LA SETTE NANA - TELECOM HA DECISO DI VENDERE LA RETE IN PERDITA, ANCHE SE LE OFFERTE DI CAIRO E SPOSITO NON BASTANO NEANCHE A RIPIANARE I DEBITI (OLTRE 250 MILIONI) - A QUESTI PREZZI, GLI AZIONISTI PRENDEREBBERO UNA BELLA SCOPPOLA, MA ALMENO SMETTEREBBERO DI PERDERE 100 MILIONI OGNI ANNO - IL TITOLO ANCHE OGGI SALE IN BORSA (+3,8%) - PER ORA, GLI UNICI RISPARMI SONO STATI SUI PRECARI, I CUI CONTRATTI SONO STATI BLOCCATI DA UN GIORNO ALL’ALTRO…

1- TI MEDIA +3,8% IN BORSA CON IPOTESI CESSIONE LA7
(ANSA) - Corre Ti Media a Piazza Affari (+3,79% a 0,16 euro) dopo che il cda di Telecom (+0,66% a 0,76) ha deciso di proseguire con la cessione della controllata. La strada più probabile sarebbe quella di una cessione di La7, l'asset in cui si concentrano le perdite di Ti Media e per cui é in corsa Urbano Cairo, mantenendo invece la proprietà dei multiplex del digitale terrestre.

2- TELECOM, IL CDA HA DECISO DI VENDERE LA7
Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Telecom Italia va avanti con il processo di vendita delle controllata TiMedia. Dopo una riunione fiume, il gruppo presieduto da Franco Bernabè ha deciso di tagliare i rami secchi, anche se le due offerte ricevute non bastano neppure a ripianare i debiti della controllata. E così il cda ha deciso di vendere comunque ma ha preso ancora tempo su quale offerta scegliere, riservandosi la decisione finale il 7 febbraio quando insieme ai risultati del 2012 saranno approvate anche le linee guida del nuovo piano 2013-2015.

Nelle prossime due settimane il direttore finanziario Piergiorgio Peluso dovrà sollecitare una proposta vincolante da parte di Urbano Cairo e a quel punto il consiglio deciderà se cedere solo la fonte delle perdite, ovvero le televisioni, e tenere i multiplex digitali in attesa di convertire queste frequenze per la telefonia, oppure cedere tutto al tandem di fondi Clessidra-Equinox.

In attesa di una soluzione definitiva, nessuno dei soggetti coinvolti nell'operazione si spiega come mai le azioni di TiMedia, che ancora ieri hanno guadagnato l'1,2% a 0,15 euro, continuino a salire. Se Telecom cedesse le televisioni a Cairo senza incasso monetario TiMedia avrebbe bisogno di una ricapitalizzazione, per cui il titolo dovrebbe accusare una penalizzazione.

Se invece fosse l'offerta di Clessidra e Equinox a prevalere, la proposta economica presentata dai due private equity potrebbe non bastare a ripianare i debiti del gruppo che a dicembre sarebbero lievitati sopra quota 250 milioni. L'Opa che i fondi lancerebbero sulle minoranze di Ti-Media sarebbe quindi di molto inferiore rispetto alle attuali quotazioni di Borsa.

Ma a prescindere da chi tra Cairo e Clessidra si aggiudicherà l'operazione, il cda ha deciso di chiudere comunque la disavventura delle televisioni, anche perché secondo le proiezioni più ottimistiche della stessa TiMedia, anche quest'anno La7 dovrebbe registrare 60 milioni di perdite a cui si aggiungeranno 15 milioni relativi a Mtv. Inoltre se Telecom non vendesse in tempi brevi la controllata, sarebbe costretta a ricapitalizzarla per un centinaio di milioni, ai sensi dell'articolo 2446 del codice civile. Del resto anche il fondo guidato da Claudio Sposito, una volta rilevata TiMedia, avrebbe pianificato di fare un aumento di capitale per ristrutturare e rilanciare l'attività.

Una volta chiusa la partita di Ti-Media, il cuore del nuovo piano industriale punterà tutto su nuovi tagli dei costi. Il mercato si aspetta che anche nel 2013 Telecom realizzi almeno mezzo miliardo di risparmi, in modo da mantenere stabili i margini nonostante il calo atteso del fatturato. Ridurre le spese è infatti l'unico modo per andare avanti nel piano di abbattimento del debito, che sotto l'attuale gestione è diminuito di 10 miliardi.

A questo proposito nei giorni scorsi l'ad di Telecom Marco Patuano avrebbe incontrato gli investitori precisando che la società vuole ridurre le spese per consumi energetici (che pesano per 400 milioni l'anno), risparmiare su affitti di immobili e torri (700 milioni) e ridurre le perdite dei servizi di customer care interni (300 milioni), i cui costi si possono ridurre del 30%.


3- LA7 IN VENDITA ENTRO IL 7 FEBBRAIO: I PRECARI SI MOBILITANO
Da www.cinetv.com - Il futuro di La7 rimane precario, come quello di moltissime persone che in tutti questi mesi hanno lavorato a programmi che sono spariti dal palinsesto, da Cristina Parodi Live a G'Day e La valigia dei sogni, la decisione definitiva arriverà il prossimo 7 febbraio.

Sono tante le persone che hanno lavorato duramente, con contratti a tempo determinato, anche solo della durata di pochi giorni, che adesso restano in bilico, in attesa di una decisione sulla vendita di La7. Centinaia di professionisti reclutati occasionalmente, per una tv che non conosce ancora bene il suo futuro e che in termini di ascolti non ha portato i risultati sperati.

Una ventina di quei professionisti, rigorosamente precari, si sono aggregati in un coordinamento. Una di loro, Laura, racconta:

Ci sentivamo sotto una campana di vetro. Pensavamo che La7 fosse un'azienda dove si lavorava bene, in programmi di denuncia che parlavano di lavoratori, con giornalisti sempre pronti a denunciare l'ingiustizia.

Le trattative sulla vendita sono in corso da mesi e non ci sono prospettive rosee per il futuro, Telecom vuole arrivare alle offerte definitive entro il 7 febbraio, quando dovrà scegliere Clessidra ed Equinox o Urbano Cairo, ma fino ad ora le offerte in arrivo sono state molto basse rispetto alle aspettative. "Non svendere La7", questo sarebbe l'obiettivo e finora l'offerente che più si avvicina a queste esigenze, quello più papabile, sembra essere Cairo. Enrico Mentana, dal suo Tg, ha dichiarato che non cambieranno le notizie e il modo di farle, ma il futuro, nei prossimi 20 giorni, rimane incerto e nebbioso.

 

 

TI MEDIA la7 Bernab e marco patuano TELECOM ITALIA MEDIA Claudio Spositomil01 urbano cairoENRICO MENTANA NELLO STUDIO DEL TG jpeg

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…