MAGGIORANZA NEL PORTAFOGLIO, MINORANZA NEL CDA - DEL VECCHIO VOTERÀ LA LISTA CON NAGEL E PAGLIARO ALL'ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA? PARE DI NO. ALL'INIZIO VOLEVA ESSERE QUIETO, MA ORA HA ACCELERATO E DOVREBBE SCHIERARSI A FAVORE DI QUELLA DI ASSOGESTIONI. SOSTENERE BLUEBELL PARTNERS DI BIVONA SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GROSSO NEI CONFRONTI DI NAGEL E PAGLIARO...
Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/
L’assemblea si riunirà il 28 ottobre 2020: quel giorno i soci di Mediobanca saranno chiamati a votare il nuovo consiglio di amministrazione in carica per il triennio 2021-2023. Le liste in lizza sono tre: una, di maggioranza, stilata dal cda uscente, che tra le altre cose prevede la riconferma dell’amministratore delegato Alberto Nagel e del presidente Renato Pagliaro; e due di minoranza, una a opera di Assogestioni, l’associazione italiana dei fondi comuni, e l’altra predisposta dall’investitore attivista Bluebell Capital Partners.
E, poiché nell’azionariato di Mediobanca c’è un nuovo, importante azionista singolo appena salito con la sua cassaforte lussemburghese Delfin dal 9,889% al 10,162% (e con facoltà concessa dalla Bce a salire fino al 20%), Leonardo Del Vecchio, i riflettori sono tutti puntati su di lui. Il mercato, infatti, si interroga sulla lista per la composizione del cda che sarà appoggiata, e quindi votata in assemblea, dall’imprenditore fondatore del colosso dell’occhialeria Luxottica, oggi Essilux dopo la fusione con la francese Essilor.
Nei giorni scorsi, Repubblica, considerando probabile che Del Vecchio non avrebbe appoggiato la lista di maggioranza stilata dal cda di Mediobanca, ha prospettato la possibilità che si schieri a favore di quella di Assogestioni. Del resto, sostenere Bluebell Partners, nei mesi scorsi fortemente critica nei confronti della governance di Piazzetta Cuccia e dei maxi stipendi di Nagel e Pagliaro (pari, nell’esercizio chiuso lo scorso giugno, a 3 milioni di compenso totale più 990 milioni di remunerazione in azioni per l’amministratore delegati e a 2,16 milioni per il presidente non esecutivo), per Del Vecchio sarebbe uno smacco troppo grosso nei confronti dell’ad di Mediobanca.
Già il solo fatto di votare una lista di minoranza, cosa che è anche quella di Assogestioni, rappresenterebbe un segnale importante, non positivo, nei confronti di Nagel e Pagliaro.
Lo scrivono esplicitamente in uno studio sull’argomento gli analisti di Citi che, facendo sapere di aspettarsi che Del Vecchio alla fine si schiererà con la lista del cda, spiegano che il mercato “sarebbe negativamente sorpreso se il voto di Delfin, se espresso, non supportasse o la lista dell’attuale consiglio o quella proposta da un più grande gruppo di azionisti”.
Tuttavia, i segnali più o meno espliciti arrivati sin qui da Del Vecchio non sembrano suggerire che l’imprenditore nato a Milano nel 1935 sosterrà la lista stilata dal cda di Mediobanca. In primo luogo, c’è l’intervista da poco rilasciata al Messaggero, in cui tra le altre cose Del Vecchio afferma: “Valuteremo con attenzione l’operato del management (di Mediobanca ovviamente, ndr) e utilizzeremo il voto assembleare in modo sereno e costruttivo”, con quest’ultimo aggettivo soprattutto che sembra alludere a un voto critico nei confronti dell’attuale management di Piazzetta Cuccia.
In due passaggi dell’intervista, inoltre, Del Vecchio lascia trasparire una certa stizza per non essere stato consultato, in qualità di socio di maggioranza, dal cda per la lista: “Ho saputo da poco che ci sono tre liste, valuteremo i profili dei diversi candidati e prenderemo la decisione migliore nell’interesse della banca” dice. E, soprattutto: “Non sono stato interpellato per la composizione delle liste, ma mi è sembrato cortese chiamare Nagel personalmente per informarlo del via libera dalla Bce per salire oltre il 10 per cento”.
Poi c’è tutta una serie di segnali più sottotraccia, a cominciare dall’asse stretto tra Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone nelle Assicurazioni Generali, la cui quota di maggioranza del 13% è in mano alla stessa Mediobanca. Un’alleanza che nei giorni scorsi, per esempio, come raccontato da Business Insider, ha contribuito a far naufragare l’acquisto di Banca Generali dal gruppo triestino del Leone proprio da parte di Piazzetta Cuccia.
francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt41
Senza contare che, proprio con la Mediobanca guidata da Nagel, Del Vecchio si era scontrato nella riorganizzazione dell’Istituto di ricerca oncologico di Milano, lo Ieo, essendo costretti lì per lì a soccombere nonostante il sostegno di Unicredit.
Sempre l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier ha finanziato Del Vecchio anche nell’ascesa nell’azionariato di Mediobanca, ma lo ha fatto insieme con Intesa Sanpaolo. E, considerando che quest’ultima nella recente battaglia per l’acquisizione di Ubi Banca è stata appoggiata proprio da Mediobanca (nel ruolo di consulente), c’è anche chi ha pensato a una possibile pace, magari armata, tra Del Vecchio e Nagel che possa andare in scena in occasione dell’assemblea del 28 ottobre. O forse il sostegno di Intesa al fondatore di Luxottica si spiega semplicemente col fatto che, una volta conquistata Ubi, possono ripartire le storiche rivalità tra la prima banca italiana e Mediobanca.