I LIVELLI RECORD DELLO SPREAD BTP/BUND (FINO A 437 PUNTI) SONO UN FORTISSIMO SEGNALE DI ALLARME SUL FATTO CHE L'ITALIA È ARRIVATA ORMAI A UN PASSO DA NON POTER PIÙ SALVARE SE STESSA. METTENDO A RISCHIO NON SOLTANTO LA SUA ECONOMIA, MA ASSICURANDO IL CONTAGIO ANCHE A TUTTO IL RESTO DELL'AREA EURO - L'EURO CONTINUA A PERDERE TERRENO NEI CONFRONTI DEL DOLLARO. AD ALIMENTARE L'INCERTEZZA L'ANNUNCIO DI UN REFERENDUM IN GRECIA SUL PIANO DI SALVATAGGIO DEL PAESE…

Da Il Sole24ore.com

Un Ognissanti nero per i mercati dopo il tonfo delle Borse europee e di Wall Street di ieri: questa mattina i mercati asiatici sono travolti da un'onda ribassista. L'Europa segue lo stesso trend. Piazza Affari apre in forte calo, l'indice Ftse Mib avvia la giornata in ribasso del 2,86% a 15.558 punti mentre il Ftse IT All Share lascia sul terreno il 2,42 a 16.423 punti. A circa mezzora dall'apertura, Piazza Affari non fa che peggiorare. Sotto tiro soprattutto le banche e Fiat che segna un -5,40%. Tra i bancari Unicredit (-6,60%), Intesa Sanpaolo (-6,43%), Fond-Sai Rsp(-6,12%), Banca Pop Mi (-6,02%).

IL MERCATO DEI TITOLI DI STATO
Sfonda la soglia del 5% il rendimento del Btp a due anni. L'interesse sul biennale balza al 5,09%, mentre lo spread con l'analogo bund si è allargato a 461 punti. Balzo immediato, in avvio di seduta, dello spread fra il Btp e il Bund tedesco che schizza a 437 punti rispetto ai 407 punti della chiusura di ieri. Materialmente significa che in base alle dinamiche di domanda e offerta, per trovare acquirenti i Btp devono offrire oltre 4 punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle emissioni tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio.
I rendimenti
Raggiunge la soglia del 6% il rendimento del Btp a cinque anni sul mercato secondario, segnando un nuovo massimo storico dall'introduzione dell'euro nel 1999. Lo spread con l'equivalente bund tedesco a cinque anni vola a 497 punti base.

I TITOLI BANCARI IN EUROPA
I titoli bancari europei stanno crollando secondo un'agenzia Bloomberg dopo che il primo ministro greco George Papandreou ha indetto un referendum e un voto di fiducia parlamentare, «potenzialmente per deragliare gli sforzi europei di salvataggio e di spingere la Grecia in default». Société Generale, Banco Comercial Portugues e Commerzbank hanno affondato l'indice di settore a - 4,8% con cali delle prime due banche del 12% e dell'istituto tedesco del 9,6 per cento. Tutti i 46 membri del benchmark sono in calo.

LE BORSE ASIATICHE
Tokyo ha chiuso in calo dell'1,70%, Sydney dell'1,52% mentre Hong Kong cede il 2,4%. Sulle borse asiatiche hanno pesato i timori per la situazione dell'Eurozona ma anche i dati macroeconomici provenienti da importanti regioni dell'Asia: la manifattura cinese, le esportazioni della Corea del Sud e e l'economia di Taiwan hanno registrato i tassi di crescita più bassi dal 2009. Non aiutano, inoltre, le previsioni negative di alcune società, come Panasonic (-5,1%) che ha messo in conto di chiudere - per la prima volta in dieci anni - il bilancio in perdita.

Anche le attese su Wall Street, in attesa di conoscere i dati macroeconomici americani nel pomeriggio, non sono positive (i future sugli indici sono negativi) mentre i timori sui conti pubblici dell'eurozona tengono l'euro sotto pressione rispetto alle altre valute.

L'EURO
L'euro continua a perdere terreno nei confronti del dollaro, zavorrato dai timori sulla tenuta debito dell'Eurzona. Ad alimentare l'incertezza é arrivato, ieri, l'annuncio di un referendum in Grecia sul piano di salvataggio del paese. La moneta unica è scesa sotto la soglia di 1,37 dollari toccando un minimo dal 20 ottobre a 1,3674 e ora è indicata a 1,3706 contro 1,3934 ieri in chiusura.

GLI AQUISTI BCE NON BASTANO
The game is over. I livelli record raggiunti ieri dai rendimenti dei Btp sulle scadenze brevi a 2, 3 e 5 anni sono un fortissimo segnale di allarme sul fatto che l'Italia è arrivata ormai a un passo da non poter più salvare se stessa. Mettendo a rischio non soltanto la sua economia, ma assicurando il contagio anche a tutto il resto dell'area euro.

Le scadenze brevi dei buoni pluriennali sono quelle che misurano con maggiore precisione lo stato di salute della Repubblica italiana, perché sui Btp a 2 e 3 anni non ci sono acquisti da parte della Banca centrale europea, che ieri ha continuato a comprare titoli governativi di Italia e Spagna a 5 e 10 anni. Nonostante ciò, i rendimenti e gli spread sui Bund tedeschi dei titoli decennali di entrambi i Paesi hanno continuato a galoppare.

INTERVENTO BCE A IMPATTO NEUTRO PER I CONTI DELL'EUROZONA
Il rendimento dei Btp a 2 anni ha toccato il 5,08%, un record dall'introduzione dell'euro. Record analogo l'ha raggiunto il Btp triennale, che in mattinata ha sfondato quota 5,5 per cento. Anche i buoni a 5 anni hanno fatto tremare i polsi: il rendimento ha superato quota 6%, portando il differenziale con il Bund di uguale durata al livello inedito di 476 punti base.

Il Btp a 10 anni ormai viaggia stabilmente sopra 6 per cento e ieri mattina ha sfiorato quota 6,2%, con lo spread rispetto ai Bund a 10 anni arrivato attorno a 410 punti base. Quel 6,2 per cento comincia a fare davvero paura. «Irlanda, Portogallo e Grecia sono state costrette a chiedere aiuti all'Unione europea quando i rendimenti sui titoli decennali sono arrivati al 7% - spiega Sergio Capaldi, Fixed income strategist di IntesaSanPaolo -. In base alle nostre simulazioni l'Italia ci arriverebbe prima, attorno al 6,5%, perché i tassi di crescita rispetto all'entità del debito sono più bassi».

Anche se va ricordato che la scadenza media del debito italiano è di 7 anni. Sulla Repubblica tricolore pesa la non più sostenibile ipoteca della credibilità del governo, impegnato nel realizzare una serie di promesse nei prossimi mesi quando i mercati stanno giudicando l'Italia in termini di giorni, se non di ore. «Più ci si avvicina alla soglia psicologia della incapacità di un Paese di fare fronte alle scadenze sul debito - continua Capaldi - più la speculazione è sollecitata a cercare di forzare quelle soglie, entrando in un circolo vizioso dal quale poi è difficile tornare indietro».

Va detto, comunque, che la tensione sta aumentando in tutta l'area euro. La diffusione ieri mattina di una serie di dati che testimoniano il progressivo deterioramento del quadro macroeconomico europeo hanno contribuito a rendere più pesante la situazione. L'Ocse ha aggiornato al ribasso le stime di crescita dell'eurozona, portandole da 2% all'1,6% nel 2011 e allo 0,3% nel 2012, mentre Eurostat ha sancito che la disoccupazione continua a crescere, raggiungendo il 22,6% in Spagna.

Secondo la banca centrale spagnola la crescita del Pil nel terzo trimestre è stata pari a zero. Non a caso ieri anche i rendimenti dei titoli iberici sono tornati a crescere (5,65% il picco del Bonos decennale) mentre lo spread con i Bund tedeschi ha superato i 350 punti.

Ad accrescere la tensione su Italia e Spagna sono state anche le indiscrezioni nel week end su un piano di emergenza del Fondo monetario, della Ue e delle banche centrali per salvare Italia e Spagna in caso di rischio contagio. «Temo che non ci sia il tempo neanche per questo - chiosa Capaldi - nel breve termine solo le banche centrali hanno la forza e l'autonomia per sostenere gli Stati. Per potenziare Efsf e Fmi servono tempi "politici" troppo lunghi. Soltanto un intervento su larga scala da parte della Bce sui titoli governativi europei sotto attacco può lanciare un altolà serio alla speculazione. E certo un taglio dei tassi, considerato anche il rialzo dell'inflazione, gioverebbe. Per il nuovo governatore dell'Eurotower, Mario Draghi, si profila un vero e proprio battesimo del fuoco».

Nel frattempo i Btp italiani e spagnoli mietono la prima vittima oltreoceano: Mf Global ha dichiarato bancarotta proprio per le cattive scommesse sul debito europeo. Barclays invece ha annunciato di aver ridotto l'esposizione verso titoli europei del 31 per cento.

PAPANDREOU ANNUNCIA REFERENDUM SUL PIANO UE, BORSA DI ATENE IN PROFONDO ROSSO
Se le Borse europee piangono, quella di Atene sprofonda a -8,3% dopo l'annuncio di George Papandreou, di sottoporre a referendum il piano di aiuti dell'Unione europea. L'accordo Ue sul debito greco sottoposto a referendum popolare, aumenta così lo stato di incertezza e affonda l'indice Athex dei principali titoli greci che cede l'8,3%.

L'annuncio-shock del premier Papandreou di voler sottoporre a un referendum il piano di aiuti ad Atene rischia di aggravare ulteriormente la crisi dell'eurozona. E ha già provocato tensioni in Germania: un membro della coalizione del cancelliere Angela Merkel si è detto decisamente «irritato». «Mi sembra come se qualcuno stia cercando di sgusciare fuori da un accordo concordato, una strana cosa da fare», ha detto Rainer Bruederle, che è stato ministro dell'Economia per gran parte degli ultimi due anni, prima di assumere la guida parlamentare dei liberaldemocratici dell'FDP.

«Il premier aveva accettato un pacchetto di salvataggio di cui ha beneficiato il suo Paese. Altri Paesi stanno facendo notevoli sacrifici per decenni di cattiva gestione e scarsa leadership in Grecia: sono state fatte scelte sbagliate e il Paese si è portato da sè dentro la crisi», ha concluso il deputato.

 

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