alberto nagel carlo messina

NAGEL NON STA A CUCCIA: ‘LE FUSIONI SI FANNO SU BASE AMICHEVOLE, QUELLE OSTILI COSTANO MOLTO’, È IL PIZZINO MANDATO A CARLO MESSINA (INTESA), CHE HA PUNTATO LE ASSICURAZIONI GENERALI E LA STESSA MEDIOBANCA PER FAR FELICE GUZZETTI - UNICREDIT IN 6 ANNI HA PERSO 30 MILIARDI

 

Andrea Greco per la Repubblica

 

alberto nagel carlo messinaalberto nagel carlo messina

Mediobanca manda segnali di fumo a Intesa Sanpaolo su Generali. «La mia valutazione da banchiere d’affari è che le operazioni di concentrazione vanno fatte in maniera amichevole e concordata - ha detto l’ad Alberto Nagel - perché la statistica dice che operazioni non concordate sono molto più costose e hanno un rischio d’esecuzione molto più elevato».

 

Il manager che ha preso il posto di Vincenzo Maranghi parlava «come valutazione meramente tecnica» e per giunta della contesa Mediaset-Vivendi, che vede litigare i suoi soci e pattisti Bolloré e Berlusconi. Ma chi conosce Nagel sa che pensa esattamente la stessa cosa sul dossier aperto da Intesa Sanpaolo sul Leone, solo ipotetico ma che da tre settimane mette a soqquadro la finanza italiana.

 

MUSTIERMUSTIER

La reazione ostile di Generali - che ha raccolto un 3% di Intesa Sanpaolo con prestito titoli in funzione antiscalata - è legata soprattutto al mancato “avviso” di Carlo Messina, l’ad di Ca’ de Sass che da mesi soppesa pro e contro di una «combinazione industriale» ad ampio spettro per creare un campione europeo nel risparmio e nelle polizze. Per giorni sia in Mediobanca (primo socio del Leone con un 13,24%) che a Trieste hanno atteso un invito a sedersi al tavolo e trattare in modo incruento; tuttavia i giorni passano e l’invito non viene.

 

philippe donnet  philippe donnet

«A Trieste non hanno niente da cui difendersi», ha detto martedì il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, in un preludio di apertura. Ma non è detto che l’operazione si faccia: la strada per renderla conveniente e patrimonialmente neutra per i compratori è stretta.

 

Lo sanno in Borsa, dove ieri Generali ha guadagnato uno 0,76%, Intesa Sanpaolo lo 0,47% e Mediobanca l’1,61%, soprattutto per la buona semestrale chiusa con ricavi record a 1,07 miliardi (+6%) e margine di interesse salito del 5% (per due terzi derivante dal credito al consumo di Compass, che ha aumentato del 75% l’utile e si conferma il pilastro della Mediobanca odierna. Nagel s’è detto «fiducioso di un altro semestre positivo», dopo il quale la cedola salirà «nella misura in cui aumenta l’utile».

 

Se Messina deciderà di muovere verso Trieste, comunque, l’invito a trattare potrebbe farlo piuttosto a Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit e da anni prima forza in Mediobanca con l’8,6%. Mustier, in sella da un semestre, è preso da tutt’altre faccende per cui potrebbe rivelarsi un buon venditore: la banca italo-tedesca - come preannunciato - ieri ha chiuso un 2016 in rosso per 11,8 miliardi, perdita analoga a quelle del 2011 e del 2013, che ha portato il monte perdite degli ultimi sei esercizi a 30,45 miliardi.

 

alberto minali gabriele galateri di genola philippe donnet colpiti dalla bora alberto minali gabriele galateri di genola philippe donnet colpiti dalla bora

Mustier ha in carico attorno a 10 euro la quota in Piazzetta Cuccia, che ieri quotava 7,88 euro. Finora ha negato volerla vendere - né potrebbe essere altrimenti - ma chi lo conosce ritiene che sciogliere un intreccio che ha sempre meno motivo d’essere e incassare un miliardo potrebbe fargli comodo. «Non abbiamo segnali di disimpegno, al contrario - ha detto a riguardo Nagel ieri -. I rapporti, anche professionali, sono particolarmente proficui».

 

L’anno scorso Nagel fu vicino a diventare ad di Unicredit; e oggi è di supporto nel pool di istituti che ne garantiscono la ricapitalizzazione da 13 miliardi: «Da quel che vediamo l’aumento è ben impostato: credo avrà esito positivo». Nagel ha parlato poi del Leone, non senza critiche: «Mediobanca ha sempre accompagnato i programmi di sviluppo di Generali, che ha fatto oltre 20 miliardi di acquisizioni negli ultimi anni. Poi le acquisizioni è bene farle rendere, con un ritorno proporzionato».

 

alberto nagel vincent bollorealberto nagel vincent bollore

Circa il prezzo cui Mediobanca venderebbe Trieste, Nagel ha ricordato che l’anno scorso lo 0,2% fu ceduto «a 17-18 euro». Ora il Leone vale 14,5 euro. Ma formalmente l’indicazione vale solo per il 3% di Generali che Mediobanca è impegnata a vendere entro il 2019 per alleviarne il peso sul patrimonio.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...