MILIARDARI INCOMPRESI – IL PATRON DI AUCHAN, 83 ANNI, FINISCE SUI MANIFESTI DEL PARTITO COMUNISTA ALLA VOCE “PROFITTATORI” E SI FIONDA IN SEZIONE A PROTESTARE
S.Mon. per il “Corriere della Sera”
Gérard Mulliez, 83 anni, ha fondato nei primi anni Sessanta il colosso della grande distribuzione Auchan (e poi i marchi Decathlon e Leroy Merlin, tra gli altri). Terza fortuna di Francia dopo Bernard Arnault (Lvmh) e Liliane Bettencourt (L’Oréal), Mulliez non ha apprezzato un manifesto affisso a Lille dalla sezione locale del partito comunista, nel quale viene messo a confronto con un’operaia a 1.500 euro al mese. Mulliez, che tra il 2013 e il 2014 ha aumentato la sua fortuna personale di un miliardo di euro (da 19 a 20), viene definito «profittatore della crisi».
Sabato pomeriggio Mulliez è entrato nella sezione di rue d’Artois esordendo con «non siete affatto gentili con me». Sulle prime nessuno ha riconosciuto quell’anziano signore, poi si è tolto il cappello ed è stato identificato come l’uomo del manifesto. Mulliez si è rivolto ai militanti, una ventina, dicendo «alla vostra età avevo già aperto il mio primo magazzino».
Il 6 luglio 1961, quando Mulliez aveva trent’anni, inaugurò nella sua città natale Roubaix, poco lontano da Lille, il primo negozio della zona «dove i prodotti costano meno perché vi servite da soli». Un supermercato insomma, battezzato Auchan storpiando il nome del quartiere «Hauts-Champs» in modo — dice la leggenda — da cominciare con la «A» e apparire nelle prime pagine degli elenchi telefonici.
Gérard Mulliez era figlio del direttore dell’azienda tessile Phildar, e aveva appena seguito negli Stati Uniti un corso del teorico della grande distribuzione Bernardo Trujillo. Dopo i primi scarsi risultati economici, Mulliez cominciò a guadagnare puntando sul whisky, venduto quasi a prezzo di costo per attirare la clientela. Oggi il gruppo AFM (Association familiale Mulliez) dà lavoro a quasi 300 mila persone in 13 Paesi (tra i quali l’Italia). A differenza di alcuni membri della famiglia, Mulliez non si è trasferito a Bruxelles per ragioni fiscali, e continua ad abitare nel Nord della Francia, nei pressi di Lille. Quando ha visto quei manifesti nella sua città, l’imprenditore ha deciso di reagire a quel che gli è sembrata ingratitudine.
«Siete cattivi con me — ha detto —. Io creo dei posti di lavoro e voi in cambio mi attaccate». Uno dei presenti gli ha risposto accusandolo di sfruttare i lavoratori: Mulliez riceverebbe aiuti pubblici ma allo stesso tempo licenzia 300 persone nel dipartimento Nord-Pas de Calais.
La discussione è andata avanti per circa cinque minuti, i testimoni descrivono un Mulliez «piuttosto innervosito». Ha accusato a sua volta i militanti di essere vittime di un lavaggio del cervello e schiavi dell’ideologia, ha salutato e se ne è andato. I giovani comunisti hanno segnalato che è salito su una Range Rover, in contrasto con la fama che lo vorrebbe sempre a bordo di modeste utilitarie. Poi lo hanno invitato a un dibattito su «costo del lavoro e costo del capitale».