bollore mediaset

MEDIASET TRIPLICA IL ROSSO: DA 36 A 116 MILIONI - E’ COLPA DI PREMIUM, CON L’EFFETTO VIVENDI - I CONTI FINISCONO PER DIVENTARE UN ALTRO ATTO D'ACCUSA CONTRO BOLLORÉ CHE SI E' TIRATO INDIETRO SULL'ACQUISTO DELLA PAY TV - SENZA I CASINI FRANCESI I RICAVI SONO CRESCIUTI DEL 6 PER CENTO

 

mediaset vivendimediaset vivendi

Francesco Spini per la Stampa

 

I nodi vengono al pettine. Il dietrofront di Vivendi che non vuole più Mediaset Premium incide sui conti di Cologno Monzese. Il terzo trimestre della tv a pagamento, infatti, «è stato pesantemente condizionato dal mancato rispetto del contratto vincolante firmato con Vivendi». E così il gruppo Mediaset - fondato da Silvio Berlusconi, la cui famiglia tramite Fininvest è il maggiore azionista - chiude i nove mesi in «rosso» di 116,6 milioni di euro, contro la perdita da 36,1 milioni dello stesso periodo di un anno fa.

 

I conti finiscono per diventare l' ennesimo atto d' accusa nei confronti del gruppo guidato da Vincent Bolloré, che secondo Mediaset, ha sostanzialmente danneggiato la gestione della pay-tv nel periodo dell'«interim management», la guida congiunta Cologno-Parigi. In un primo momento le decisioni editoriali «indicate da Vivendi» hanno «determinato l' acquisizione di contenuti lineari non previsti a budget», come i canali Eurosport (Discovery) rinnovati, per giunta per tre anni (non per due, come era consuetudine).

cyrill vincent e yannick bollorecyrill vincent e yannick bollore

 

Poi «da metà giugno» Vivendi «si è resa inadempiente ai propri obblighi contrattuali di autorizzazione e condivisione delle principali scelte operative con il management della società». È sparita, accusano dal Biscione, causando «uno stallo decisionale» su Premium: ne risentono i ricavi della pay tv la cui dinamica rallenta dal +16% del primo semestre al +5% del terzo trimestre. Cologno - che il 23 novembre discuterà in Tribunale la richiesta di sequestro del 3,5% di Vivendi - conferma la richiesta dei danni. Già ingenti e a cui si sono aggiunti «oneri straordinari pari a 50 milioni di euro sostenuti da Mediaset tra l' 8 aprile e il 30 settembre 2016, ovviamente non previsti a budget» e connessi con gli accordi disattesi da Vivendi.

mediaset vivendi 2mediaset vivendi 2

 

Nell' attesa Mediaset non fa passi indietro: «Siamo ben saldi sulla validità dell' accordo» con Parigi, assicura agli analisti il direttore finanziario Marco Giordani, «quindi non vediamo altri scenari, il contratto è stato firmato, deve essere realizzato». Al limite «si può discutere su quando verrà attuato, ma non sul fatto che verrà realizzato». Tant' è che quando gli chiedono sulle prossime aste per i diritti del calcio, risponde: «Se ne occuperà il nuovo proprietario» di Premium, dove Telefonica - socio di minoranza con l' 11% - continua invece a fare la propria parte, avendo pure sottoscritto quanto di competenza nei recenti aumenti di capitale.

 

Al di là dei grattacapi con i francesi, i conti di Mediaset evidenziano ricavi netti in crescita del 6% nei nove mesi a 2.563,9 milioni. Sale del 2,5% anche il margine operativo lordo a 892,9 milioni. E segnali positivi arrivano dalla pubblicità: a ottobre è salita del 4,1%, le attese sono «positive» per novembre e dicembre. Il dg marketing di Publitalia, Matteo Cardani, stima una crescita della raccolta per tutto il 2016 tra il 2,7 e il 3,1%.

de puyfontaine mediaset vivendide puyfontaine mediaset vivendi

 

Per restare nella galassia berlusconiana, Mondadori nei nove mesi registra ricavi netti a 935 milioni, +14% con il consolidamento della Rizzoli Libri e di Banzai Media (senza, il fatturato è stabile). L' utile è di 17,9 milioni rispetto alla perdita netta di 2,8 milioni di un anno fa. La società presieduta da Marina Berlusconi rivede in meglio le stime 2016 (il mol «adjusted» crescerà a doppia cifra) e la Borsa apprezza: il titolo chiude in crescita del 5,9% a 0,94 euro.

 

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…