mercato pubblicitario pubblicita televisione mediaset pier silvio berlusconi

PICCOLO SPAZIO, PUBBLICITÀ – NEL 2024 IL MERCATO MONDIALE DELLA PUBBLICITA’ HA SUPERATO I MILLE MILIARDI DI DOLLARI, IN CRESCITA DEL 10%. OLTRE METÀ DEL MALLOPPO FINISCE IN TASCA ALLE PRIME 5 SOCIETÀ DI PUBBLICITÀ DIGITALE: GOOGLE, META, BYTEDANCE (TIKTOK), AMAZON E ALIBABA – L’ITALIA È UN’ANOMALIA: DA NOI LA TELEVISIONE VALE ANCORA IL 35% DEL MERCATO, MENTRE LA MEDIA MONDIALE È DEL 15%, IN CONTINUO CALO – A SORRIDERE SONO SOPRATTUTTO I BERLUSCONI, CHE CON MEDIASET SI PAPPANO IL 55% DEI 4 MILIARDI TOTALI PER IL BUSINESS DEGLI SPOT TV, A FRONTE DEL 36% DI SHARE…

Estratto dell’articolo di Marco Palombi per “il Fatto quotidiano”

 

MERCATO PUBBLICITARIO MONDIALE

Oltre mille miliardi di dollari, metà del Pil italiano. È il valore del mercato pubblicitario globale nel 2024 secondo gli ultimi dati di GroupM, la media agency del leader mondiale del settore per fatturato, la londinese Wwp: grazie a una crescita di quasi il 10% quest’anno si sfonderà per la prima volta il muro del trilione di dollari e l’anno prossimo quello dei 1.100 miliardi (+7,7%). Un mercato in rivoluzione, in cui pure sopravvive ottimamente l’anomalia italiana, un bizzarro animale che ha un nome, anzi un cognome. Berlusconi.

 

Google apple Facebook Amazon

[…]  Quel mercato da mille miliardi di pubblicità finisce per oltre la metà alle prime 5 società di pubblicità digitale, Google, Meta (ex Facebook), ByteDance (Tiktok), Amazon e Alibaba: il “digital pure play” rappresenta infatti il 72,9% dei ricavi pubblicitari globali (in crescita) e quei cinque squali se lo prendono quasi tutto.

 

In soldi si sono messi in tasca oltre 500 miliardi solo quest’anno, “la maggior parte direttamente da inserzionisti di piccole e medie dimensioni attraverso le loro piattaforme pubblicitarie o da grandi inserzionisti che acquistano direttamente”. Bell’esempio di disintermediazione.

 

pier silvio berlusconi

Se seguire i soldi è un buon consiglio investigativo, allora seguendo i soldi del mercato pubblicitario si troveranno indizi sulla morte, forse naturale forse no, del mondo com’era: irrilevante e in contrazione la stampa (digitale compreso), residuale il cinema, benino l’audio, specie grazie allo streaming, mentre la vecchia tv – ivi compresa quella su internet – è una specie di riserva indiana assediata dai cowboy. Vale ancora un cospicuo 15% abbondante del mercato, ma in rapido calo visto che cresce meno del resto del settore: +2,5% l’anno fino al 2009 (comprese le varie forme di tv online) contro il 6,4% medio.

 

La tv è ovviamente il cuore dell’anomalia italiana, che però merita qualche parola generale. Intanto la dimensione del mercato: 11,7 miliardi nel 2024 (+5,7%). Sembrano molti soldi, ma sono pochi: l’Italia vale l’1% del settore avendo il 2,1% del Pil globale.

 

SILVIO E PIER SILVIO BERLUSCONI

La cosa sarà più chiara attraverso qualche paragone: l’Australia ha metà della nostra popolazione e un Pil assai più basso, eppure i suoi ricavi da spot valgono 17 miliardi; il Canada ha quasi lo stesso Pil dell’Italia e molti meno abitanti, ma la pubblicità vale 21,2 miliardi di dollari, cifra che sale a 30 miliardi in Francia e a 37 in Germania.

 

[...] per restare all’Europa, la televisione – dati 2023 di Iab Europe, la Confindustria europea del settore - vale il 10% del mercato pubblicitario in Gran Bretagna, il 15% in Germania, il 19 in Francia, il 22 in Spagna e il 35% in Italia.

 

pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset

Quest’anno, e torniamo ai dati GroupM, a differenza che nel resto del mondo sarà uno dei traini del mercato in Italia: +9,9%, che rimane un lusinghiero +7,4% depurando il dato dalla advanced tv (streaming o piattaforme che siano). Sale anche il “digital pure play”, che per la prima volta in Italia supera la metà del mercato: 51% contro il quasi 73% globale (Google, Meta, Amazon e TikTok incassano più di 85 euro ogni 100 spesi in questo segmento).

 

Riassumendo, mercato piccolo e con un peso innaturale della tv, all’interno del quale ha un peso innaturale Mediaset: all’attuale Mfe (Media for Europe), che realizza quasi tutti i suoi ricavi in Italia e Spagna grazie alla pubblicità, ogni anno finiscono il 55% abbondante degli investimenti totali in spot televisivi nonostante la sua audience si aggiri attorno al 35%.

 

MERCATO PUBBLICITARIO MONDIALE

Di fatto l’azienda della famiglia Berlusconi assorbe da sola tutto il surplus determinato dai tetti pubblicitari della Rai (che infatti lotta strenuamente per mantenere). Il 2024 non farà differenza: se confermasse l’ottimo andamento dei primi nove mesi dell’anno, il bilancio Mediaset si chiuderebbe con introiti pubblicitari in Italia per quasi 2,2 miliardi di euro, cioè il 55% dei 4 miliardi del mercato totale stimato da GroupM a fronte del 36% di share. [...]

 

L’anomalia è stata favorita dai legami con la politica negli anni Ottanta, s’è cristallizzata grazie all’intervento diretto in politica di Silvio Berlusconi e ora si perpetua nella politica della fidejussione, essendo gli eredi Berlusconi gli effettivi proprietari – attraverso 100 milioni di garanzie sui debiti – di Forza Italia, società guidata dal prestanome Antonio Tajani.

 

SILVIO E PIER SILVIO BERLUSCONI

Quell’anomalia ha tenuto in piedi l’azienda, pur rimpicciolita, ma non finora ha creato un grande player europeo che possa sopravvivere in un mercato profondamente cambiato. Il pubblico della tv generalista invecchia ogni minuto che passa e in generale il settore si fa sempre più competitivo: le piattaforme (Netflix, Prime...) e i grandi produttori divenuti broadcaster (Disney, Warner...) contendono al Biscione il pubblico più giovane e quello più affluente.

 

Mediaset oggi non ha la stazza per realizzare produzioni da vendere all’estero, preferisce non partecipare ad aste per gli eventi tv (il bagno della Champions su Premium le è bastato) e le sue produzioni di punta sono i reality show (i cui format non sono di sua proprietà) e Maria De Filippi (che parimenti non è proprietà dell’azienda, né è replicabile).

 

MERCATO PUBBLICITARIO MONDIALE

L’anomalia italiana ha regalato tempo ai Berlusconi e i profitti cresciuti negli ultimi tre anni grazie a quell’anomalia gli regalano la possibilità di mettere le mani sulla malmessa società tedesca Prosiebensat (depurandola dalle attività non core tipo l’e-commerce e i social): a questo fine Mediaset ha ottenuto dalle banche un finanziamento da 3,4 miliardi da usare “nel 2025 inoltrato”, cioè dopo le elezioni tedesche. Che quest’aggiunta basti però a portare nel futuro un’anomalia del passato non è comunque sicuro.

MERCATO PUBBLICITARIO DIGITALE

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…