alessandro profumo giuseppe bono

L'INGRESSO IN SCIVOLATA DI LEONARDO SU VITROCISET FA ARRABBIARE FINCANTIERI, E LA MINISTRA TRENTA HA INCONTRATO SIA PROFUMO CHE MASSOLO PER TROVARE UN COMPROMESSO. FINCANTIERI ENTREREBBE NEL CAPITALE, MA L'EX FINMECCANICA VUOLE ENTRARE NEGLI ACCORDI CON NAVAL GROUP

 

 

Gianluca Paolucci per la Stampa

 

Governo in campo con il ruolo di mediatore nell' affare Vitrociset che oppone le due controllate pubbliche Leonardo e Fincantieri. Ieri, a margine dei lavori del workshop Ambrosetti a Cernobbio, la ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha incontrato sia l' amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, che il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo.

GIUSEPPE BONO

 

Scopo ufficiale degli incontri è stato un confronto sul settore della Difesa che ha preso spunto da uno studio commissionato da Leonardo, ma a margine, secondo quanto ricostruito, Trenta ha affrontato i manager il tema Vitrociset. Il prossimo passo sarà l' incontro, in settimana, tra Profumo e il suo omologo di Fincantieri Giuseppe Bono per un primo chiarimento sulla vicenda Vitrociset che potrebbe aprire un dialogo tra i due contendenti.

 

Mentre domani si riunirà il comitato per la Golden rule che dovrà pronunciarsi sull' offerta di Leonardo dopo aver già dato il suo via libera all' operazione Fincantieri in tandem con il gruppo privato Mermec.

 

A Cernobbio Profumo ha parlato lungamente con la ministra della Difesa, Trenta. Tema della chiacchierata proprio la vicenda Vitrociset, con la ministra che avrebbe invitato a evitare scontri tra due importanti gruppi a controllo pubblico. Nel colloquio, Trenta avrebbe sottolineato la volontà del governo di evitare lacerazioni e la volontà anzi di favorire un dialogo nell' interesse comunque.

 

Elisabetta Trenta

Profumo avrebbe concordato con il ministro sulla necessità di un chiarimento tra i due manager e ribadito la volontà di tutelare i propri azionisti, confermando al contempo l' apertura ad un possibile ingresso, in minoranza, di Fincantieri nella Vitrociset post-acquisizione. Dello stesso tono l' incontro tra Trenta e Massolo, il cui nome era anche circolato prima della nascita dell' esecutivo come possibile ministro degli esteri, con la ministro che avrebbe ribadito la necessità di "fare sistema" ed evitare fratture dannose all' interesse generale.

 

Chiarimenti necessari, dopo che venerdì scorso Leonardo ha annunciato la volontà di esercitare l' opzione sulla totalità della società che realizza sistemi radar e servizi per la loro gestione ha creato più di un malumore: non solo tra i due gruppi a controllo pubblico ma anche, secondo quanto ricostruito, con l' esecutivo.

luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano

 

Vitrociset - asset strategico per il quale il governo può esercitare la Golden rule - sembrava ormai destinata a finire sotto l' ala di Fincantieri. Lo scorso 8 agosto la società guidata da Bono aveva infatti presentato la sua offerta con Mermec (interessato alla parte aerospaziale), lasciando a Leonardo un mese di tempo per esercitare la propria opzione.

 

Dopo un rapido esame del dossier e la costatazione che la situazione finanziaria di Vitrociset si stava rapidamente deteriorando, martedì i vertici di Leonardo hanno preso la decisione di esercitare l' opzione sul 98,35% del capitale ancora non in mano al gruppo. Mercoledì la decisione è stata comunicata al governo ed è stato convocato il cda per il giorno successivo per via libera all' operazione.

 

MASSOLO

Proprio la reazione piccata dell' esecutivo ha convinto i vertici di Leonardo a prendere tempo, tenendo aperto il cda per spiegare meglio la propria posizione ai ministeri coinvolti (Difesa, Mise e Tesoro) e arrivare all' approvazione e all' annuncio il giorno successivo.

 

La previsione, contenuta nel comunicato stampa di venerdì, di aprire il capitale ad altri soggetti pur mantenendo la maggioranza nelle mani del gruppo guidato da Profumo, sembra un passaggio tagliato su misura per Fincantieri, per dare un segnale di apertura e di mancanza di contrapposizione anche verso il governo. Adesso spetta al comitato Golden rule pronunciarsi, che difficilmente dovrebbe stoppare in nome dell' interesse strategico una operazione promossa da un soggetto ultra-regolato e controllato dal Tesoro come Leonardo-Finmeccanica.

Più difficile, si spiega, che Fincantieri accetti un ruolo da comprimario nella partita.

 

 

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