subito analizzata e condannata dall’Unione europea, che pochi mesi dopo ha multato la società per 110 milioni di euro (a cui si aggiungono i tre milioni di euro chiesti dall’antitrust italiano per le informazioni errate e fuorvianti date agli utenti).

 

Rischio privacy

C’è anche il punto privacy. Perché se oggi, per registrarsi a Facebook o Instagram, non è obbligatorio inserire il proprio numero di telefono — mentre al contrario su WhatsApp è l’unico requisito necessario — un domani, a «social unificati», ogni informazione condivisa con una piattaforma sarà disponibile anche sull’altra. E nessuno potrà più avere il controllo su quali dei propri dati condividere con una o con l’altra. Senza contare l’enorme contributo alla profilazione di ogni singolo utente, che sia iscritto ovunque o no. Anche se ancora non avrebbe chiaro, secondo le fonti del New York Times, come guadagnare da queste integrazione, Mark Zuckerberg saprà sicuramente trovare un modo. O più di uno.

JAN KOUM CAPO DI WHATSAPP Facebook WhatsApp FACEBOOK WHATSAPP

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI