DE BENEDETTI AFFAIR (OVVERO L’IMPORTANZA DI AVERE UN GIORNALE) – NON SOLO SI PUO’ PERMETTERE DI RIFILARE SORGENIA ALLE BANCHE CON DUE MILIARDI DI DEBITI MA VA A DA RENZI A BATTERE CASSA PER OTTENERE I FONDI PER PRE-PENSIONARE I GIORNALISTI DEL GRUPPO ESPRESSO-REPUBBLICA

1. SORGENIA: SCONTRO FINALE DE BENEDETTI-BANCHE
Andrea Pacini per ‘Il Fatto Quotidiano'

I De Benedetti si arrendono alle banche o le banche si arrendono ai De Benedetti? Questo è il problema. Perché Carlo e il figlio Rodolfo saranno costretti ad alleggerire la loro cassaforte Cir cedendo il controllo della società elettrica schiacciata da quasi 2 miliardi di debiti.

Ma la grana passerà ai sei istituti che ne diventeranno (controvoglia) proprietari. Con l'impiccio di trovare al più presto qualcuno disposto a comprarsi l'azienda. La proposta elaborata dai consulenti delle 21 banche creditrici è arrivata ieri sul tavolo del cda durato fino a notte e aggiornato a oggi.


2. I LOBBISTI DI DE BENEDETTI AL LAVORO
Paolo Bracalini per ‘Il Giornale'

Faccia a faccia, a Palazzo Chigi, tra il premier Renzi e Carlo De Benedetti, miglior lobbista di se stesso. Al centro, dicono i rumors, ci sarebbe stata soprattutto la questione dei fondi all'editoria, con l'Espresso-Repubblica (gruppo presieduto dall'Ingegnere) alle prese con una ristrutturazione (crisi) che comporterà, come in altre decine di realtà editoriali, nuovi tagli e prepensionamenti - anche di firme storiche - a patto che il dipartimento Editoria di Palazzo Chigi dia il via libera ai finanziamenti, al momento in stand by (e per giunta nel mirino del taglia-spese Cottarelli...).

La pratica è in mano all'uomo ombra di Matteo Renzi, il sottosegretario Luca Lotti. Ma l'ultima parola, come su tutto, è di Renzi, alle prese in queste ore con un altro test: rispettare le quote rosa «renziane» anche nella tornata di nomine pubbliche. E qui l'incontro con De Benedetti può essere risultato proficuo per entrambi, con una top manager «debenedettiana», Monica Mondardini (amministratore delegato Cir e gruppo Espresso) che è anche una delle poche donne papabili per una delle poltronissime, si dice le Poste.

Si è parlato anche di Sorgenia, la società del gruppo messa peggio, con un buco di 1,8 miliardi di euro? L'editore di Repubblica non riveste ruoli diretti, mentre il figlio Rodolfo, presidente Cir, ha sempre respinto le insinuazioni: «Si cerca di creare un caso politico su quello che è solo un problema tra azionisti e banche». Casualmente, proprio all'indomani dell'incontro De Benedetti-Renzi il cda di Sorgenia si è riunito per l'approvazione del piano di salvataggio. E, sempre per un incrocio di circostanze, in corsa per Enel ci sarebbe proprio l'attuale ad di Sorgenia, Andrea Mangoni.

Ma Cir e Sorgenia possono contare, quando non sui consigli e sulle relazioni politiche del fondatore Carlo De Benedetti, su un validissimo gruppo di lobbisti, molto attivi in Parlamento. In via del Tritone a Roma la targhetta dice «Cir - Ufficio di rappresentanza», di fatto è il quartier generale dei lobbisti dell'Ingegnere.

Un team di una decina di specialisti, guidati da Francesco Dini, direttore Affari generali di Cir, in sostanza il lobbista-ariete dei De Benedetti nel Palazzo. Relazioni trasversali, ma soprattutto nel Pd, un tempo in asse con D'Alema e Latorre, quindi con l'ala lettiana del Pd (specie con Boccia, presidente della Commissione Bilancio, autore della proposta Google tax molto sostenuta da De Benedetti), ovviamente col capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda che per anni è stato consigliere di amministrazione del gruppo Espresso.

Ora i lobbisti di De Bendetti sono al lavoro per fare breccia nel giglio magico di Renzi. Sotto il governo Letta (seduto a fianco di Carlo De Benedetti a teatro per i 90 anni di Scalfari) venne fuori un emendamento «salva Sorgenia» alla legge di Stabilità. Opera del lobbista Dini? Chissà.

«Ho visto con i miei occhi i lobbisti vicini al gruppo Cir calare in Parlamento per favorire norme utili a Sorgenia - attacca il senatore di Fi Maurizio Gasparri - e posso assicurare che ci sono sempre state pressioni in campo energetico che avrebbero dato luogo a norme che Sorgenia non disprezzerebbe». Quando non direttamente l'Ing, e nemmeno i suoi lobbisti, scendono in campo i giornalisti.

Come per le pressioni su Fabrizio Barca, rivelate dallo scherzo telefonico della Zanzara, per farlo ministro dell'Economia di Renzi. «Ci fu un incontro tra De Benedetti e Barca, poi delle telefonate da un suo giornalista per sapere se Barca aveva deciso» raccontano fonti vicine all'ex ministro. «Un giornalista del gruppo Espresso», «un nome conosciuto»...

 

 

rodolfo E carlo de benedetti lap rodolfo carlo edoardo de benedetti con il paadre CARLO DE BENEDETTI E FIGLIO RODOLFO MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze sorgenia LOGONICHI VENDOLA E FABRIZIO BARCA

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...