bitcoin

I SOLDI? NON PIU' SOTTO IL MATTONE MA DENTRO IL BITCOIN - LE CRIPTOVALUTE SONO IL NUOVO BENE RIFUGIO E UN PANIERE D’INVESTIMENTO MISTO CON ORO E BITCOIN RISULTA MENO RISCHIOSO DELLO S&P500, CHE DIPENDE DAI VARI CICLI DI QUANTITATIVE EASING MESSI IN CAMPO DALLA BCE - AL DI LÀ DELLA CONTRAPPOSIZIONE TRA SCETTICI E ENTUSIASTI, ORMAI LA MONETA DIGITALE NON RAPPRESENTA PIÙ SOLO UN’ALTERNATIVA ESOTICA...

Mauro Bottarelli per www.businessinsider.com

 

bitcoin

Gli assets digitali stanno diventando parte del mainstream. Parole apparentemente innocue nell’era di Bitcoin, quasi banali. Ma quando a proferirle è Roman Regelman, capo della divisione asset-servicing e digital business di Bank of New York Mellon, la questione assume tutta un’altra valenza. Soprattutto, se quel concetto giunge a corollario del comunicato con cui la più antica, prestigiosa ed establishment delle banche statunitensi comunicava l’adozione di criptovalute nel medesimo sistema utilizzato per valute tradizionali e titoli azionari. Praticamente, la Regina Elisabetta che si presenta in pubblico con un paio di sneakers ai piedi.

 

il prezzo del bitcoin

Nemmeno a dirlo, l’annuncio ha messo le ali a Bitcoin, tornato sopra quota 46.000. E spinto anche il titolo del’istituto di credito nel pre-market, +2,3%. Un timing decisamente simbolico quello scelto dal BNY Mellon per il proprio coming out, di fatto reso obbligatorio dall’anticipazione del Wall Street Journal: il grande passo, infatti, è stato ufficializzato a sole 24 ore dalla scomunica della criptovaluta da parte del vice-presidente della Bank of Canada, Tim Lane, a detta del quale i costosi metodi di verifica e l’instabile potere d’acquisto rendono le criptovalute come Bitcoin un metodo di pagamento imperfetto.

deutsche bank

 

Il mondo sta spaccandosi sempre in più in due fazioni: cripto-scettici e cripto-entusiasti. Una cosa, però, appare ormai scontata: la moneta digitale non rappresenta più un’alternativa esotica – quando non addirittura esoterica – alle valute fiat, bensì un investimento altro. Un vero e proprio bene rifugio.

 

BITCOIN

Da quale rischio, però? La risposta, indiretta e implicita quanto spiazzante, arriva dall’ultimo studio di Jim Reid, visionario e un po’ distopico capo economista di Deutsche Bank negli Usa. E tutto fa riferimento a questo grafico, il quale mette in relazione i deficit di budget statunitensi con i periodi di recessione (le aree con effetto ombra) lungo l’arco temporale dei cicli di espansione economica classificati per durata.

 

bitcoin

Ed ecco che, alla luce di quella che appare una formula magica sotto gli occhi di tutti ma altresì mai utilizzata fino agli anni Ottanta, l’analista arriva a sentenziare che il nuovo regime di Qe strutturale garantisca di fatto un assunto: mai più recessioni. O, quantomeno, mai più lunghe e profonde come quelle del passato.

 

grafico 1

C’è però un problema, legato direttamente alla ragione reale che tramutò gli anni Settanta nello spartiacque: un regime come quello attuale sarebbe stato impossibile con il gold standard del dollaro in vigore. Non a caso, fino alla rottura del sistema di Bretton Woods, soltanto deroghe emergenziali a quel peg diretto con un bene fisico (e non i futures di carta) permisero incursioni in aree di deficit strutturale.

 

bitcoin

Inoltre, a quel cambio di paradigma, si unì l’ingresso della Cina nel contesto prodromico della globalizzazione: un Occidente demograficamente attivo univa le forze con l’iper-produzione del Dragone, garantendo una fornitura di forza lavoro tale (e a costo decisamente più basso del passato) da sottomettere le pressioni tipiche di un ciclo espansivo su salari e prezzi. E permettere, contemporaneamente, il mantenimento permanente di un regime fiscale e monetario più espansivo e in grado di contrastare meglio e più in fretta i venti contrari. Ovvero, le recessioni.

oro

 

Ma al di là del quasi automatico rischio di perdita di produttività, una no recession theory come quella apparentemente sposata dalle Banche centrali, cosa rischia di comportare?

 

Pressioni inflazionistiche che vadano a colpire in anticipo sullo sviluppo del ciclo, soprattutto a causa della fornitura di manodopera ormai giunta al picco nelle economie chiave a livello globale. E per quanto l’indice CPI ufficiale continui a negare un’emergenza inflazionistica, i breakevens parlano chiaro e già oggi vedono la quota-obiettivo del 2% ampiamente superata con l’arrivo dell’estate, come mostra questo grafico tratto dall’ultimo report di Nordea.

 

bitcoin

Di fatto, ciò che Jim Reid pare dipingere è un quadro di ciclo espansivo pressoché perenne, intervallato da correzioni come quelle di mercato e non più recessioni.

 

Apparentemente, il Nirvana. Dell’indebitamento strutturale, però. E necessitante di una conditio sine qua non decisamente pericolosa, non fosse altro per il residuo di concetto di mercato esistente e i suoi funzionamenti: le Banche centrali come motore immobile.

 

bitcoin

E paradossalmente, questo principio vale anche per quanto sta mettendo in campo la Bce nell’eurozona attraverso i vari cicli di Qe e ora in maniera addirittura smaccata con il Pepp anti-pandemico, il quale opera infatti in deroga anche a principi precauzionali cardine come la capital key e il limite per emittente.

 

bitcoin

Dal 1 gennaio del 2013, infatti, tutti i bond emessi da Stati membri con durata superiore a 1 anno contengono le cosiddetta Cac (Collective Action Clause), di fatto un meccanismo che permette legalmente l’imposizione di haircut su quel debito, imponendo quindi una perdita ai detentori al fine di rendere meno gravoso il principio di ristrutturazione per lo Stato interessato. Nei fatti, il mezzo attraverso il quale gettare le basi di un processo di crescita perpetua.

 

bitcoin

La Bce stampa infatti euro per comprare quei bond, al cui interno vi sono clausole Cac. Le quali, nei momenti di correzione del ciclo, si attivano e consentono al governo emittente di ridurre l’ammontare necessario per il pay out agli investitori. Detto fatto, quanto risparmiato serve a porre le basi per una ripresa economica ed evitare l’effetto Grecia, raggiunta la quale si tornerà a emettere debito in maniera strutturale. Anche in questo caso, formalmente un meccanismo perfetto. Ma ancorato al presupposto di una Banca centrale onnipresente.

 

Ed ecco che proprio questa sorta di illuminazione, messa nero su bianco da Jim Reid ma ormai presente da tempo nella mente di chi opera sul mercato, pare sostanziarsi ogni giorno di più nell’oggetto della disputa fra cripto-entusiasti e cripto-scettici.

 

bitcoin.

Non a caso, questi ultimi per la gran parte asserragliati nei fortini di vetro e acciaio delle Banche centrali o fra i primary dealers che maggiormente hanno da perdere dalla fine del rapporto incestuoso fra monetarismo di Stato e mercato, quantomeno a livello di intermediazione.

 

Questi due grafici mostrano due facce della medesima medaglia, partendo dalla clamorosa sconfessione ricevuta – prezzo alla mano – dalla stroncatura operata da JP Morgan solo lo scorso 21 gennaio verso Bitcoin.

 

bitcoin

Non a caso, la banca di Jamie Dimon è da sempre strenua oppositrice della rivoluzione cripto, poiché ridimensionerebbe in maniera esiziale il ruolo dell’istituto nei confronti di Fed e Tesoro, stante gli assets in sua detenzione che garantiscono una rendita di posizione invidiabile. Fu JP Morgan, infatti, a operare in modo tale presso le riserve su conti Fed da scatenare il terremoto repo sul mercato interbancario nel settembre 2019, atto prodromico al ritorno in campo tout court della Federal Reserve nella primavera successiva.

 

grafico 2

Ed ecco che il secondo grafico pare la conferma tecnica su carta carbone della tesi politica di Jim Reid: stando a un’elaborazione di Mike McGlone di Bloomberg Intelligence, infatti, un paniere d’investimento misto con oro e Bitcoin, ponderato sulla proporzione di 75/25, risulta ad oggi del 20% meno rischioso di un’esposizone al mercato equity, tracciato attraverso il proxy delo Standard&Poor’s 500.

 

Nel pieno del bailamme attuale, infatti, il combinato di vecchio e nuovo bene rifugio viaggia a livello di risk measure sui minimi assoluti rispetto al mercato e compatibile con quelli dei primi giorni di ripresa sostanziale del 2016.

 

bitcoin 1

Un brutto colpo per i cantori della volatilità di Bitcoin come criticità di base a ogni sua adozione che prescinda finalità speculative, poiché il trend di quel combinato e il suo relativo grado di sicurezza rispetto alla Borsa sono frutto di un’unica realtà, strettamente legata alla tesi di Jim Reid. Ovvero, Wall Street dipende ormai in toto dal Qe e non più dai fondamentali sottostanti. Oro e Bitcoin, no.

 

E, anzi, operano da hedging di copertura proprio dal rischio di inflazione crescente che è il primo campanello di allarme di un’operatività ipertrofica e distorsiva delle Banche centrali, come mostra questo ultimo grafico.

 

bitcoin

Attenzione insomma a festeggiare troppo i rallies continui o gli spread ai minimi garantiti dalle stamperie h24, negli Usa come in Europa come in Giappone: perché il rovescio della medaglia è un mercato che, lentamente e silenziosamente, sta già prendendo coscienza dell’epilogo di una simile perpetual motion machine basata sul deficit strutturale. E non a caso, apre le porte a Bitcoin. Persino quelle austere e nobili di BNY Mellon.

la mafia e i bitcoinBITCOIN MANIAbitcoin 1bitcoin 2Bitcoinbitcoinbitcoinbitcoin 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...