NIENTE CREDIT CRUNCH PER LO SCARPARO A PALLINI – DIEGO DELLA VALLE OTTIENE UN FINANZIAMENTO DA 240 MILIONI DAL CREDIT SUISSE – E A MILANO VENDE UN PALAZZO PER 10 MILIONI

Andrea Giacobino per "http://andreagiacobino.wordpress.com"

 

diego della vallediego della valle

Diego Della Valle ha fatto due affari fortunati nelle ultime settimane. Il patron della Tod’s, infatti, da un lato ha ottenuto un maxifido e dall’altro ha messo a segno un’azzeccata vendita immobiliare.


Anzitutto il finanziamento. Ammonta a ben 240 milioni di euro ed è stato erogato dalla banca elvetica Credit Suisse alle due holding dell’imprenditore, la Diego Della Valle & C. e la Di.Vi. Finanziaria. Il fido è frazionabile in due parti di 120 milioni cadauna, a tasso euribor 3 mesi più un margine variabile compreso tra 1,35% e 2,05% in funzione del’importo utilizzato.

 

A garanzia dell’intero finanziamento la Di.Vi. Finanziaria ha dato in pegno titoli Tod’s alla banca rossocrociata. Poiché tale garanzia è prestata anche per conto della Diego Della Valle & C., quando la stessa dovesse usufruire della linea di credito sarà tenuta a corrispondere alla Di.Vi. Finanziaria una commissione dello 0,3% annuo, calcolato sulle somme effettivamente utilizzate. Finora Della Valle ha usato 50 milioni del maxifido, a un tasso dell’1,678%.

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E veniamo al mattone.
L’Immobiliare Deim, un’altra società di Della Valle che possiede diverse proprietà, qualche settimana fa ha incassato 10,5 milioni vendendo un prestigioso immobile in via Serbelloni al civico 1, nel centro storico di Milano. Si tratta di una delle sedi meneghine di Tod’s e l’atto di cessione è stato redatto davanti al notaio Luigi Cambri. Chi ha comprato? L’Immobiliare Sette, una srl la cui sede legale si trova allo stesso indirizzo e di cui amministratore unico è Gianluca Giorgetti.

CREDIT SUISSECREDIT SUISSE

 

Classe 1967, consulente aziendale già presidente di Thomson Consulting, Giorgetti è molto attivo in politica. E’ stato candidato a Milano nelle elezioni 2013 dalla lista Scelta Civica promossa dall’allora premier Mario Monti, riportando 229 voti.

 

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