C’ERAVAMO TANTO AMATO! ALTRA TEGOLA SUL “SISTEMA SIENA”: MUSSARI E CECCUZZI VERSO IL PROCESSO PER IL CRAC DEL PASTIFICIO NAPOLETANO
Andrea Greco e Francesco Viviano per "La Repubblica"
Si avvicina il processo per Giuseppe Mussari, Franco Ceccuzzi, Paolo Del Mese, indagati con altri 11 a Salerno dopo il fallimento del pastificio Amato. Il pm Vincenzo Senatore tramite il nucleo di polizia tributaria della Gdf campana ha notificato la conclusione delle indagini preliminari, e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per 14 persone con l'ipotesi di bancarotta fraudolenta in concorso. Per il crac Amato a metà 2012 s'era già chiusa un'indagine su 37 persone, 28 delle quali rinviate a giudizio.
Sei mesi fa, poi, uno sviluppo di indagini si aggiunse ai problemi con epicentro Mps, e travolse le ambizioni dell'allora sindaco di Siena Ceccuzzi a poche ore dalle elezioni ammini-strative. Sotto accusa era finito il finanziamento alla Amato Re, immobiliare costituita nel 2008 come costola del pastificio per effettuare una speculazione edilizia con cui «gli indagati dissipavano il patrimonio alienando lo storico stabilimento del pastificio Amato, anche al fine di porlo al riparo dai creditori nell'ambito di procedure fallimentari». Il gruppo fallì il 20 luglio 2011. I soldi per la tresca immobiliare li mise in gran parte Mps (19 milioni) mentre vari istituti si ritiravano.
Per i magistrati contò l'intercessione di Del Mese, politico Udeur allora presidente della Commissione finanze, che sfruttando «il suo inserimento occulto nel tessuto economico locale» portò gli Amato a Siena, e organizzò nel 2006 una cena nella loro villa sulla Costiera, presenti il presidente di Mps, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l'allora deputato Pd Ceccuzzi. Negli atti si legge che Mussari, Del Mese e Ceccuzzi «fornivano un decisivo contributo causativo a commettere i suddetti reati», pur agendo «nella piena consapevolezza dello stato di illiquidità in cui versava la Amato spa nel 2006».
E la banca senese, benché conoscesse i problemi del pastificio e «l'assenza di effettive risorse in capo alla non ancor costituita Amato Re», il 2 marzo 2007 erogò lo stesso il prestito contribuendo alla "dissipazione" del patrimonio del gruppo, e ottenendo in cambio un'ipoteca sull'immobile, un pegno sul 100% di Amato Re e varie fideiussioni personali degli Amato. Si nota, nell'elenco degli indagati, l'assenza di Marco Morelli, ex vice dg del Monte e da un anno a capo di Merrill Lynch Italia. Morelli era stato indagato a Salerno in febbraio, e interrogato per il ruolo tecnico avuto nel finanziare il progetto; verosimilmente va verso l'archiviazione.
Morelli - come Mussari e l'intero vecchio management senese - resta però indagato a Siena: la sua accusa, in concorso con l'ex dg Antonio Vigni, è di ostacolo alla vigilanza, perché - hanno scritto gli inquirenti nella chiusura inchiesta di fine luglio - «ometteva di comunicare a Banca d'Italia di avere rilasciato in data 10 marzo 2009 una indemnity side letter a Bank of New York». Tramite i suoi legali e come prevede la procedura prima che il gip decida se accogliere le richieste dei pm - Morelli avrebbe chiesto un nuovo interrogatorio a Siena; sarà sentito verso metà settembre.
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