MALACALZA, MALA TEMPORA! - TRONCHETTI SGANCIA IL SILURO: ARBITRATO DI GPI CONTRO I GENOVESI - E LA “MEDIAZIONE” DI GHIZZONI SU CANFIN? - LA HOLDING CHIEDE UN RISARCIMENTO DANNI E L’INEFFICACIA DEL RECESSO - BATOSTA SUI MALACALZA ANCHE DAL TRIBUNALE DI MILANO: DISSEQUESTRATI I VERBALI DEL CDA DI GPI DELLO SCORSO 6 NOVEMBRE - “A FONDAMENTO DEL RICORSO UNA RAPPRESENTAZIONE DEI FATTI GRAVEMENTE LACUNOSA…”
R.Fi. per "Il Sole 24 Ore"
Il cda di Gpi ha deciso ieri di avviare un arbitrato contro Malacalza Investimenti con tre obiettivi: far valere l'inadempimento dei soci genovesi degli accordi in Camfin chiedendo il risarcimento danni; accertare l'inefficacia del recesso dal patto già comunicato dai Malacalza e respinto da Gpi; far dichiarare che la stessa Gpi non ha violato gli accordi. La holding a monte di Camfin e di Pirelli farà inoltre opposizione alla richiesta di sequestro giudiziario di azioni Camfin (pari al 13,19% del capitale), legata alla richiesta di scissione avanzata dai genovesi.
Il consiglio di Gpi ha anche preso atto della decisione di Mtp Sapa e Mtp Partecipazioni dell'intenzione di attivare la procedura tesa alla valorizzazione del patrimonio di Gpi prevista dall'Accordo quadro. «Tale procedura - si legge nel comunicato - è quella prevista dagli accordi tra le parti per lo scioglimento della partnership per il mancato rinnovo degli accordi parasociali alla scadenza naturale». Qualora al termine della citata procedura le parti «non siano addivenute ad un accordo sulla valorizzazione del patrimonio di Gpi e Malacalza Investimenti lo chieda, si darà corso alla scissione parziale e non proporzionale di Gpi nei tempi tecnici previsti dalla legge».
Il cda ha inoltre preso atto che il Tribunale di Milano - dopo aver concesso il sequestro della registrazione dei lavori del cda di Gpi del 6 novembre 2012, richiesto dai consiglieri espressi dai Malacalza, che avevano prospettato un asserito rischio di occultamento della prova dell'invalidità della delibera - in data 1° dicembre ha revocato tale sequestro sottolineando, tra l'altro, che i consiglieri ricorrenti «hanno posto a fondamento del ricorso una rappresentazione dei fatti gravemente lacunosa, connotata da omissioni tale da renderla distorsiva del reale svolgimento dei rapporti tra le parti».
In un comunicato diffuso ieri, Mtp Sapa e Mtp Partecipazioni affermano di aver «preso atto con disappunto della richiesta avanzata da Malacalza Investimenti» innanzi al Tribunale di Milano di sequestro giudiziario di una quota parte delle azioni Camfin, pari al 13,1972% del capitale sociale e proporzionale alla partecipazione detenuta della famiglia genovese nel capitale di Gpi, «una condotta non coerente con i dichiarati intenti di trovare una soluzione per la composizione della vicenda».
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