DITO MEDIO-LANUM A DEL VECCHIO – LA FAMIGLIA DORIS MANDA UN MESSAGGIO AL PRESIDENTE DI ESSILORLUXOTTICA: SE SUPERA IL 10% DI MEDIOBANCA L'ISTITUTO POTREBBE DISMETTERE LA STORICA PARTECIPAZIONE CUSTODITA GELOSAMENTE PER QUASI 20 ANNI – QUEL 3,28% È GIÀ STATO SPOSTATO DALLE ATTIVITÀ STRATEGICHE AL PORTAFOGLIO “HELD TO COLLECT AND SELL” – INTANTO I RIFLESSI DELLA VICENDA SU GENERALI SAREBBERO FINITI SOTTO LA LENTE DELL’ANTITRUST...
1 – MEDIOLANUM,MEDIOBANCA NON PIÙ STRATEGICA
ennio e il figlio massimo doris
(ANSA) - Mediolanum, considerato come potrà evolvere la futura governance di Mediobanca, anche alla luce delle recenti modifiche dell'azionariato "ha ritenuto di modificare i propri obiettivi strategici, passando da una logica di valorizzazione della partecipazione in un arco temporale di medio lungo termine ad un approccio aperto ad una maggiore flessibilità".
Pertanto il Cda del gruppo della famiglia Doris "ha deciso di riclassificare le azioni detenute in Mediobanca da partecipazione strategica a portafoglio Held to Collect and Sell". "Se Del Vecchio decidesse di salire oltre il 10% - spiega l'ad Massimo Doris - supererebbe la quota del patto e diventare voto determinante in assemblea.
Deve essere rinnovato il consiglio e se Del Vecchio salisse al 15 o 20% è difficile che Mediolanum possa ancora avere un rappresentante in Cda. Che linea vorrà dare a Mediobanca? Sono tutte domande che ci siamo posti. Non sappiamo cosa accadrà. Se non cambierà niente magari rimaniamo. Se cambia vogliamo essere liberi di vendere".
2 – MEDIOBANCA, DORIS CONTRO DELFIN
Luca Gualtieri per “MF”
Prima che riprenda la scalata a Mediobanca la famiglia Doris manda un messaggio chiaro a Leonardo Del Vecchio: se il presidente di EssilorLuxottica superasse il 10% di Piazzetta Cuccia, Mediolanum potrebbe dismettere la partecipazione custodita gelosamente per quasi 20 anni. Quel 3,28% è già stato spostato dalle attività strategiche al portafoglio Held to Collect and Sell, una scelta contabile che consentirà di avere le mani libere per un' eventuale cessione. Tutto dipenderà dalle mosse di Del Vecchio e del suo fidato Francesco Milleri.
ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI
Dopo il blitz di settembre l' imprenditore di Agordo si è portato al 9,9% di Mediobanca, anche grazie all' acquisto di parte della quota Unicredit. Per superare questa soglia servirà il via libera della Bce che, almeno per ora, non sarebbe stato formalmente richiesto. Proprio in vista di questa concreta eventualità però la famiglia Doris ha deciso di uscire allo scoperto: «Se Del Vecchio salisse oltre il 10%, supererebbe la quota dell' accordo di consultazione (12,6%) e diventerebbe determinante in assemblea», ha spiegato ieri l' ad di Mediolanum Massimo Doris.
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
In questo caso «dovrà essere rinnovato il consiglio e se Del Vecchio salisse al 15 o al 20% è difficile che Mediolanum possa ancora avere un rappresentante in cda. Che linea vorrà dare a Mediobanca? Sono tutte domande che ci siamo posti. Non sappiamo cosa accadrà. Se non cambierà niente magari rimaniamo.
Se cambia, vogliamo essere liberi di vendere», ha concluso il manager. Al momento però nessuna decisione è stata presa e anzi gli storici azionisti di Piazzetta Cuccia si sono riservati la possibilità di effettuare ulteriori acquisti dopo quelli dei mesi scorsi: «come famiglia abbiamo lo 0,5% (attraverso la holding Finprog, ndr) e rimaniamo così.
Potremmo anche comprare», ha spiegato Doris.
PUBBLICITA' DI FORBES CON IN COPERTINA ENNIO E MASSIMO DORIS SU 'LA STAMPA'
La prossima mossa spetta adesso a Del Vecchio, ben consigliato dall' avvocato Sergio Erede e dal presidente di Jp Morgan Italia Vittorio Grilli. Se formalmente l' istanza per salire nel capitale di Mediobanca non è ancora stata presentata, Delfin potrebbe presto rompere gli indugi. Soprattutto perché l' istruttoria rischia di protrarsi per molti mesi, forse fino all' assemblea di ottobre che nominerà il nuovo board della merchant.
L' acquisizione di una quota di maggioranza relativa da parte di un azionista privato del resto è circostanza rara nel sistema bancario: solo in Italia si contano pochissimi casi tra cui quelli dei Malacalza in Carige, dei Maramotti nel Credem e di Sebastien Fürstenberg in Banca Ifis. Ma i nuovi assetti proprietari di Mediobanca non sono soltanto sotto la lente della Vigilanza. Il dossier è da qualche mese oggetto di attenzione da parte della Consob e della Procura di Milano che ha aperto un' inchiesta a modello 45 affidata al pm Stefano Civardi. Non solo.
LEONARDO DEL VECCHIO LUIGI FRANCAVILLA LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza i riflessi della vicenda sulle Generali (di cui Del Vecchio è azionista al 4,87%) sarebbero recentemente finiti sotto la lente dell' Antitrust. Tornando alla partecipazione di Mediolanum in Piazzetta Cuccia, nel bilancio consolidato 2019 il cda ha ridotto di circa 67 milioni del valore di iscrizione della quota..