parzani mustier messina

QUANTO È PICCOLO IL MONDO! - MUSTIER OGGI SI OPPONE ALLA FUSIONE INTESA-UBI, CHIEDENDO DI ESSERE PARTE ATTIVA NELL’ISTRUTTORIA ANTITRUST, PERCHÉ LA CRESCITA DI INTESA IN ITALIA PENALIZZEREBBE UNICREDIT - MA È CURIOSO CHE TRA I LEGALI CHE DIFENDONO UBI DALL'OPS DI INTESA E CHE HANNO PRESENTATO L'ESPOSTO ALL'ANTITRUST (E UN'ECCEZIONE ALLA CONSOB) CI SIA LINKLATERS, LO STUDIO CHE HA TRA I SUOI PARTNER A MILANO IL PRESIDENTE DI ALLIANZ ITALIA, CLAUDIA PARZANI, COMPAGNA DI MUSTIER…

DAGONOTA

MUSTIER MESSINA

La guerra che vede Mustier in campo contro Messina alle prese con l’Ops su Ubi Banca, perché la crescita di intesa in Italia penalizzerebbe Unicredit, è davvero un’arrampicata sugli specchi o un effetto di una pessima sbronza. Intanto Unicredit e Intesa pari non sono.

 

Basta guardare i bilanci, gli interventi sulla pandemia, i dividendi congelati per finta alle Fondazioni che possiedono Unicredit, i bonus che l’Ad e i manager non potranno mai riscuotere ma che intanto fanno sapere di dare, ma solo in parte, in beneficenza. Senza contare i conflitti d’interesse in fatto di “affetti stabili” tra Mustier e gli avvocati che lavorano per lui (vedi articolo a seguire).

 

VICTOR MASSIAH

E gli stessi azionisti di Ubi sanno benissimo che se l’Ops di Carlo Messina era favorevole prima del Covid-19, oggi è l’unica ancora di salvezza per l’ex quarta banca italiana come ha inequivocabilmente dimostrato l’agenzia Fitch, che ha degradato i titoli di Massiah solo a junk proprio grazie all’offerta in essere.

 

Mustier

Giuseppe Lucchini lo ha detto ufficialmente, gli altri lo sanno benissimo. Così come dovrebbero saperlo i politici e muoversi per rafforzare le nostre banche su scala europea e non su illusorie classifiche nazionali del tempo che fu, soprattutto mentre ci apprestiamo a raccogliere le macerie dell’economia post-lockdown.

 

L'OFFERTA DI INTESA SU UBI DIVIDE BANKITALIA E ANTITRUST

Marcello Zacché per “il Giornale”

 

mustier parzani

La discesa in campo di Unicredit rende ancora più intrigante l' offerta totalitaria lanciata da Intesa su Ubi. L' istituto guidato da Jean Pierre Mustier ha chiesto di partecipare al procedimento dell' istruttoria aperta sul dossier Intesa-Ubi dall' Autorità garante della concorrenza e del mercato.

 

La partecipazione è un diritto previsto dalle norme antitrust: se la prima banca italiana vuole comprare la quarta, è normale che la seconda possa avere qualcosa da dire sugli effetti che l' operazione genera sul mercato e sul sistema creditizio.

 

MUSTIER ELKETTE

Ma è curioso che, a parte Bper già coinvolta nell' operazione, nessun' altra banca si sia mostrata interessata. Da Unicredit no comment, salvo un rimando al documento antitrust. Dove, in effetti, si legge che l' operazione priverebbe il sistema di una banca, Ubi, che può «fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni», e che quindi l' unione Intesa-Ubi romperebbe «la sostanziale simmetria fra i primi due gruppi bancari nazionali, con l' importante di crescita di Intesa». Per Mustier un assist. Per Ubi un inaspettato alleato.

 

Sergio Erede

Dopodiché, tre sono le singolarità della questione. La prima è poco più che una curiosità, visto che i legali che difendono Ubi dall' Ops di Intesa e che hanno presentato l' esposto all' Antitrust (e un' eccezione alla Consob) sono Sergio Erede insieme con Linklaters, lo studio che ha tra i suoi partner a Milano il presidente di Allianz Italia, Claudia Parzani, compagna di Mustier.

 

La seconda è che l' approccio dell' Antitrust all' operazione, come fin qui emerso, rischia la rotta di collisione con la Banca d' Italia. Intendiamoci: nel merito il presidente Roberto Rustichelli sta facendo il suo e cioè verificare i profili relativi a concorrenza e concentrazione.

 

Ma l' amplificazione seguita all' apertura del dossier, con tanto di invio della Guardia di Finanza, poi i suoi specifici contenuti e infine la discesa di campo di Unicredit, sembrano rendere l' Ops sempre più difficile.

 

IGNAZIO VISCO

E questo quando qualche mese prima dell' annuncio di Intesa (e dell' arrivo del coronavirus), era stato lo stesso governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, all' assemblea Abi, a parlare di aggregazioni bancarie, auspicandole per «i vantaggi che una maggiore dimensione può apportare» anche perché «il legame con il territorio non può rappresentare l' unico fattore di sviluppo».

 

Una linea che adesso, con la recessione da Covid 19, vale a maggior ragione. Oltre a essere condivisa da tempo in Bce (che vigila su tutti gli istituti in questione). Tanto da essere stata - secondo fonti autorevoli - tra le condizioni di partenza per Intesa e gli advisor che hanno studiato l' Ops.

 

roberto rustichelli presidente antitrust 1

Il guaio è che gli attriti tra Antitrust e Bankitalia - e siamo alla terza questione - rischiano di aprire le porte a quel capitale straniero che potrebbe approfittare della nuova debolezza del Paese. E puntare sulle banche «preda». Il tema è quello affrontato dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) che ha avviato una serie di audizioni di banche e assicurazioni per valutare in particolare se «tra gli istituti di credito ve ne siano alcuni che con la raccolta dei risparmi degli italiani abbiano aperto linee di credito ingenti a soggetti fuori dal Paese» mirati «all' aggressione di asset nazionali».

claudia parzani

 

La questione riguarda la stabilità di imprese strategiche o casseforti finanziarie piene di Btp; come Generali per esempio, che da sola ne detiene oltre 60 miliardi.

Sul tema, i principali indiziati, già da anni, sono i francesi, forti nella moda, in società come Tim e Mediaset, ma soprattutto ben piazzati nella grande finanza: nelle stesse Generali e in Unicredit, entrambe guidate da manager d' oltralpe.

 

claudia parzani tedx

Mentre alla finestra altri gruppi francesi, come il Credit Agricolé o Axa, restano interessati a crescere in Italia e magari a candidarsi loro a fare il terzo polo di banche o assicurazioni. Vedremo se qualcosa, in proposito, uscirà dal Copasir, dove oggi alle 14 è attesa Mediobanca. Mentre giovedì 28 toccherà proprio a Ubi.

giuseppe LucchiniCLAUDIA PARZANI - ANNA FEDERICI - MARIA LATELLACLAUDIA PARZANI maria latella e claudia parzaniil premiolino 2016 avv. claudia parzani e chiara beria di argentina (presidente giuria)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...